Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna
turtei cu la cua, turtei
Si tratta di una pasta fresca ripiena dalla particolare forma con la “coda”: infatti la pasta che avvolge il ripieno è annodata alle due estremità in modo da ricordare la coda di un pesce o di una caramella Preparata la pasta sfoglia sottile, la si taglia per ottenere dei rombi di circa 8 centimetri di lato. Su ognuno viene depositata una “nocciola” di ripieno per poi richiuderlo lungo la diagonale, in modo da poterlo ripiegare a forma di triangolo e potendo, così, intrecciare i lembi. E’ indispensabile avere cura di girare la pasta negli angoli, appunto della diagonale, accartocciandoli a farfalla, come una caramella. Il ripieno è costituito da spinaci o biete lessati, ricotta, formaggio grana, uova, noce moscata e sale.
Tradizionalità
E’ considerato un tipico piatto magro piacentino dalla forma unica e caratteristica, adatto, come indica Mario Morini in “Piacenza città che piace”, “… in ispecie per chi ha stomaco debole, in causa della facile assimilabilità degli ingredienti…”
Altra involontaria testimonianza la offre il Cardinale Giulio Alberoni che, in una “Lettera” all’amico Conte Rocca, evidenzia il carattere di piatto magro dei tortelli. Infatti scrive: “fo’ fare la lepre alla piacentina, gli anolini, e pasta nel brodo e tortelli il venerdì…” Il venerdì, per la tradizione religiosa cattolica, era giorno di astensione dalla carne
Territorio di produzione
Provincia di Piacenza
Ciabatta di Sant’Antonio PAT Emilia Romagna
Ciò che la contraddistingue è la forma a ciabatta a ricordare, probabilmente, l’inizio di un periodo di riposo dai duri lavori della campagna. In Emilia vi era l’usanza di preparare la ciabatta in occasione della festa di Sant’Antonio; oggi però questa tradizione è pressoché scomparsa, e poche famiglie ricordano questo dolce,che faceva la gioia dei bambini.