Tonnidi del Golfo Paradiso PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della LIGURIA

La tonnara di Camogli è, più precisamente, una tonnarella poiché non pesca solo tonni, oggi diventati molto rari, ma tutte le specie di pesci che incappano nella rete: palamiti e boniti innanzitutto e poi sardine, sgombri, sarpe, bisi, occhiate e a partire da giugno, leccie, o ricciole, anche di grosse dimensioni. Inferiore per dimensioni alle tonnare siciliane e sarde, ha solo due camere contro le sei o più delle altre e tre sole barche, contro più di dieci.

Zona di produzione: Camogli

Lavorazione: La tonnarella di Camogli adotta il metodo monta e leva: il sacco viene sollevato tre volte al giorno, di prima mattina, in pomeriggio e verso sera. Alla tonnara di Camogli si effettuano tre levate al giorno, all’alba, in tarda mattinata e nel tardo pomeriggio e da sempre il pesce viene issato sulla barca dai tonnarotti a forza di braccia dalla barca mobile, avvicinandosi lentamente alla barca fissa, sulla quale viene caricato il pescato e che poi torna a Camogli.

La tonnarella di Camogli viene calata a circa 400 metri da Punta Chiappa, in direzione Camogli, da aprile a settembre. La rete di sbarramento, detta pedale, è legata a riva ad uno scoglio ed è lunga 340 metri, la porta d’entrata del recinto che è antistante alla camera della morte è larga 25 metri, a destra si trova un altro recinto rettangolare lungo 80 metri e a sinistra, davanti al sacco c’è un’anticamera di 30 metri che conduce alla camera della morte che misura 100 metri.

La rete viene ormeggiata su un fondale che va dai 10 ai 45 metri, per mezzo di 26 ancorotti e di grosse pietre del peso di 20 Kg. ciascuna. Per mantenere le reti perimetrali perfettamente verticali vengono impiegati dei galleggianti di plastica posti a distanze regolari. Le maglie della rete, abbastanza larghe in alto, si fanno sempre più strette scendendo verso il basso. Il materiale usato per la rete è filetto di cocco (ajengo superiore), importato dall’India e che viene lavorato a mano durante l’inverno dai due capibarca e dal figlio di uno di loro; la rete finita pesa 1.200 Kg. Per la parte terminale della camera della morte viene impiegato il nylon, tinto di nero in un fornello apposito sul molo del porto di Camogli.

Cavolo broccolo lavagnino PAT

Il cavolo lavagnino (Brassica oleracea var. capitata) è di piccole dimensioni; forma un cappuccio, molto tenero alla cottura, di forma nettamente allungata (obovata). Le foglie sono poco bollose di colore verde chiaro. Alcune foglioline all’interno del cappuccio presentano un caratteristico colore rosa. Questa varietà è stata selezionata nel Chiavarese da antica data. Esistono un broccolo lavagnino a maturazione precoce e…

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Fagiolo Cenerino PAT

Il fagiolo Cenerino è un fagiolo rampicante, cioè ad accrescimento indeterminato. Il baccello è piatto e lungo da 15 a 20 cm. Il seme, di colore cenere, da cui il nome dialettale senerìn, è di piccole dimensioni, lungo circa 1 cm. Se consumato verde, si lessa e ha una consistenza cremosa, un sapore delicato e burroso.

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Confettura di Acacia PAT

La confettura di petali di acacia è conosciuta in alta Valle Scrivia perché nella zona veniva effettuata la raccolta dei fiori. A partire dagli anni ’30 i petali venivano venduti alle pasticcerie di Genova che ne facevano confetture (questo si narra a Savignone e Casella). La procedura di lavorazione è descritta in un ricettario (edizione…

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Fagioli bianchi delle Alpi liguri PAT

I fagioli bianchi (Phaseolus vulgaris) sono presenti nelle aree interne del territorio delle provincie di Savona e Imperia, ma sono particolarmente noti e apprezzati quelli prodotti nelle località di Badalucco, Conio e Pigna, nell’imperiese. Sono cultivar a seme bianco e piccolo; alcune varietà presentano leggere maculature color nocciola. Il portamento della pianta è rampicante. Viene…

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