Gli sviluppi della scultura del Quattrocento
I della ROBBIA

LUCA della ROBBIA (1400-82): appartiene alla prima generazione dei maestri del Rinascimento ed è la figura artistica più rilevante della famiglia. Come scultore, mostra un linguaggio di equilibrata e serena bellezza, il cui classicismo, sulla scia del Ghiberti e di Nanni di Banco, si sviluppa secondo una linea indipendente rispetto al discorso di Donatello. La Cantoria marmorea del Duomo di Firenze è eseguita con grazia semplice e serena, ben diversa dalla sfrenata danza pagana dei Puttini della Cantoria di Donatello

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I della ROBBIA

La scultura del Quattrocento in ITALIA – DONATELLO

Donatello nasce a Firenze nel 1386; lavora nella bottega di Ghiberti e si reca a Roma insieme a Brunelleschi per studiare le opere dell’arte classica; è attivo soprattutto a Firenze, dove muore nel 1466. Iniziatore e maggiore rappresentante della scultura Rinascimentale del Quattrocento, Donatello vive con estrema libertà il rapporto dialettico fra le visioni ideali del linguaggio classico e la realtà del suo tempo, operando una impareggiabile sintesi fra le tendenze culturali ed estetiche dell’epoca. Nella produzione artistica il gusto dell’antico si fonde con l’impostazione naturalistica e con le teorie della prospettiva e delle proporzioni, come testimoniano le sue opere

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Cavolo nero riccio di Toscana PAT

Il cavolo nero riccio di Toscana si chiama così perchè presenta foglie molto grandi, di colore verde scuro e con nervature più chiare. La loro superficie è assai frastagliata per la presenza di “bolle” alquanto grosse. Il sapore e l’odore sono quelli tipici del cavolo. Si produce da ottobre a marzo.

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Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella a Firenze

Santa Maria Novella, è parte del complesso conventuale di Santa Maria Novella. Oggi è ritenuta la farmacia storica più antica di tutta Europa, essendo attiva senza soluzione di continuità da oltre 4 secoli, nonché uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto

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L’Architettura del Quattrocento in ITALIA – Leon Battista ALBERTI

Letterato, teorico dell’arte e artista, Alberti incarna l’ideale dell’Uomo-Artista rinascimentale, il cui operare si fonda sulla cultura e sulla teoria: l’arte viene innalzata al rango delle arti liberali e la figura dell’artista viene distinta da quella dell’artigiano. Per Alberti ciò che importa è l’idea: pertanto si disinteressa, a differenza del Brunelleschi, dei problemi tecnici e dell’esecuzionemateriale delle opere, che affida ad altri. Nelle sue tre opere teoriche, l’Alberti espone in modo sistematico il suo pensiero definendo le basi teoriche e ideologiche dell’arte Rinascimentale.

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L’Architettura del Quattrocento in ITALIA – Filippo BRUNELLESCHI

FILIPPO BRUNELLESCHI Nel 1418 vince il concorso per la costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore, alla cui realizzazione lavorerà per tutta la vita, affermando la figura dell’Architetto come progettista responsabile in prima persona del suo lavoro, risolutore dei problemi tecnici e formali sia teorici che esecutivi.

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Alkermes PAT Toscana

È un liquore dolce, tipo elisir, di colore rosso brillante, di sapore speziato-aromatico, ph 5.1 e 35 gradi alcolici. Si dice che sia un liquore “corroborante” che ravviva gli spiriti e irrobustisce l’organismo; viene utilizzato in pasticceria come colorante ed aromatizzante (serve per inzuppare le pesche di Prato, la zuppa inglese e il gattò o rotolo ripieno al cioccolato) e si usa nella preparazione della mortadella di Prato.

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La pittura del Trecento in ITALIA – GIOTTO di Bondone

I primi anni del pittore sono stati oggetto di credenze quasi leggendarie fin da quando egli era in vita. Giorgio Vasari racconta come Giotto fosse capace di disegnare una perfetta circonferenza senza bisogno del compasso, la famosa “O” di Giotto. Si narra inoltre che Cimabue avesse scoperto la bravura di Giotto mentre disegnava delle pecore con del carbone su un sasso, aneddoto riportato da Lorenzo Ghiberti e da Giorgio Vasari. Altrettanto leggendario è l’episodio di uno scherzo fatto da Giotto a Cimabue dipingendo su una tavola una mosca: essa sarebbe stata così realistica che Cimabue tornando a lavorare sulla tavola avrebbe cercato di scacciarla. Le novelle raccontano verosimilmente soprattutto la grande capacità tecnica e la naturalezza dell’arte di Giotto.

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Le Vie di Dante

Le vie sono le stesse percorse dall’illustre letterato in fuga da Firenze dopo la condanna a morte proclamata dai Guelfi per via delle sue simpatie ghibelline. Da quel momento Dante abbandonò per sempre la sua Firenze (non ci farà infatti più ritorno), ma lungo il suo avventuroso cammino al di là degli Appennini in cerca di protezione trovò l’ispirazione per scrivere la sua opera più celebre: la Divina Commedia.

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TOSCANA, Ville e giardini medicei

Dodici ville e due giardini sparsi nel paesaggio toscano compongono questo sito che testimonia l’influenza esercitata dalla famiglia Medici sulla cultura europea moderna attraverso il suo mecenatismo. Costruite tra il XV e il XVII secolo, rappresentano un innovativo sistema di costruzione in armonia con la natura e dedicato al tempo libero, alle arti e al sapere. Le ville incarnano una forma e una funzione innovativa, un nuovo tipo di residenza principesca che differiva sia dalle masserie di proprietà dei ricchi fiorentini dell’epoca sia dalla potenza militare dei castelli baronali. Le ville medicee costituiscono il primo esempio del legame tra architettura, giardini e ambiente e divennero un riferimento indelebile per le residenze principesche in tutta Italia e in Europa. I loro giardini e l’integrazione nell’ambiente naturale hanno contribuito a sviluppare l’apprezzamento del paesaggio caratteristico dell’Umanesimo e del Rinascimento.

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