Proteggere e ripristinare la natura nell’UE

Per poter riportare la biodiversità sulla via della ripresa entro il 2030 dobbiamo intensificare la protezione e il ripristino della natura. A tal fine è opportuno che l’UE migliori ed estenda la propria rete di zone protette ed elabori un piano ambizioso di ripristino della natura.

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Strategia Europea per la biodiversità al 2030

Nell’ultimo decennio gli impollinatori sono drasticamente diminuiti in Europa e in tutto il mondo, con una tendenza negativa potenzialmente maggiore nel lungo termine a causa del crescente impatto dei numerosi fattori ambientali di declino, quali il degrado e la frammentazione degli habitat, le pratiche agricole intensive, l’aumento delle malattie delle api, la minore disponibilità o qualità delle risorse trofiche, gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), i cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura.

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Diminuzione drammatica degli impollinatori in Europa e nel mondo

Nell’ultimo decennio gli impollinatori sono drasticamente diminuiti in Europa e in tutto il mondo, con una tendenza negativa potenzialmente maggiore nel lungo termine a causa del crescente impatto dei numerosi fattori ambientali di declino, quali il degrado e la frammentazione degli habitat, le pratiche agricole intensive, l’aumento delle malattie delle api, la minore disponibilità o qualità delle risorse trofiche, gli attacchi di agenti patogeni (virus, batteri e funghi) e parassiti (principalmente insetti e acari), i cambiamenti climatici, il cambiamento culturale e commerciale delle pratiche di apicoltura.

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Il ruolo della politica agricola per la tutela degli impollinatori

Come rilevato da un rapporto ISPRA del 2020, lo stato di salute degli habitat agricoli di interesse comunitario è in progressivo peggioramento mentre l’abbandono agricolo e il conseguente processo di rivegetazione, di ricolonizzazione e di riforestazione introducono maggiori rischi di incendi o di dissesto idrogeologico per il deficit di presidio del territorio e comportano la banalizzazione e semplificazione del paesaggio.

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Gli apoidei come indicatori della qualità ambientale di un agroecosistema

La qualità ambientale di un agro-ecosistema può essere valutata sia attraverso la misurazione di parametri ecologici e successiva elaborazione di dati (anche tramite l’impiego di sensori e apparecchiature strumentali), che il ricorso a indicatori biologici, quali la presenza, l’abbondanza e lo stato
di organismi viventi (specie animali, vegetali o funghi) caratterizzati da una sensibilità ai cambiamenti indotti all’ecosistema da fattori di disturbo.

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Sensibilità ecologica degli apoidei verso colture in serra!

L’uso di insetti per l’impollinazione in serra costiuisce una alternativa efficace in termini economici rispetto all’impollinazione manuale. Per molte coltivazioni agricole gestite in serra e altre tipologie di ambiente protetto, le specie del genere Bombus rappresentano gli impollinatori più diffusi, grazie al loro maggiore adattamento e alla resistenza a condizioni di confinamento, di alta temperatura ed umidità e grazie all’alta velocità di impollinazione.

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Sensibilità ecologica degli apoidei verso le colture ortive!

La perdita di aree non tagliate, e prati subspontanei ricchi in origine di Leguminosae, e la tendenza all’utilizzo nelle successioni colturali di cultivar prive di fioritura hanno ridotto la qualità e la quantità di habitat di interesse apistico, con conseguente forte impatto negativo sugli apoidei selvatici e in generale sugli impollinatori animali.

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Sensibilità ecologica degli apoidei verso i seminativi!

Frumento duro, mais e frumento tenero sono coltivati in Italia prevalentemente in monosuccessione su vaste estensioni di territorio (seminativi), per lo più in ambito planiziario e collinare. Nei sistemi monocolturali, con presenza di una sola specie o varietà, prevalgono gli ambiti di paesaggio semplificati, caratterizzati dalla quasi completa eliminazione delle bordure, in grado di fornire risorse floreali e siti di nidificazione per gli impollinatori.

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Sensibilità ecologica degli apoidei verso i frutteti!

L’olivo, coltivazione arborea tipica del bacino del Mediterraneo, è una pianta da frutto a impollinazione anemofila (per mezzo del vento) il cui polline è di un certo interesse per l’entomofauna, soprattutto nel periodo della tarda primavera quando scarseggiano altre risorse floreali.

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Sensibilità ecologica degli apoidei verso gli oliveti!

L’olivo, coltivazione arborea tipica del bacino del Mediterraneo, è una pianta da frutto a impollinazione anemofila (per mezzo del vento) il cui polline è di un certo interesse per l’entomofauna, soprattutto nel periodo della tarda primavera quando scarseggiano altre risorse floreali.

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