Pomodoro scatolone di Bolsena PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Il Pomodoro Scatolone di Bolsena, dalla caratteristica forma globosa a rosetta e costoluta, presenta un ridotto sviluppo di polpa, semi e placenta, così da lasciare, internamente una cavità. Ha un sapore gradevole ed armonico, grazie ad un equilibrato contenuto in zuccheri ed acidi. Ha forma schiacciata ed infossata in corrispondenza della zona peziolare e di quella apicale; è costoluto, grossolanamente circolare. In sezione trasversale sono presenti da 7 a 9 logge, in parte o completamente vuote, chiamate “scatolature”, da cui deriva il nome. Presenta colore rosso con aree verde-paglierino, peso medio di 150- 200 g.

La pianta è a sviluppo indeterminato, presenta ottima adattabilità ambientale e buona resistenza ai patogeni. È un classico pomodoro da mensa destinato al consumo fresco, il cui seme è riprodotto direttamente dalle aziende produttrici. Oltre all’unicità varietale, le caratteristiche del prodotto sono date anche dalle condizioni climatiche e pedologiche della zona, poiché coniugano microclima, esposizione e tipologia del terreno. Il clima, di tipo temperato–caldo è, infatti, reso favorevole oltre che dall’esposizione a sud delle aree di coltivazione, dall’azione mitigatrice esercitata dal Lago di Bolsena, e i terreni, compresi lungo la fascia costiera del lago fino a Gradoli, sono alluvionali vulcanici, freschi, profondi, di medio impasto e a reazione sub-acida con buone proprietà chimico-fisiche e totalmente irrigui. Il prodotto pomodoro Scatolone di Bolsena proviene dalla coltivazione della varietà autoctona a rischio di erosione genetica, Pomodoro scatolone di Bolsena, tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

METODO DI PRODUZIONE

La preparazione del terreno avviene tramite aratura a 30 cm circa di profondità. La semina si effettua in semenzaio nei mesi di marzo-aprile e in pieno campo in aprilemaggio, a file binate, con un investimento di 2,8 piante per mq (55 x 60 x 75). La raccolta scalare si efettua esclusivamente a mano, dalla seconda metà di luglio fino al mese di settembre.

CENNI STORICI

Lungo le rive del Lago di Bolsena il pomodoro compare agli inizi del ‘900, tanto che è presente già nel 1930 alla prima Mostra Ortofrutticola di Bolsena, tra gli ortaggi che predominano nella zona e che qui trovano ottime condizioni di vegetazione. Si tratta di orti di piccole dimensioni che difficilmente raggiungono la superficie di un ettaro ciascuno, più spesso tra 3000 e 5000 metri quadri. In un articolo che commenta la mostra si lamenta la scarsa concimazione letamica, per mancanza di bestiame che lo produca. Il mercato di riferimento per lo smercio del prodotto risulta piuttosto esteso. Si parla, non solo di paesi prossimi a Bolsena come Orvieto, Acquapendente, Viterbo ma anche di quelli della Toscana dove il trasporto avviene con somari o cavalli. Si comincia a parlare specificatamente, però, della varietà “Scatolone” negli anni immediatamente successivi al secondo dopoguerra (1948-50). Taluni asseriscono che l’origine si debba collegare alle mutazioni di un ecotipo locale, altri afermano che vennero importati semi da un orticoltore bolsenese. Il periodo di maggior sviluppo si ha intorno al 1970 quando risultano investiti a Pomodoro Scatolone circa 20 ettari. Il dato è confermato da riviste turistiche locali di quel periodo che esaltano la freschezza degli ortofrutticoli ed, in particolare, dei Pomodori Scatolone. In seguito si ha un lento ma costante declino, che fa registrare un investimento di circa 5-6 ha, per una produzione globale variabile intorno ai 4000/4500 q.li/annui. Attualmente si presume che le superfici investite a “Scatolone” siano ulteriormente calate, mentre è ancora molto forte la richiesta per una tipologia, il costoluto, che oggi è coperta da una vasta gamma di varietà di nuova introduzione.

Territorio di produzione

Bolsena (VT)

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