Pecorino del pastore PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna

Il Pecorino del Pastore è un formaggio da tavola a pasta semidura, che viene realizzato esclusivamente con latte ovino e caglio naturale, in formaggette da 1,5 kg circa, che vengono stagionate per un periodo che può variare dai 4 agli 8 mesi

Si utilizza latte intero di ovino crudo, con l’eventuale aggiunta di fermenti lattici selezionati, portato alla temperatura di circa 35° C a cui si innesta caglio liquido o in polvere. La cagliata viene rotta fino a raggiungere le dimensioni, che possono variare dal chicco di riso alla nocciola (a seconda del tipo di lavorazione). Il prodotto della cagliata viene poi depositato negli appositi contenitori per dargli la forma appropriata. Si procede, quindi, alla salatura a secco, cui segue la stagionatura in ambienti appositi per un periodo che può variare dai quindici giorni ad alcuni mesi. La pasta è di colore giallo paglierino, compatta e tenace al taglio, mentre la superficie esterna è protetta con olio di oliva o con conserve di pomodoro. Ha un sapore fragrante, più dolce rispetto agli altri pecorini.

Il pecorino è uno dei formaggi più usati nella cucina romagnola. Gran parte dei piatti, anche quelli in cui oggi si usa mettere il parmigiano, originariamente contemplavano l’uso del pecorino. Se molto stagionato, viene utilizzato al posto del grana come condimento per paste casalinghe e sul il ragù di castrato.

Curiosità – Il più comune è quello semi-fresco, che viene usato come formaggio da tavola da accompagnare alle pere. È consigliato l’abbinamento con vini rossi, corposi e maturi come il Cabernet Sauvignon e il Sangiovese, oppure con i passiti del tipo Albana.

Territorio di produzione: La zona di produzione comprende la fascia collinare e montana delle province di Forli-Cesena, Ravenna, Rimini e Bologna.

Latteruolo o casadello PAT Emilia Romagna

Dolce a base di latte, uova, zucchero. Un litro di latte, un etto di zucchero, otto rossi d’uovo e due chiare, odore di vaniglia. Far bollire il latte con lo zucchero, per un’ora. Al latte, rompere, di quando in quando, il velo col mestolo, e quando sarà freddo aggiungere le uova, frullate prima a parte….

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Antiche varietà di castagne piacentine: Domestica di Gusano, dmestiga d’Gusan, e Marrone di Vezzolacca, maron d’ Vesulaca PAT Emilia Romagna

Una tradizione legata alla coltivazione del castagno era quella conseguente alle operazioni necessarie per ottenere farina di castagno, che, conservata per buona parte dell’anno, costituiva l’alimento principale per la sopravvivenza delle popolazioni di montagna. Allo scopo erano presenti vicini ai castagneti, apposite costruzioni dette “castagnere”, piccoli edifici provvisti di un locale con forno da pane…

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Tartufo nero estivo PAT Emilia Romagna

Forma per lo più rotondeggiante, dimensione varia, ha peridio o scorza nera molto grossolana e polpa dal giallastro al bronzo, con velature chiare, numerose, arborescenti che compaiono dopo la cottura. L’odore è delicato e gradevole, ricorda le nocciole. Predilige terreni calcarei, vive in simbiosi con numerose specie forestali (querce, pini, faggi, frassini, carpini, noccioli,…). Matura…

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