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Prodotto Agroalimentare Tradizionale del Friuli Venezia Giulia
Tuberi grossi e tondovali, buccia bianco-giallo e liscia, pasta bianca; occhi superficiali, basso contenuto di sostanza secca. Per quanto riguarda le qualità culinarie è resistente alla cottura, di colore abbastanza fermo si presta ad ogni tipo di uso e di manipolazione. In cucina è consigliata per gnocchi, purea e minestre. Le caratteristiche essenziali del terreno, per una buona produzione delle patate, sono un pH leggermente acido e un buon contenuto di ferro. Questi risultano facilmente riscontrabili nel territorio comunale.
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Tradizionalità
La coltivazione della patata a pasta bianca nel comune di Reana del Rojale risale a tre generazioni, e negli anni ha subito qualche variazione; negli anni cinquanta le patate da seme venivano acquistate dalla Carnia, dove venivano coltivate solo varietà a pasta bianca (Bianca carnica, Slava). Negli anni sessanta, con l’arrivo sul mercato delle varietà certificate, questo seme fu soppiantato da un’altra varietà sempre a pasta bianca: la Kennebec.
In questo comune per valorizzare il prodotto si ritenne di creare una manifestazione per la promozione dei tuberi locali e per far conoscere le caratteristiche della patata a pasta bianca. Nacque così la Mostra Mercato Regionale della Patata che ormai è arrivata alla 21° edizione. Ci sono tre certificati di agricoltori che dichiarano di aver coltivato per trent’anni patate a pasta bianca (varietà Kennebec).
Territorio di produzione: Comune di Reana del Rojale e località di Godia in comune di Udine.
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Cavolo cappuccio di Collina di Forni Avoltri PAT Friuli Venezia Giulia
La coltivazione del Cappuccio di Collina (nome locale: chiaput) è nota sin dai secoli scorsi. Il seme, tramandato da generazioni, è ancora quello originale e non se ne conosce la provenienza storica. Numerose sono le pubblicazioni sui giornali locali; inoltre, sono molteplici le indicazioni culinarie sull’utilizzo dei “crauti” ottenuti con questo ortaggio.
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Ràti PAT Friuli Venezia Giulia
Il ramolaccio o rafano (Raphanus sativus) appartiene alla famiglia delle crucifere. Ha caratteristiche simili al ravanello dal quale se ne differenzia per le maggiori dimensioni della radice ed il sapore più intenso e piccante. La parte edule è rappresentata dalla radice che si consuma cruda o cotta.
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Colaz PAT Friuli Venezia Giulia
La descrizione del processo di fabbricazione e le dosi sono tratte da una pubblicazione dell’Accademia Italiana della Cucina che, circa 10 anni or sono, ha raccolto ricette tradizionali inviate dalle delegazioni provinciali dell’Accademia stessa. Nella tradizione friulana i colaz erano dolci che si regalavano ai cresimandi e, al termine delle sedute, ai consiglieri comunali.