Marrone del Montefeltro PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna

Nel Montefeltro si producono marroni da una varietà locale chiamata “Gentile” e che può essere indicato come “Marrone del Montefeltro”. Frutto adatto al consumo fresco e per l’industria. Per descrivere questa varietà sono state identificate le caratteristiche di due suoi cloni (Botticella e Monte San Benedetto) dalle quali si sono desunti i seguenti elementi: pianta di media grandezza e vigore, portamento dei rami espansi e chioma a globo.

Tronco dal colore grigiastro con numerose lenticelle, grandi, rilevate, biancastre o grigiastre. Ilo grande, di colore nocciola chiaro, con contorno regolare, forma rettangolare- allungata. Caratteri del riccio: grandi, con 3 frutti. Pezzatura medio-grande. Forma ovale-ellittica. Pericarpo marrone con striature scure rilevate. Pelosità diffusa in prossimità della torcia e della cicatrice ilare.

Tradizionalità

La presenza di castagneti ultrasecolari, tuttora in attività, attestano la coltivazione di questo prodotto fin da epoca remota; si fa risalire l’introduzione della coltura all’attività di alcuni ordini monastici in epoca medievale.

Referenze bibliografiche

  • AA.VV. “La castanicoltura da frutto nel Montefeltro: individuazione di presunti cloni”, Informatore Agrario n. 47/85.

Territorio di produzione

Comunità Montane del Montefeltro e Alta Val Marecchia, Rimini.

Pecorino dell’Appennino Reggiano PAT

Sull’Appennino Reggiano correva il Limes Bizantinum, ovvero il confine che contrapponeva due culture: da una parte quella longobarda, dedita all’allevamento del maiale, e dall’altra quella delle popolazioni bizantine, che praticavano la pastorizia ovina. L’allevamento ovino sull’Appennino Reggiano è precedente all’allevamento e risale a prima dell’anno Mille. Fino al 1800 nelle aree montane della provincia di…
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Mosto cotto PAT Emilia Romagna

A base di succo d’uva, farina bianca, zucchero. Preparazione Aggiungere al mosto o al succo d’uva, passati al colino, un po’ di zucchero, quindi unire la farina ben stemperata nella proporzione di un cucchiaio per ogni bicchiere di liquido; amalgamare bene, mettere la casseruola sul fuoco e far bollire, mescolando con un cucchiaio di legno,…
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Spongata di Corniglio PAT Emilia Romagna

Questa tecnica contraddistingue la Spongata di Corniglio dalle altre, ottenute invece dall’unione di due dischi di pasta chiusi alle estremità. Ciò è permesso grazie ad una pasta più plastica e non eccessivamente elastica, che deve risultare, dopo cottura, consistente e friabile allo stesso tempo, ma può essere fatto solo manualmente. Il fagotto viene inserito in…
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