Cioccolata a Squajo PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

La Cioccolata a squajo è una gustosa bevanda dolce, densa e servita rigorosamente calda a base di cacao in polvere e latte, la cui preparazione a Tuscania era tradizionalmente legata a eventi religiosi ma in modo particolare ai matrimoni e alle comunioni presso quelle famiglie che in passato non potevano permettersi di organizzare un costoso banchetto.

La preparazione della Cioccolata a squajo avviene rispettando dettagliatamente la sequenza delle fasi sotto descritte. Gli ingredienti, che sono, oltre al latte vaccino, il cacao in polvere, lo zucchero e la fecola di patate vengono assemblati e miscelati in apposite buste per uso alimentare, pronte per essere utilizzate. Le dosi sono per un litro di latte sono: 1 etto di cacao in polvere, 3 etti di zucchero e 15-20 grammi di fecola di patate. Il latte, intero o parzialmente scremato, viene riscaldato in una pentola a bagnomaria a cui viene inserito il preparato di cioccolato in polvere, zucchero e fecola di patate e portato fino a ebollizione. Il latte ed il preparato viene cotto per un tempo massimo di 10 minuti, mantenendolo sempre in continua agitazione. Il prodotto finito viene quindi trasferito dal bollitore ad un altro contenitore in acciaio inox pronto per essere servito. La Cioccolata a squajo viene servita con panini dolci.

Storia tradizionale del prodotto

La parola cioccolata è di origine incerta, secondo la tesi più accreditata deriverebbe da “cacahualt”, composta da “cacahu” (cacao) e “alt” (acqua), ossia semi di cacao macinati ad acqua. Presso i popoli precolombiani questa bevanda era un alimento d’élite, consumato eccezionalmente dal popolo in occasioni celebrative, come i matrimoni. Per i Maya, suoi inventori, la cioccolata doveva essere calda, in contrasto con la versione Azteca degustata fredda, e berne una tazza rappresentava simbolo di ricchezza e ospitalità, oltre che uno dei piaceri della vita. (www.taccuinistorici.it) Sembra che a Tuscania sia stata preservata questa antica tradizione di legare la cioccolata a particolari occasioni come i matrimoni. Infatti, fin dal passato, ma in maniera più incisiva nel XX° secolo a Tuscania è andata affermandosi la tradizione che vedeva le persone meno abbienti sposarsi festeggiando il proprio matrimonio semplicemente mangiando la cosiddetta cioccolata a Squajo; una tazza di cioccolata calda liquida dal sapore unico che esalta la bontà del cioccolato. Pietro e Maria Vincenti, dal 1947 ristoratori Tuscaniesi nel proprio locale situato al centro storico e denominato “Al Gallo”, custodirono tale tradizione preparando la cosiddetta Cioccolata a Squajo, distribuendoquintali di cioccolata calda alle famiglie del territorio e non. Latte, cacao, zucchero e fecola di patata di prima qualità erano e sono tuttora gli ingredienti caratteristici. L’Associazione di volontariato SOLIDALIA ONLUS ha recuperato da alcuni anni quella tradizione e quella famosa ricetta per riproporre ogni anno, nel primo week-end di Ottobre, la SAGRA DELLA CIOCCOLATA A SQUAJO facendola divenire un appuntamento annuale ricercato e prelibato con finalità di solidarietà.

Territorio

Tuscania (VT)

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