Ciambella reggiana PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’Emilia Romagna

bresadela, busilan

Farina di grano teneri tipo 0 biologica, uova, zucchero semolato, limone, latte intero pastorizzato, dose di lievito chimico, in una miscela di 100 g di acido tartarico e 200 g di bicarbinato di ammonio per ogni 2 kg di farina utilizzata.

Gli ingredienti della ciambella sono estremamente semplici, altrettanto semplice è la sua preparazione: si amalgamano tra di loro gli ingredienti sino ad ottenere un impasto morbido ed omogeneo, dopo di che si passa immediatamente alla preparazione delle forme, che potranno essere allungate, a cerchio, con tanto di buco. L’impasto viene cotto al forno, dopo averlo “spennellato” con uovo sbattuto e averlo ricoperto con dello zucchero. Lo zucchero di copertura può essere in grani o semola.

Tradizionalità

Nella cultura contadina il dolce compare solo per le grandi occasioni, la presenza dei dolci scandiva gli eventi più importanti della vita famigliare: matrimonio, battesimo ed altre circostanze di festa. Si trattava in genere di preparazioni dolciarie semplici che solo l’accostamento studiato di umili ingredienti trasformava in vere ghiottonerie. Spesso i dolci contadini erano dei recuperi di pasta sfoglia avanzata dalla preparazione dei primi piatti, con una semplice spolverata di zucchero. Solo a Natale, a Pasqua o per Carnevale i dolci diventavano un vero e proprio rito ed è proprio in questi periodi che sono state inventate le tipiche leccornie che ci sono state tramandate fino ai giorni nostri.

Territorio di produzione

Provincia di Reggio Emilia.

Sarasso PAT

Ricotta salata e stagionata; forma cilindrica, altezza 15-20 cm; diametro 10-15 cm; colore bianco – giallognolo; sapore intenso. 

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Tomaxelle PAT

Piatto a base di carne di vitello, cotto in umido nel caratteristico tocco alla genovese: la tomaxella è un involtino di carne ripieno e arrotolato di antica tradizione.

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Amaretto PAT (Gavenola, Sassello, Rocchetta)

Amaretto è uno strano nome per un dolcetto. Eppure non è uno scherzo e neppure un gioco di parole, ma uno dei pasticcini più noti e diffusi nel nord Italia, nato probabilmente alla corte dei dogi di Venezia. L’amaro gli è donato dalle mandorle, ma la sapienza dei pasticceri crea un biscotto dal dolce gusto…

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