Amaretti PAT Emilia Romagna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna

amarett

Dolce a base di zucchero, mandorle dolci e amare, albumi d’uovo. Tritare finemente le mandorle precedentemente spellatele e seccatele al sole o al fuoco. Lavorate col mestolo lo zucchero e le chiare per mezz’ora almeno, aggiungete le mandorle per formarne una pasta soda in modo da farne delle pallottole grosse quanto una piccola noce; se riuscisse troppo morbida aggiungete altro zucchero e se troppo dura un’altra po’ di chiara, questa volta montata.

Se vi piacesse dare agli amaretti un colore tendente al bruno, mescolate nel composto un po’ di zucchero bruciato. Via via che formate le dette pallottole, che stiaccerete alla grossezza di un centimetro, ponetele sopra le ostie, o sopra pezzetti di carta, oppure in una teglia unta col burro e spolverizzata di metà farina e metà zucchero a velo; ma a una discreta distanza l’una dall’altra perché si allargano molto e gonfiano, restando vuote all’interno. Cuocetele in forno a moderato calore.

 Referenze bibliografiche

  • Vittorio Tonelli, “A Tavola con il contadino romagnolo”, 1986 Grafiche Galeati;
  • Pellegrino Artusi, “La Scienza in cucina e l’Arte di mangiar bene”, introduzione e note di Piero Camporesi, Torino, Einaudi, 1995 Prima edizione «Nuova Universale Einaudi 1970.

Territorio di produzione

Comune a molte Provincie, si riporta ricetta di Forlì-Cesena

Sassolino PAT Emilia Romagna

Liquore a base di frutti di anice stellato, alcool etilico di origine agricola, acqua, zucchero. La zona di produzione è rappresentata dal territorio della provincia di Modena con particolare riferimento alla città di origine del liquore: Sassuolo. Si parte dalla produzione dell’alcolato che si ottiene immergendo l’anice, precedentemente essiccato, nella soluzione idroalcolica in appositi alambicchi e…

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Carne della razza bovina marchigiana PAT Emilia Romagna

La razza bovina marchigiana, come la conosciamo oggi, inizia verso la metà del XIX secolo quando gli allevatori marchigiani incrociarono il bovino podolico autoctono (derivato dal “Bovino dalle grandi corna”, giunto in Italia nel VI secolo d.C.) con tori Chianini, per ottenere una razza con maggior attitudine al lavoro e alla produzione di carne. L’effetto di questo…

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