Prodotto Agroalimentare Tradizionale dell’ Emilia Romagna
trifula
ll tartufo nero di Fragno è una varietà di tuber uncinatum, di raccolta autunnale. L’habitat nel quale cresce e si sviluppa il tartufo nero di Fragno è rappresentato da terreni morbidi, privi di ristagni d’acqua perché posti prevalentemente in pendenza, generalmente esposti a Nord, che si trovano ai margini o all’interno di boschi misti di latifoglie e compresi in una fascia altitudinale che va dai 500 ai 1000 m s.l.m. Non tutte le essenze del bosco sono però adatte alla fruttificazione del tartufo; generalmente lo si può trovare ad una profondità compresa fra i 5 e i 20 cm fra le radici delle roverelle, dei carpini neri, dei cerri, dei faggi, dei noccioli e delle conifere.
La ricerca del tubero avviene attraverso l’ausilio di un cane appositamente addestrato, mentre per la raccolta si utilizzano piccole vanghe o palette con lama di lunghezza inferiore ai 6 cm. L’intera attività è regolamentata da norme locali che, fra le varie prescrizioni, fissano un quantitativo massimo giornaliero di prodotto prelevabile pari ad un chilogrammo.
Tradizionalità
Raccolto da tempo immemore dai “tartufini” della zona (così si chiamano i “cavatori” nel Parmense), su terreni che furono possesso anche della potente famiglia Fieschi di Genova, è stato riconosciuto come specie distinta dal Tubero di raccolta estiva nel 1991, con la Legge Nazionale n.162. Il tartufo nero di Fragno prende nome dall’omonima frazione del comune di Calestano che, posta in prossimità dello spartiacque fra le valli del torrente Parma e del torrente Baganza, si trova al centro del territorio vocato alla raccolta del prezioso tubero.
Territorio di produzione
Fragno, frazione del comune di Calestano, Parma.
Seppie con piselli PAT Emilia Romagna
Seppia, piselli, conserva di pomodoro, olio extravergine di oliva, aglio, cipolla, prezzemolo, sale e pepe. Eliminate l’osso interno delle seppie. Asportate, se ancora presente, la sacca dell’inchiostro, gli occhi e il becco che si trova fra i tentacoli. Lavate le seppie e tagliatele a striscioline. Fate rosolare la cipolla e l’aglio con un po’ di…
Latte in piedi PAT Emilia Romagna
Latte in piedi. In campagna, invece della buccia di limone, al fine di dare un certo sapore, si mettevano 2 o 3 profumate foglie dell’erba “Santa Maria” (Tanacetum balsamita), che però venivano tolte prima di versare il composto nello stampo.
Faraona alla creta PAT Emilia Romagna
Una faraona, burro, sale, pepe, rosmarino, salvia, origano, creta. Dopo aver pulito la faraona, la si unge all’interno, si prepara un letto di creta morbida disponendovi sopra rametti di rosmarino, foglie di salvia e origano in polvere. Dopo aver avvolto la faraona in carta oleata la si copre con la creta e si mette in…