Mela chichedda PAT Campania

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania

La mela “Chichedda” è tuttora coltivata nell’Avellinese, nella zona dell’Alta Valle del Calore e nell’Ofanto. è una varietà che matura in autunno, ma che per la sua serbevolezza si conserva molto bene fino a tutto l’inverno. I suoi frutti sono piccoli e rotondi, di colore giallo-verde con aree rosse e con la polpa bianca di consistenza croccante; il sapore è tendenzialmente dolce, con retrogusto leggermente acidulo, che tende ad attenuarsi quando raggiunge la completa maturazione. Come le altre varietà locali di melo è stata progressivamente sostituita da altre cultivar non autoctone.

Territorio di produzione

Alta Valle del Calore e nell’Ofanto (Avellino)

Pisello centogiorni PAT Campania

E’ un ortaggio che presenta frutti (baccelli) di colore tendente al verde chiaro mediamente di 8-12 cm di lunghezza e semi tondi (parte edibile) di circa 5 mm di diametro. Ogni baccello contiene mediamente 7-8 semi. Afferisce alla specie Pisum sativum, nell’ambito della famiglia delle Leguminose (o Fabacee o Papilionacee); la pianta è un’erbacea annuale rampicante, con fusto cilindrico sottile e gracile. Le foglie sono pennate con stipole basali e cirro all’estremità, i fiori sono bianchi con una corolla piuttosto vistosa.

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Arancia di Sorrento PAT Campania

Come il limone, anche l’arancio è una coltivazione tradizionale della Penisola Sorrentina, risalente addirittura al 1300; allora costituiva una notevole fonte di reddito, poiché alimentava un’intensa corrente di esportazione diretta, via mare, ai principali mercati italiani ed europei, cosicché nei secoli la sua coltivazione si è ampliata e perfezionata. E come per i limoneti, anche gli aranceti sono protetti dal vento e dal freddo dai caratteristici pergolati che, ritardando la maturazione dei frutti, consentono di raccogliere il prodotto in primavera inoltrata. L’arancia di Sorrento è caratterizzata dalla buccia abbastanza spessa, dall’abbondanza di semi e di succo e dal calibro piuttosto elevato. Il succo di quest’arancia è consumato da secoli, come spremuta, presso i caratteristici chioschi degli acquafrescai napoletani.

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Riavulillo PAT Campania

Il “riavulillo” in dialetto campano, è un piccolo diavolo ed è anche il nome che, è stato dato a un antico formaggio, tradizionale specialità di Vico Equense e Arola, in provincia di Napoli, per via delle sue principali caratteristiche: la piccola dimensione e il cuore piccante. Si tratta un formaggio identico al caciocavallo nella lavorazione e nella forma, che prevede una testina e la chiusura con la rafia, ma molto più piccolo. La differenza sostanziale, oltre che nella dimensione, sta nel fatto che alla fine della lavorazione, prima di dargli la forma caratteristica, vengono inserite nella pasta olive nere e peperoncino, che gli conferiscono il particolare sapore piccante. Il riavulillo può essere consumato fresco o, per esaltarne il sapore, cotto sulla brace.

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