Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO
Le Ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano sono preparate con un impasto semplice e pochi ingredienti: farina 00, acqua, olio extravergine di oliva e sale. Non è prevista l’aggiunta di lievito. Il sapore è salato e ricco di olio di oliva; presenta una forma caratteristica circolare con decorazioni a mezza luna poste sopra. Attualmente vengono elaborate anche forme differenti tipo fiocchi e di dimensioni più piccole. Può essere conservata per alcuni giorni.
METODO DI PRODUZIONE
L’impasto a base di farina 00, acqua, olio extravergine di oliva e sale viene lavorato preferibilmente a mano su un piano di marmo. Dopo una fase di riposo di circa 2 ore, dall’impasto principale si prendono porzioni di pasta più piccole, che vengono fatte riposare per altre due ore. Da ogni porzione si tagliano delle fette e si lavorano a cordoncini di circa 2 cm di spessore. I cordoncini servono poi per “disegnare” la caratteristica e tradizionale forma della ciambella all’olio di Sant’Angelo Romano. La lavorazione prevede diversi passaggi: con un cordoncino di impasto si prepara dapprima un cerchio di circa 15 cm di diametro;
poi si dispongono sopra altri due cordoncini a formare una croce. Dal centro della croce si mettono altri cordoncini (detti “uncini”) a formare una mezza luna. Come da tradizione, il centro di ogni ciambella e le parti di giuntura fra i vari cordoncini vengono timbrati con un bastoncino di sambuco (in dialetto “ciammuco”) che riporta all’estremità una decorazione: a fiore, a stella, mezza luna ecc… “ogni famiglia ha il suo simbolo”! Le ciambelle all’olio subiscono una bollitura in acqua leggermente salata, seguita da una fase di asciugatura a temperatura ambiente su un ripiano in legno per una notte, e una seconda cottura al forno a 200-300°C per 30 minuti circa fino ad assumere il colore dorato.
CENNI STORICI
Le ciambelle (“ciammèlle” in dialetto) rappresentano un forte legame con la terra di origine per tutti i santangelesi, specialmente nei periodi di festa e non mancano mai sulle tavole imbandite e nei momenti conviviali. Possono essere considerate un pane “rituale” in quanto sono tradizionalmente presenti in tutte le feste legate ad anniversari e ricorrenze. Anticamente ogni massaia andava a cuocere le ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano presso il forno comunale e per riconoscerle ogni massaia aveva timbrato le proprie ciambelle con un simbolo di riconoscimento che era stato inciso su un legnetto di sambuco, a volte tramandati di generazione (fonte: www.senzapanna.it – Vittorio Morelli). La ricetta delle ciambelle all’olio di Sant’Angelo Romano è riportata in forma dialettale nel libro Sant’Angelo Romano. Storia, natura, arte e cultura, a cura del Comitato Festeggiamenti della XXXIX Sagra delle Cerase 2001, tradotte in santangelese da Marco Giardini. “E ciammelle: un litru de óju casaricciu (de Santagnelu), un litru de acqua,
tre chili di farina, settanta grammi de sale. Se pija ’a farina e sse fa’ u solito bbuçiu mmezzu. Ce sse mette o sale, l’ óju e l’acqua. Se mmassa tuttu pe’ tantu tempu e po’ se spezza ’a massa ’n tanti pézzi. Se mette ’a massa a repusà, drento a ‘na scuèlla coperta co’ ’n pannu. Dóppu ’n par’ d’ora se repassenu i pézzi de massa pe’ ’lliscialli e se fau repusà pe’ n’are dó ora. Se repija ’n pézzu de massa pe’ vvòta, se retaja a striçe de ’n paru ’e centimetri, si dà ’na ttonnata e pó se repieghenu pe’ dalli a forma che tte pare. A ’stu puntu se llessenu e se fau ssuccà pe’ ’na notte sana sopre a ’na spinatóra. Se cocenu ’nu furnu a docentu-docentucinquanta gradi finu a quanno non deventenu dorate.” (fonte: www.poetidelparco.it)
Territorio di produzione
Provincia di Roma: Sant’Angelo Romano
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