Le origini di questa ricetta risalgono alla fine dell’Ottocento. Fu creata a Villafranca di Verona da Bortolo Dainese che, nella sua gelateria denominata “Bortolin”, inventò una particolare pastina che prese il nome di “pastina de Bortolin”; questa ricetta fu poi copiata da altri pasticceri e la troviamo tuttora nelle pasticcerie con il nome di “pasta italiana” o “pasta diplomatica” che differiscono però dall’originale nell’altezza, negli ingredienti e nella crema. La produzione di questa pastina si è via via consolidata, tramandata di padre in figlio con gli stessi tradizionali e genuini sapori di un tempo.
View More Pastina de Bortolin PAT del VENETOTag: PAT Pasta Pane Pasticceria Veneto
Pastafrolla della Lessinia PAT del VENETO
Le origini di questa ricetta risalgono a metà dell’Ottocento. Fu creata a Roverè Veronese, località montana a 900 metri d’altitudine.
View More Pastafrolla della Lessinia PAT del VENETOPane al mais PAT del VENETO
È un pane rustico e casereccio che fa parte della cultura tradizionale contadina da molto tempo. Nel Veneto, dove il consumo di polenta è stato più diffuso che in altre regioni, il pane di frumento non era sempre un alimento abituale. Quindi, soprattutto nei paesi di montagna e in quelli più isolati il pane “bianco” arrivava da grossi centri e, quando il pane era prodotto in loco era realizzato anche con farina di mais, chiaramente molto più facile da reperire.
View More Pane al mais PAT del VENETOPandoro di Verona PAT del VENETO
Le origini del pandoro si legano al “pan de oro” un dolce conico della Serenissima, riservato ai nobili, che veniva ricoperto da sottili foglie d’oro zecchino. Tuttavia la morbidezza dell’impasto fu importata da Vienna dove pasticceri italiani producevano brioche per la Casa Reale Asburgica. Questo dolce vede la nascita ufficiale alla fine dell’Ottocento; una pubblicità apparsa sulla rivista “Can della Scala”, promossa dal pasticcere Giuseppe Cometti, in Verona, reclamizzava il suo “Pan d’Oro” il 20 marzo 1894. Viene ora da pensare che, lontano dal Natale, questo prodotto fosse pubblicizzato per le imminenti festività pasquali, o venisse comunemente consumato in importanti occasioni familiari (compleanni, ricorrenze, ecc.).
View More Pandoro di Verona PAT del VENETOPandoli di Schio PAT del VENETO
Questo dolce tipico delle feste fa parte della cultura tradizionale contadina da molto tempo. Giovanni Capnist nel suo libro “I dolci del Veneto”, edito da Franco Muzzio Editore, cita alcune ricette di nobili famiglie datate 1860, 1890 e li descrive come biscottini tipici della zona di Schio; la loro caratteristica è data dal fatto che, se ben riusciti, quando vengono immersi nel vino si inzuppano così celermente da piegarsi e cadere nel sollevarli alla bocca. Questa forma di inettitudine, di goffaggine, è il motivo per cui si definisce a Schio come “pandolo” chi non è proprio un “dritto”. Una vecchia pasticceria di Schio conserva ancora una lettera di ringraziamento della Reale Casa, concessa dall’allora Re Vittorio Emanuele che, durante una visita alla città e al lanificio Rossi, ebbe modo di degustare questo tipico biscotto.
View More Pandoli di Schio PAT del VENETOPan del Santo PAT del VENETO
Il “pan del Santo” deriva da un’antica tradizione dei frati della Basilica del Santo, che donavano ai poveri ed ai viandanti, fuori dal Sagrato della Basilica, il pane per alleviare la loro fame. Col tempo, i mastri pasticceri della zona, memori di quella tradizione e per accontentare le richieste dei turisti sempre più numerosi, hanno elaborato la ricetta del pane, creando un prodotto dolciario apprezzato e rinomato anche grazie alla tradizione di comunione e altruismo che esso sottende.
View More Pan del Santo PAT del VENETOPan de le feste PAT del VENETO
Questo pane era tipico delle feste invernali (Natale, Epifania, Carnevale) come prodotto rustico e casereccio. Esso consentiva di sfruttare i prodotti tipici della zona come il granoturco, le noci, le nocciole e i fichi secchi, che lo rendono oltremodo sostanzioso e gustoso.
Il primo documento in cui il pane in oggetto sembra citato è addirittura cinquecentesco e si riferisce ad una poesia del Notaio bellunese Bartolomeo Cavassico. Nella sua Oda XXV, dal verso 77 al verso 92 così si legge “… No magne pan con fighe,/ no me sa bon el dolz,/ e teme zir descolz/ e senza braghe/ No me sa bon pi fraghe/ me sa bon casunciei/ e pan dur cun turtiei e cun la iada …”
Pan co l’ùa PAT del VENETO
Si prepara il panetto di “levà” diluendo il lievito di birra in acqua tiepida ed impastando con la farina. Si lascia lievitare per qualche ora al tiepido. Quindi si fa una fontana col resto della farina di frumento ed al centro si pone l’uvetta fatta rinvenire nell’acqua tiepida, lo zucchero e il burro sciolto. Si impasta il tutto aggiungendo un pizzico di sale; quindi si pone il pane a riposare in luogo tiepido per 3-4 ore coperto con un panno. Si ritaglia nelle forme desiderate e si inforna a calore moderato per un’ora e mezzo circa. Ottimo da assaporare da solo come alternativa al prodotto dolciario.
View More Pan co l’ùa PAT del VENETOPan co la suca PAT del VENETO
Il “pan co la suca” nel Veneto è tipico delle feste e fa parte della cultura tradizionale contadina da tempo immemorabile.
View More Pan co la suca PAT del VENETOPan biscotto PAT del VENETO
Nel Polesine il pan biscotto era tradizionalmente preparato nelle “casade” (fattorie) di campagna, dove vi era un forno a legna che veniva adoperato dai salariati. Mediamente si faceva il pane per la famiglia ogni 15 giorni, era quindi necessario ottenere un prodotto facilmente conservabile. Nel Basso Vicentino il pan biscotto viene fatto da molte generazioni in tutti i panifici proprio dove si trovano antichi mulini ad acqua.
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