Il salmone atlantico: il maratoneta dei fiumi
I pesci, come gli uccelli, a volte intraprendono incredibili viaggi dalle zone di alimentazione fino ai siti di riproduzione per fare ritorno al punto di partenza, senza troppo badare ai confini nazionali o internazionali. Il salmone atlantico Salmo salar, ad esempio, può nascere in un corso d’acqua dolce nel cuore della Francia per ritrovarsi, qualche anno dopo, a 6 000 km di distanza a nutrirsi al largo delle coste della Groenlandia.
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Il salmone atlantico migra dal mare per riprodursi in acqua dolce. La riproduzione avviene in zone ghiaiose e poco profonde in fiumi e corsi d’acqua puliti, dove l’acqua scorre velocemente. Dopo un periodo di 1–4 anni i giovani salmoni migrano verso il mare scendendo la corrente, dove staranno per 1–3 anni a completare la crescita, prima di risalire nuovamente il fiume e tornare a deporre le uova nel luogo in cui sono nati.
A differenza dei cugini del Pacifico il salmone atlantico non muore automaticamente dopo la riproduzione: alcuni sopravvivono per fare ritorno al mare e riprendersi prima di ripetere la migrazione per deporre nuovamente le uova.
La propensione del salmone atlantico a tornare nel luogo d’origine ha portato alla formazione di stock geneticamente diversi in molti fiumi d’Europa. Col tempo alcuni si sono ritrovati addirittura isolati, poiché la normale rotta migratoria è stata bloccata dalla costruzione di grosse dighe e sbarramenti lungo il fiume.
È questo il caso del salmone del Danubio Hucho hucho, che oggi è presente solo in pochi fiumi di Austria e Germania. Grazie alla direttiva Habitat, molti dei fiumi che ospitano questo salmone unico nel suo genere sono ora protetti dalla rete Natura 2000; inoltre, sono state adottate misure per riportare i vari siti a condizioni più naturali: vengono tolte le barriere fisiche che ne impediscono la migrazione, installate scale di risalita e ricostruiti i banchi di ghiaia usati per la riproduzione.
Vengono inoltre effettuati rigorosi controlli sull’inquinamento delle acque, mentre la pesca con lenza è strettamente regolamentata per impedire l’eccessivo sfruttamento delle popolazioni esistenti. Nonostante ciò, l’eccessiva pesca in mare continua a essere fonte di grande preoccupazione.
Pur avendo imposto restrizioni su alcuni stock per garantire la sostenibilità della pesca del salmone atlantico, molti salmoni inferiori alla taglia minima rischiano comunque di essere catturati accidentalmente e rigettati in mare, e pochi sopravvivono.
FONTE @NATURA 2000 – Proteggere la biodiversità in Europa
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