Pomodoro piatta di Bernezzo PAT

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del PIEMONTE

Tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70, si è avviata a Bernezzo la coltivazione di un pomodoro caratterizzato da una forma fortemente compressa ai poli e riconducibile alla tipologia “piatto di Cambiano”, diffusa da tempo nel Torinese. In quegli anni sul territorio cuneese si erano andate sviluppando esperienze produttive di giovani operatori agricoli aderenti al Club 3P di Cuneo, che si poneva l’obiettivo di favorire lo scambio di esperienze tra le varie aree produttive nonché la crescita imprenditoriale nel cuneese. In questo contesto si sono registrati molti scambi di materiali tra le varie aree produttive e probabilmente il pomodoro ancor’oggi coltivato a Bernezzo proviene da una delle selezioni originarie di Cambiano.

Le piante della varietà di pomodoro in oggetto sono caratterizzate da vigoria medio elevata, fusti di grandi dimensioni e marcata copertura fogliare. Il Pomodoro Piatta di Bernezzo ha forma tondeggiante, fortemente compressa ai poli. Il colletto presenta scanalature profonde e la cicatrice stilare è mediamente grande Le pezzature medie delle bacche si attestano su valori compresi tra i 250–400 grammi/frutto; i calibri sono particolarmente elevati nei primi palchi fiorali, poi tendono a uniformarsi.

La polpa si presenta di media consistenza di colore rosso aranciato; la buccia evidenzia uno spessore medio contenuto e significativamente inferiore alle altre principali tipologie. La produttività delle piante è buona (intorno a 4–5 kg/pianta). Il Pomodoro Piatta di Bernezzo, particolarmente aromatico, è adatto sia al consumo fresco, sia alla produzione di conserva (grazie all’elevato tenore in sostanza secca). La conservabilità è contenuta. Per il mantenimento in purezza della linea i produttori effettuano (direttamente in campo) una selezione dei soggetti migliori da cui prelevare il seme. I criteri che vengono adottati nella selezione delle piante portaseme prendono in esame gli aspetti vegetativi e produttivi delle piante.

In questi ultimi anni è stata avviata, dal CReSO – nell’ambito di un progetto di ricerca regionale finalizzato alla salvaguardia del germoplasma orticolo regionale – una selezione di tipo conservativo partendo da un nucleo di seme proveniente dall’areale bernezzese. Obiettivo primario di questa attività di ricerca è ridurre la variabilità genetica all’interno della popolazione, migliorare la produttività, gli aspetti qualitativi e la shelf life delle bacche.

Il Pomodoro Piatta di Bernezzo non ha conosciuto ampia diffusione presso gli orticoltori professionisti, che preferiscono cultivar più produttive e costanti, perlopiù della tipologia “cuor di bue”. Esso è, tuttavia, coltivato con molto interesse da piccoli produttori per le sue eccellenti qualità organolettiche. In effetti, questo pomodoro risulta avere caratteristiche quali una polpa dolce, profumata e gustosa, superiori persino al più noto Cuore di Bue.

ZONA DI PRODUZIONE

La zona di produzione comprende il Comune di Bernezzo (Cuneo) e altri comuni limitrofi. Sporadicamente si possono trovare produzioni negli orti famigliari del Cuneese.

TRADIZIONALITÀ

La varietà omonima deriva da una selezione della tipologia piatta di Milano e/o piatta di Cambiano particolarmente diffusa negli areali piemontesi e cuneesi agli inizi degli anni Sessanta. Le prime coltivazioni sono state condotte nella zona di Bernezzo (CN) per opera della Cooperativa Bernezzese. Da parte dello stesso sono state condotte, in quegli anni, attività di selezione massale all’interno della popolazione, attraverso l’individuazione dei soggetti migliori per caratteristiche qualitative dei frutti (forma, colore, costolatura, pezzatura) e vegetative delle piante (vigoria, copertura fogliare). Le condizioni ambientali della zona Bernezzese ne hanno esaltato alcuni caratteri tali da favorirne una diffusione nell’intero areale pedemontano del cuneese. Le produzioni venivano commercializzate dalle strutture cooperative esistenti in zona sui mercati di Milano e Torino; oggi non esistendo più tali cooperative, la produzione è piuttosto frammentata, anche se ancora in quantità considerevole

Mele autoctone del Piemonte PAT

Fino alla prima metà del Novecento la melicoltura piemontese si diffonde soprattutto lungo le vallate alpine, nelle zone pedemontane e collinari. In seguito si espande anche in pianura affiancandosi alle tradizionali colture erbacee. In tale periodo e fino agli anni ’40 dello scorso secolo il Piemonte ha rivestito un ruolo di tutto rilievo nel contesto…

Leggi di +

Lattughino di Moncalieri PAT

Sotto il nome di Lattughino di Moncalieri sono raggruppate due tipologie di lattughe che si identificano sostanzialmente nella lattuga riconducibile alla tipologia Parella. L’ecotipo locale appartiene alla specie Lactuca sativa L., famiglia delle Asteracee o Composite, piante erbacee annuali, formanti un grumolo centrale più o meno sviluppato di foglie.

Leggi di +

Krumiri PAT

I krumiri sono dei biscotti secchi, rigati, o meglio zigrinati, friabili e croccanti, profumati e dorati. Hanno una storia ormai secolare; essendo stati inventati a Casale Monferrato da Domenico Rossi, nel 1878 Sono leggermente piegati ad arco, e tradizione vuole che questa forma dovesse ricordare i baffi del
re Vittorio Emanuele II. Sono preparati con…

Leggi di +

Biscotti Giolitti PAT

I Biscotti Giolitti prendono il nome proprio dal famoso statista italiano, a sua richiesta furono infatti prodotti dal pasticcere dronerese Giuseppe Galletti, vero e proprio “inventore di dolci” del 1800. Si presentano come normali biscotti di forma rotonda, piatti, dalla pasta uniforme e friabile. La caratteristica principale di questi particolari biscotti, è la presenza, oltre…

Leggi di +

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *