Prodotto Agroalimentare Tradizionale del PIEMONTE
L’Aglio di Caraglio (in dialetto locale, Aj ‘d Caraj) raggruppa la produzione di Allium sativum (famiglia delle Liliacee) effettuata nella zona della pianura caragliese secondo tradizione.L’ambiente di coltivazione dell’Aglio di Caraglio, per quanto concerne le caratteristiche pedologiche, comprende associazione di suoli calcarei, dolomitici e argillosi, con presenza di micascisti cristallini e quarziti tipici della zona alpina sub-occidentale. Il clima risente positivamente delle vicine Alpi con autunni temperati, inverni freddi e nevosi, primavera fresca e relativamente piovosa mentre l’estate è secca e ventilata. Grazie a queste situazioni ambientali il prodotto risulta di sapore particolarmente delicato. L’Aglio di Caraglio presenta bulbilli bianchi con leggere venature rosso violetto sulla tunica esterna.
Territorio di produzione
Il territorio di produzione coincide con quello del Comune di Caraglio
Metodo di preparazione
In estate si procede alla preparazione del terreno, arando ad una profondità di 25-35 cm. Nello stesso periodo si valutano i lotti di bulbilli da utilizzare per i nuovi impianti; al fine di evitare disomogeneità qualitativa e fisica del prodotto il controllo del materiale di propagazione è particolarmente accurato. Onde evitare problemi di ordine fitosanitario, è necessario adottare una rotazione quadriennale, facendo seguire la coltura ad una produzione di brassicacee, solanacee o leguminose da granella.
I bulbilli, sani ed esenti da ferite, vanno distribuiti nel suolo adottando una densità di semina di circa 65 cm tra le file e 8-12 cm sulla fila. I sesti di impianto vanno comunque commisurati all’utilizzo di macchinari aziendali nelle varie fasi del ciclo. La sgranatura dei bulbi per ottenere i bulbilli va effettuata alcuni giorni prima della semina, eliminando i bulbilli più piccoli. La messa a dimora nel suolo dei bulbilli in autunno può essere meccanica o manuale.
La raccolta può avvenire allo stadio di completo accrescimento con foglie ancora verdi (aglio fresco, per un consumo immediato) o secche. In questo caso i bulbi manifestano un’elevata tenuta alla conservazione. Il prodotto estirpato è lasciato per qualche giorno in zone asciutte, ventilate e luminose, non esposto alla luce del sole. Si procede poi alla selezione dei bulbi in base al calibro. Il confezionamento avviene attraverso la realizzazione di tipiche trecce oppure con bulbi defogliati, a seconda delle richieste del mercato. Il prodotto sfogliato viene successivamente confezionato in cassettine dalle dimensioni variabili in funzione delle esigenze del mercato, in reti trasparenti contenenti un numero definito di bulbi.
L’aglio confezionato viene stoccato in magazzini ventilati. Per evitare il processo di germogliazione è opportuno mantenere le temperature superiori a 25 °C o inferiori a 4 °C e livelli di umidità relativa non superiori al 75%.
Storia
L’Aglio di Caraglio era coltivato già nell’antichità negli orti o nelle vigne della zona per uso per lo più famigliare. A dimostrarlo un vecchio lazzo, in dialetto, che giocando sulle rime suonava come una bonaria canzonatura -a Caraj l’an piantà j aj, j an nen bagnaj, j aj sun seccaj – (a Caraglio han piantato l’aglio, non l’hanno bagnato, l’aglio è seccato). Dopo un periodo di oblio negli anni del boom economico, a partire dal 2003 è stata ripresa la coltivazione su diversi terreni ed attualmente la produzione è in crescita. Con la crescita del numero di agricoltori interessati ed il conseguente aumento della produzione, nel luglio 2008 è stato costituito il Consorzio di Tutela e Promozione dell’Aglio di Caraglio.
Curiosità
La principale manifestazione riguardo l’Aglio di Caraglio, la festa/fiera tematica Aj a Caraj, “quando la festa sa di aglio” che, dal 2003, si svolge nel mese di novembre, a propiziare l’epoca della messa a coltura della nuova coltivazione, dal 2009 trova il suo contraltare nella Festa dell’aglio nuovo, ad inizio estate, per festeggiare il raccolto. L’aglio è uno di quegli ingredienti utili per insaporire sughi e condimenti che non deve mai mancare in dispensa. E’ anche l’ingrediente base per la “bagna caoda” (salsa calda a base di aglio, olio di oliva e acciughe salate).
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