Villa Barberini, Castel Gandolfo ROMA

Villa Barberini sorge nell’area di un preesistente villa fatta edificare dall’imperatore Domiziano. Castel Gandolfo fu acquistato dalla Camera Apostolica nel 1596 dai Savelli, ultimi feudatari delle terre appartenute, nel Medioevo, ai Gandolfi e, a seguire, ai Capizucchi.

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Villa Cetinale, Sovicille SIENA

Villa Cetinale si trova nel Comune di Sovicille, ad Ancaiano. Fu progettata dell’architetto Carlo Fontana, allievo del Bernini, e costruita tra il 1676 e il 1678 dal cardinale Flavio Chigi, che voleva in questo modo celebrare l’elezione dello zio Fabio, divenuto Papa Alessandro VII. Era la casa in cui la nota famiglia di banchieri si rifugiava per brevi periodi di riposo, immersa nella pace silenziosa della Montagnola senese. L’edificio, che comprende un grande giardino, il parco della Tebaide e il Romitorio, è appartenuto alla famiglia Chigi per tre secoli, fino al 1977, quando fu acquistata dall’inglese lord Antony Lambton.

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Villa Lante, Bagnaia di Viterbo

Villa Lante a Bagnaia VT Puoi goderti questo capolavoro di progettazione del paesaggio semplicemente come una serie coreografata di cascate, fontane gocciolanti e un parterre d’acqua fiancheggiato da un paio di piccoli palazzi i cui interni sono adornati da bellissimi affreschi. Pensare come uno storico del paesaggio, tuttavia, ti porterà a un altro livello di comprensione e piacere, poiché come altri giardini tardo rinascimentali di questo periodo, Villa Lante può essere interpretata come un’elaborata iconografia umanista piena di allusioni simboliche al cardinale, all’antichità, e la fertilità ben irrigata del paesaggio romano circostante.

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Castello Ruspoli, Vignanello Viterbo

Nel 1531 papa Clemente VII concesse Vignanello in feudo a Beatrice Farnese. La figlia di questa, Ottavia, sposò Sforza Marescotti, ed il Farnese papa Paolo III confermò il feudo e lo elevò a contea. Il castello venne costruito attorno al 1574 come sede per la famiglia titolare. Nel XVII secolo vennero creati i giardini di stile rinascimentale ad opera di Ottavia Orsini che aveva sposato un membro della famiglia. I giardini ancora oggi presenti sono uno dei migliori esempi in Italia di giardino all’italiana di stile rinascimentale. Al loro interno si trova anche un labirinto.

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Il giardino di Boboli all’Italiana

Il giardino, che accoglie ogni anno oltre un milione di visitatori, rappresenta uno fra i più importanti e antichi esempi di giardino formale all’italiana nel mondo, incentrato sulle geometrie arboree e sul sapiente inserimento di statue, grotte e vasche monumentali scenografiche. Esso è definibile come un vero museo all’aperto, sia per l’impostazione architettonico-paesaggistica che per la collezione di sculture come per l’antica collezione botanica, che vanta specie e varietà altrimenti disperse.

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Villa Medicea Reale di Castello ed il suo Giardino all’ITALIANA

Numerosi sono gli architetti e gli artisti che lavorarono in Villa in questo periodo, ma coloro i quali lasciarono una traccia più profonda del loro operare furono senza dubbio Niccolò Pericoli detto il Tribolo, Giorgio Vasari e Bernardo Buontalenti. Fornire un aspetto unitario al rinnovato complesso e fondere i diversi ampliamenti in un disegno coerente fu certamente impresa non agevole, soprattutto perché gli interventi dovevano fare i conti con i numerosi vincoli imposti dalle preesistenze e dal contesto.

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Giardino all’ITALIANA

Il giardino all’italiana, detto anche giardino formale, è di ispirazione classica tardo rinascimentale e rappresenta l’evoluzione del giardino medievale. Originariamente, in epoca medievale, il giardino italiano era pensato quasi esclusivamente per essere utile, attraverso la coltivazione di frutta e verdure. Ma dal Quindicesimo secolo in avanti il giardino inizia a diventare un luogo di piacere e di svago e attraverso l’inserimento di elementi architettonici di ispirazione romana, il prato italiano diventa immagine di ordine e simmetria. Se il giardino del Medioevo era solo utilità, nel Rinascimento diventa bellezza e armonia, luogo di passatempi e di riunioni.

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