Rapa catalogna di Roccasecca PAT Lazio

Prodotto Agroalimentare Tradizionale del LAZIO

Appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, la varietà locale Rapa catalogna di Roccasecca viene classificata come Brassica rapa L. var. silvestris. Si caratterizza come pianta con numerosi steli e a partire dallo stelo centrale dipartono ampie foglie irregolarmente lobate e dentate che presentano un caratteristico colore grigio-blu. Gli agricoltori locali descrivono la foglia plurilobata e frastagliata come “spizzata”. La rapa catalogna si riconosce per il colore delle foglie dal verde intenso al verde bluastro ed è rinomata per le infiorescenze che, appena formate dopo i primi freddi, vengono raccolte da dicembre fino a marzo e che rappresentano la parte edule. Il sapore dei broccoletti è amaro, molto più forte rispetto alle varietà commerciali ma l’amaro diminuisce se le rape vengono raccolte dopo periodi freddi perchè “il gelo toglie l’amaro”. La Rapa Catalogna di Roccasecca è una varietà autoctona a rischio di erosione genetica tutelata dalla L.R. 1 marzo 2000 n. 15.

METODO DI PRODUZIONE

Il broccoletto cosiddetto Rapa catalogna di Roccasecca viene tradizionalmente seminato verso la fine di agosto o verso la prima decade di settembre secondo l’antica tecnica della semina in “porca” (in un semenzaio a terra) o anche a “morra” (semina a spaglio direttamente in campo). La porca è costituita da un piccolo appezzamento di terreno (circa 80 cm x 200 cm) preparato per la semina con letamazione e afnamento, delimitato ai bordi con le parti più grossolane della terra e con le pietre che vengono allontanate dal letto di semina. Il seme, rinnovato ogni anno, deriva dalle piante selezionate, ossia da quelle più belle e vigorose, vicino alle quali viene posta una canna per far si che chi va a raccogliere i broccoletti, sappia che quella pianta va lasciata per la produzione di seme (“sumenta”). Il sesto d’impianto prevede una pianta ogni 50 cm (semina “lenta”) al fine di garantire un migliore sviluppo dell’apparato radicale e l’ottenimento di piante belle verdi e vigorose. Dopo la semina, al mattino e alla sera, si procede ad innafare il letto, su cui dopo una settimana incominciano a vedersi le piantine. Dopo una ventina di giorni, massimo un mese di vita, le piantine vengono estirpate e trapiantate su un altro terreno preparato in precedenza. I solchi sono preparati a 60-80 cm, irrigati al mattino, e le piantine vengono trapiantate la sera ad una distanza di 30-40 cm circa sulla fila, con l’ausilio del “pezzuco” (piolo). Dopo la prima raccolta dell’infiorescenza centrale, la pianta non avendo più la cima si irrobustisce nei germogli laterali, che sono costituiti da tante gemme alla base delle foglie, da cui nasceranno altri germogli secondari, ancora più squisiti perché ormai la pianta è stata investita dal freddo, che è un toccasana. Più fa freddo più i germogli diventano dolci. I germogli non vanno tagliati quando la pianta è gelata. Affinché la pianta resista anche ai freddi molto intensi, nel punto di taglio si deve tener presente di lasciare tre o quattro gemme sotto il taglio, in modo da permettere la crescita degli altri germogli. Tutto questo si protrarrà fino a San Tommaso (7 marzo), ma se la semina è stata fatta un po’ più in là di agosto, si potrà godere di questo piacere a tavola anche per tutto marzo.

CENNI STORICI

“Triste è quella rapa che d’agosto non è nata”. Così recita un antico proverbio del Frusinate, che viene tramandato anche a Roccasecca, caratteristico centro dall’aspetto medievale, della provincia di Frosinone, posizionato a 245 m. slm. Il paese prende il nome dal suo castello “Rocca Sicca”, fatto costruire nel 994 dall’abate di Montecassino Mansone, per cautelarsi dalle invadenze dei conti d’Aquino. Roccasecca è la patria di coltivazione di un particolare broccoletto che, da sempre i roccaseccani ed in particolare modo gli agricoltori, chiamano rapa catalogna. Purtroppo non è chiara l’origine di questo nome. Gli stessi agricoltori, oramai anziani, dicono che questo è il nome che si tramandano di generazione in generazione. Di certo si sa che questo ortaggio, fin dal passato, ha rappresentato per gli agricoltori locali, un’importante risorsa economica e di sostentamento. Era l’ortaggio sempre presente sulle bancarelle dei mercati rionali, non solo di Roccasecca, ma anche di molti comuni della provincia di Frosinone e addirittura della capitale, venduto nei caratteristici mazzetti chiamati localmente “gli mattr di broccl”.

Territorio di produzione

Provincia di Frosinone: Roccasecca, Pontecorvo, Castrocielo, San Giovanni in Carico, Colfelice, Rocca d’Arce, Colle San Magno

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