Albicocco Lilliput e Pesco Nano

Tra gli alberi da frutto di dimensioni ridotte, o meglio, nanizzate, l’albicocco e il pesco sono sicuramente le migliori scelte per ottenere ottimi risultati anche in coltivazione in vaso. L’albicocco è il più facile da coltivare anche per la sua resistenza a patologie crittogamiche e ai parassiti in generale.

Anche tra gli alberi di taglia piccola esistono diverse varietà, tra i peschi si può scegliere tra il ‘Garden Beauty‘ a polpa gialla, o la dolce e profumata ‘Nectarella‘, oppure la ‘Bonanza‘, pesco alto poco più di un metro e dai fiori doppi e rosa scuro.  Mentre tra gli albiocchi potremo optare tra ‘Reale di Imola‘, dal frutto medio-grosso a forma di mandola, o il ‘Canino‘, dove e molto produttivo.

Dal punto di vista decorativo la varietà nanizzata del pesco è molto interessante per la forma che assurge, pillar o pesco cipressino. Tra gli albicocchi, scegliendo varietà diverse possiamo avere una maturazione a scalare, tra le migliori la reale di Imola e il canino

Posizione e vaso – Acquistiamo delle giovani piante di un anno di età già in contenitore (evitiamo quelle più vecchie) in vivai qualificati e specializzati e trapiantiamoli in  vasi grandi almeno 50×50 (50 di diametro e 50 di altezza) da collocare in posizione soleggiata.

Come effettuare il trapianto – Costruiamo un buon drenaggio sul fondo del nuovo vaso, sistemando sopra ai soliti cocci che coprono il foro di scolo, anche uno strato di 7-8 cm di argilla espansa, poi uno strato di tessuto non tessuto e sopra di esso del buon terriccio, ottenuto mescolando del terreno da orto con del letame maturo e aggiungendo poi, se possibile, dei piccoli sassolini di pietra pomice o ancora argilla espansa per alleggerirlo. Come alternativa, acquisteremo del buon terriccio per agrumi già addizionato di concime organico o aggiungiamo noi del concime biologico pellettato.

Dovremo avere cura di riempire bene gli spazi rimasti vuoti tra la zolla e le pareti del vaso, comprimendo bene la terra per evitare che possano formarsi delle sacche d’aria, nemiche di una buona radicazione.  Infine annaffiamo e se il terreno dovesse, come normalmente succede, abbassarsi, aggiungiamo nuovamente del terriccio per riportarlo al livello del colletto della pianta.

Concimazione – La terra in vaso si impoverisce velocemente, a causa delle frequenti irrigazioni, conviene quindi in autunno interrare nel vaso dello stallatico o della cornunghia  e poi in primavera del concime organico pellettato a lenta cessione.

Irrigazione – Durante la bella stagione annaffiamo regolarmente i nostri alberelli, ma solo quando il terriccio in vaso sarà asciutto ed evitiamo che l’acqua ristagni a lungo nel sottovaso. Sospendiamo invece le irrigazioni durante l’inverno, ma se la pioggia dovesse mancare a lungo, ricordiamoci di bagnare di tanto in tanto.

Forma e potatura – Facciamo in modo che l’alberello mantenga una dimensione adeguata a quella del vaso, in modo che sia più stabile e armonioso, eseguendo delle leggere potature a fine inverno, a gelate terminate, accorciando i rami  troppo lunghi ed eliminando quelli che, andando verso l’esterno, tendono a incrociarsi con altri rami, formando un groviglio poco sano e produttivo. Se i rami rivolti all’interno saranno troppi, avremo poca circolazione di aria e il sole faticherà a penetrare ovunque! 

Rinvaso – Se avremo utilizzato un vaso di 60 cm di diametro, difficilmente poi avremo modo di trapiantarlo in uno più grande, per questo quando vedremo che l’apparato radicale del nostro alberello avrà riempito completamente il vaso (ce ne accorgeremo perché la terra diventerà dura e impenetrabile, tanto che sarà difficile anche interrare leggermente del concime) dovremo estrarlo dal vaso, ridurre le radici e rinvasarlo di nuovo.

Per rendere questa operazione più facile, evitiamo di annaffiare la pianta per qualche giorno, dopodiché, una volta estratto l’abero dal vaso, con un coltello seghettato taglieremo le sue radici di almeno 6 cm, togliendo tutto intorno al nostro pane di terra una fetta di tale spessore, avendo cura di andare dall’alto verso il basso.  Una volta ultimato il taglio, ricostruiremo il drenaggio, ricollocheremo la nostra pianta nel contenitore e, come come per il trapianto iniziale, riempiremo gli spazi vuoti con del terriccio, comprimendo bene e annaffiando abbondantemente. Questa operazione va eseguita all’inizio della primavera, terminato il freddo, ma prima della ripresa vegetativa della pianta.

FONTE @Inorto

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *