
I frutti antichi sono argomento di una tematica ampia in cui dovrebbe trovare finalmente giusto e ampio spazio anche la ricerca storica. Si ha a che fare con la fine di un’epoca, che stranamente, una sola volta, è stata argomento di ricerca a carattere nazionale grazie alla straordinaria Storia del paesaggio agrario di Emilio Sereni (1961), l’unico lavoro che tenti una visione d’insieme di quello che ancora oggi costituisce l’identità nazionale: il paesaggio agrario italiano, i cui elementi strutturali erano proprio i nostri frutti antichi.

L’iperantropizzazione e l’espansione dell’agricoltura industriale nelle zone costiere e nelle poche aree pianeggianti della nostra penisola hanno comportato graduali fenomeni di degrado: le cause di tale sconvolgimento sono connesse alla ricerca di varietà nuove e all’abbandono di strutture agricole tradizionali, a favore di un’agricoltura di rapina che mira a rendere coltivabile ogni possibile superficie del suolo meccanizzabile.
Tuttavia diverse generazioni di tenaci contadini hanno continuato ad animare cascine, fattorie, masserie, oliveti ecc., e il loro legame affettivo alla lavorazione del terreno è stata motivazione sufficiente a salvare tasselli significativi del paesaggio agrario. L’abbandono di realtà agricole tradizionali comporta la perdita progressiva di una ruralità determinante per il mantenimento degli equilibri ambientali e territoriali.
La conoscenza delle dinamiche naturali e biologiche passa attraverso lo studio della struttura agricola tradizionale che, con i muretti a secco, le reti di siepi ed i frangivento, ha conferito al territorio un assetto strategico utile alla conservazione di tante specie animali, fungendo da serbatoio di biodiversità. Nonostante la conservazione di tali assetti sia proprio di organismi internazionali (Unesco), è comunque necessario compiere analisi approfondite di tali strutture con l’obiettivo di conservare il paesaggio agrario bioculturale.
In quest’ottica la struttura del paesaggio agrario può essere assimilata ad una ipotetica piramide la cui base è formata da paesaggi fortemente antropizzati (città, tessuto industriale e agricolo convenzionale), cui seguono i paesaggi bioculturali ed al vertice le aree a forte valenza naturalistica.
Per concludere: il paesaggio agrario è un elemento tipico del territorio italiano e spesso sono proprio le coltivazioni che caratterizzano i luoghi e ne fanno percepire la storia. Le microunità collinari del paesaggio sono ancora abbastanza presenti, mentre in pianura ormai regna l’uniformità. Nel primo caso vi sono ancora piccole aree boschive, vigne, siepi, filari, prati e pascoli dove spesso si trovano ancora i nostri frutti dimenticati; questi elementi creano suggestione e bellezza, oltre alla presenza di case coloniche, alle chiesette campestri, a testimonianza della vita rurale e religiosa delle popolazioni.
In questo paesaggio possiamo comprendere le relazioni naturalistiche, biologiche, agronomiche, sociologiche e paesaggistiche che concorrono a definire l’identità territoriale dei vari luoghi. Queste identità organizzative e spaziali sono definite dall’Unesco “paesaggi viventi”, dove si conserva ancora la cultura antica dell’uomo e delle sue attività. Il paesaggio è in stretta relazione con il lavoro agricolo, influenzato dalle realtà socio-economiche e dalla disponibilità di risorse naturali; tutto questo si riflette poi sui costumi tradizionali (Lacher e Devecchi, 2007).
Fonte @ISPRA Quaderni Natura e Biodiversità – Frutti dimenticati e biodiversità recupera

1.4 L’Agrobiodiversità – ViVi Green

SARDEGNA Vite Selvatica – ViVi Green

SICILIA Uva di Corinto – ViVi Green
Il frutto antico, degno di nota, è un vitigno conosciuto come uva di Corinto. È un vitigno bianco, legato alla provincia di Catania e in particolare al comune di Belpasso, dove è stato ritrovato dal ricercatore Alfio Bruno, membro dell’Associazione Patriarchi della Natura. Si tratta di un’uva antichissima ritenuta estinta dagli esperti già da secoli.

CALABRIA Arancia di Trebisacce – ViVi Green

BASILICATA Arancia staccia – ViVi Green

CAMPANIA Pera Lardara – ViVi Green

LAZIO Uva pergolese di Tivoli – ViVi Green

MOLISE Mela Limoncella – ViVi Green
In questa regione si può raccogliere una testimonianza della diversità della melicoltura storica italiana e in particolare di quella che caratterizzava le aree interne dalle Marche alla Puglia. La mela in questione è la Limoncella tipica del Molise.

ABRUZZO Pera trentatré – ViVi Green

MARCHE Mela Uncino – ViVi Green

UMBRIA Olivo di Trevi – ViVi Green
Olivo millenario che vegeta nel comune di Trevi in provincia di Perugia, località Bovara. Questa pianta è conosciuta anche come Olivo del Vescovo od Olivo di Sant’Emiliano, a memoria del martire che la leggenda racconta sia stato legato al suo tronco e poi ucciso, nel 303 d.C..

TOSCANA Uva Vecchia – ViVi Green

VENETO Pero festaro – ViVi Green

FRIULI VENEZIA GIULIA Pero da Sidro – ViVi Green
Varietà di pera molto antica, prodotta da grandi alberi dalla chioma voluminosa, coltivati vicino alle case dei contadini friulani, ove ancor oggi se ne possono trovare diversi esemplari. Presso la stazione ferroviaria di Camporosso, in provincia di Udine, la strada è fiancheggiata da peri secolari di dimensioni ragguardevoli che ne fanno un bellissimo viale

Trentino Alto Adige Vite di Prissiano – ViVi Green

VALLE d’AOSTA Vite di Farys – ViVi Green

LIGURIA Olivo di Sanremo – ViVi Green
Questo olivo antichissimo si trova in provincia di Imperia nel comune di Sanremo in località il Poggio, presso Villa Minerva. Si tratta di un esemplare unico sia per le sue grandi dimensioni che per l’età; è fra i più vecchi della Liguria ed è caratterizzato da un’antica ceppaia da cui si dipartono due grandi tronchi.

LOMBARDIA Fico brianzolo bianco – ViVi Green

PIEMONTE Castagno di Mindino – ViVi Green

2.0 Testimonianze di frutti antichi nelle regioni italiane – ViVi Green

1.9 I frutti antichi. Le conoscenze disponibili: stato dell’arte in Italia – ViVi Green
La frutta antica è anche argomento di numerosi progetti didattici maturati in ambito scolastico, nonché di molti convegni sulla biodiversità tanto che, non mancano occasioni per sollevare il problema della salvaguardia di questo prezioso materiale genetico attraverso mostre mercato.

1.8 I frutti antichi e il paesaggio – ViVi Green

1.7 I frutti antichi e i cambiamenti climatici – ViVi Green

1.6 I frutti antichi, risorse per un’agricoltura sostenibile – ViVi Green

1.5 La coltura promiscua, la base strutturale della diversità frutticola – ViVi Green
La coltura promiscua, base strutturale della diversità frutticola, sta a indicare la presenza di più specie nella stessa unità colturale, struttura tipica delle agricolture tradizionali. A partire dal periodo dell’anteguerra si può notare come la coltura promiscua ceda il posto in breve tempo alle cosiddette colture specializzate con progressione quasi matematica

1.3 Le varietà tradizionali nella storia agronomica italiana – ViVi Green

1.2 L’Italia crocevia di migrazioni frutticole – ViVi Green

1.1 I frutti antichi nella letteratura – ViVi Green
