Villa Larderia a Bagheria

Le Ville Italiane

Edificata nel 1752, nei pressi della Piazza del Duomo, da Letterio Moncada, Principe di Larderia,  ha la caratteristica composizione architettonica a tre bracci radiali a 120°, unico esempio nel palermitano di costruzione a pianta centrale.

Villa Larderia a Bagheria Foto Storica

Non si conosce il nome del progettista, mentre con molte probabilità a dirigere i lavori fu il sacerdote architetto Nicolò Palma.La villa non è mai stata ultimata, ne sono segno evidente le mensole che non hanno mai ricevuto i balconi. Successivamente intorno al 1813, il sacerdote Giuseppe Chiello, l’acquistò per fondarvi l’attuale scuola-collegio, affidata alle Suore di Maria Assunta.

Il piano terreno è costituito da un grande ambiente centrale, da dove si dipartono tre braccia che collegano stanze a forma ellittica.

Non essendo mai stata completata la Villa manca della grande scala esterna o interna presente nella tipologia di tutte le fabbriche bagheresi. Tutti i prospetti di Villa Larderia sono stati realizzati con materiale preso dalle vicine cave di tufo di Aspra. Nell’attuale chiesa del Collegio di Maria sono notevoli due bassorilievi della scuola del Gagini: una “madonna” ed una “resurrezione”.

Lanza Tomasi ricordò così le dissennate spese economiche sostenute per la costruzione di molte dimore di villeggiatura nel palermitano:

“La villa Larderia costruita verso la metà del Settecento – si legge in “Le ville di Palermo”Edizioni “Il Punto”Palermo – è l’unico esempio di residenza a pianta stellare che s’incontri nel palermitano. Essa rimase incompiuta, in quanto dopo l’apertura del Corso Butera, i suoi spazi vennero subito occupati dalle nuove arterie bagheresi e la fabbrica sbozzata, passò presto in mano di una congregazione religiosa. Le membrature superstiti del finestrone, i timpani e le mensole, che non ricevettero mai i balconi, ne fanno un relitto suggestivo ed imponente. L’incompletezza delle fabbriche non è un fatto raro in una società che stentava a misurare le sue reali forze economiche, molte fra le ville maggiori furono costruite ( e potevano arrestarsi spossate per esaurimento di questi temporanei rinsanguamenti ) con le doti delle ereditiere, da famiglie i cui patrimoni erano da tempo impegnati in soggiogazioni”

Lanza Tomasi

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