Villa Carlotta Tremezzo COMO

VILLA CARLOTTA a COMO

Oltre trecento anni di grande collezionismo connotano la storia di Villa Carlotta, dove l’arte dialoga con la natura in un contesto paesaggistico di grande fascino. Affacciata sulle rive del lago di Como la villa fu costruita alla fine del Seicento dai marchesi Clerici di Milano. Nel 1801 la proprietà passò a Giovanni Battista Sommariva, all’epoca presidente del Comitato di Governo della Repubblica Cisalpina (1797-1802) istituita da Napoleone Bonaparte in Italia settentrionale.

L’ingente patrimonio accumulato da Sommariva nel corso della sua folgorante carriera politica gli consentì di coltivare la sua immensa passione per le arti, e in particolare per la scultura, a cui si devono le acquisizioni di opere di Antonio Canova e Berthel Thorvaldsen.

Nel 1843 la villa fu venduta dagli eredi Sommariva alla principessa Marianna di Prussia che, nel 1850, donò la dimora alla figlia Carlotta in occasione delle sue nozze con il duca Giorgio II di Sassonia-Meiningen. La principessa Carlotta (1831-1855) e suo marito, il duca Giorgio II di Sassonia Meiningen (1826-1914), diventano i nuovi proprietari della villa. Nei decenni successivi la dimora viene adeguata alle esigenze familiari e ai cambiamenti del gusto, rinnovando arredi e decorazioni.

Gli interventi più importanti vengono realizzati nelle sale di rappresentanza dove l’abilità tecnica e l’inventiva di Lodovico Pogliaghi (1857-1950), trasforma gli ambienti secondo il gusto dell’epoca. L’impronta del padrone di casa emerge anche negli acquisti destinati all’arredo della villa, ora riproposto al pubblico nelle stanze al secondo piano del museo.

Ernest (1859-1941), nato dal secondo matrimonio del duca, interviene invece nei grandi dipinti murali dell’atrio della Galleria con temi tratti dalla mitologia classica. Dell’epoca Clerici invece rimangono i preziosi fregi e soffitti in legno dipinto riscoperti da alcuni decenni nel corso di lavori di restauro delle sale.

Nonostante la precoce scomparsa della principessa Carlotta nel 1855, Giorgio II continuò a frequentare la dimora sul lago di Como arricchendo il parco di numerose essenze botaniche rare che si possono ammirare ancora oggi. Nel corso della Prima Guerra Mondiale la villa venne confiscata dallo Stato italiano e affidata in gestione all’Ente Villa Carlotta, istituito con Regio Decreto nel 1927.

L’Ente Villa Carlotta

Le origini della fondazione dell’Ente Villa Carlotta risalgono alla Prima guerra mondiale. A quell’epoca la villa, ancora di proprietà della famiglia tedesca Sachsen-Meiningen, venne sottoposta, in quanto bene appartenente a cittadini di Stati nemici, a “sindacato”, una sorta di amministrazione controllata continuata fino al principio degli anni Venti.

Nella primavera del 1921, la proprietà passò allo Stato, mentre nel 1922 il sindacato venne trasformato in Amministrazione sequestrataria. È in quegli anni che si iniziò a pensare alla possibilità di costituire un ente privato preposto alla conservazione e valorizzazione del patrimonio di Villa Carlotta. L’idea fu perseguita dall’avvocato Giuseppe Bianchini, conte di Lenno, che inizialmente si appoggiò all’associazione “Pro Tremezzo”.

Il progetto originario venne rielaborato e concretizzato solo alcuni anni più tardi con il concorso di alcune illustri personalità milanesi e comasche.
Nel 1926 Giuseppe Bianchini, insieme all’industriale Giovanni Silvestri, all’ingegner Luigi Negretti e agli imprenditori tessili Guido Ravasi (1877-1946) ed Enrico Stucchi costituì il comitato promotore dell’Ente Villa Carlotta, riconosciuto in ente morale con Regio Decreto 12 maggio 1927.

L’anno successivo, il 23 marzo 1928, venne stipulata la convenzione con il Demanio che affidava la gestione del bene all’Ente Villa Carlotta per 20 anni rinnovabili. Da quel momento l’Ente si è occupato con continuità della tutela e della promozione di Villa Carlotta e del Centro Lago in Italia e all’estero.

Nell’intento dei fondatori, Villa Carlotta era chiamata a svolgere un ruolo cardine nella vita culturale ed economica del territorio, sempre senza “alcun fine di speculazione o di lucro ma quello soltanto della conservazione e miglioramento della proprietà”. Per queste ragioni vennero subito avviate iniziative di alto livello qualitativo come mostre, concerti, balletti, pubblicazioni. Anche oggi Villa Carlotta interpreta questo spirito con un ampio programma di attività che richiama residenti, studiosi, scuole e il turismo internazionale.

Nel corso della sua esistenza l’Ente Villa Carlotta si è occupato costantemente della cura del giardino, principale attrattiva della villa, anche attraverso la realizzazione di importanti interventi di manutenzione e rinnovamento. Altrettanta attenzione è stata riservata alle raccolte d’arte, mediante l’elaborazione di rigorosi progetti museali e l’incremento delle opere esposte anche attraverso nuovi acquisti e depositi di materiali selezionati scientificamente per migliorare e potenziare i percorsi proposti ai visitatori.

I tunnel di agrumi

Queste piante venivano ammirate dai visitatori del Grand Tour come vere e proprie avanguardie mediterranee: è raro, infatti, a queste latitudini, vedere agrumi allevati in terra e non in vaso: se fossero coltivate in vaso sarebbe più facile proteggerle dai rigori dell’inverno portandole in serra. Durante l’inverno gli agrumi vengono riparati costruendovi attorno due tunnel di materiale plastico che vengono riscaldati con apposito sistema di stufe a gas.

Cedri, chinotti, mandarini, aranci amari, limoni, pompelmi, bergamotti e cedri: questi i frutti che è possibile osservare in diversi mesi dell’anno. Molti agrumi, infatti, fioriscono in primavera e anche a tarda estate, facendo sì che le piante siano cariche di frutti sia in estate che in inverno.

“Si ascende al Palazzo per cinque comodissime Gradinate, formate a due bracci, con cinque posate, quanti sono i Ripani, tutti arricchiti d Spalliere di Agrumi con molti Vasi.”

“Ville di Delizia o siano palagi camparecci nello Stato di Milano con espressevi le Piante e diverse Vedute delle Medesime” Marc Antonio Dal Re, 1743

Gli agrumi: piante antiche

Nel 1700 come oggi gli agrumi erano protagonisti sulle terrazze che separano la Villa dal lago, a testimoniare la vocazione di quest’area come avanguardia mediterranea. In realtà gli agrumi sono presenti nella storia del giardino da tempo immemore: si ha notizia della loro coltivazione già prima della nascita di Cristo e la loro complessa “domesticazione” è stata a lungo studiata.

Sembra che tutte le specie e le cultivar che oggi utilizziamo derivino sostanzialmente da tre entità: il cedro, il mandarino e il pummelo. Gli agrumi che noi conosciamo derivano da incroci e reincroci di queste tre.

L’areale d’origine di queste piante si colloca nel continente asiatico, in aree a clima tropicale o subtropicale, ma oggi sono coltivati in tutti i continenti.

Cedro “Mano di Buddha”

Come ci occupiamo della salute degli agrumi?

Oggi gli agrumi di Villa Carlotta sono coltivati in piena terra, cosa non molto comune: per proteggerli dal freddo invernale di solito a queste latitudini li si alleva in vaso e i vasi vengono poi riparati durante l’inverno (a Villa Melzi, ad esempio, è ancora presente la limonaia, dove venivano ricoverati gli agrumi).

Per poterli preservare nella stagione fredda ogni anno a inizio novembre ricopriamo le due terrazze su cui si trovano le piante con un telo di plastica, in modo da costruire dei tunnel, dentro ai quali riponiamo delle stufe, che garantiscono una temperatura minima di 6°C.

Purtroppo la copertura di plastica impedisce il passaggio dell’aria, quindi accade a volte che si formino muffe sulle foglie. Allora in primavera, quando togliamo i teli di plastica, laviamo le foglie con un sapone speciale che funge anche da concime. Nel caso ci siano attacchi da parte di parassiti preferiamo, quando possibile, utilizzare mezzi di lotta consentiti in agricoltura biologica; ci è quindi capitato di effettuare dei lanci di “organismi utili”, ovvero insetti o ragni che predano i parassiti. In questa maniera riusciamo a contenere le popolazioni di organismi dannosi senza irrorare con pesticidi.

Come per la salute dell’uomo, però, più importante della cura delle malattie, è la prevenzione: in questo senso, per favorire la crescita di piante sane sperimentiamo, dove possibile, l’utilizzo di metodi agronomici. Alla fine dell’inverno del 2018, ad esempio, abbiamo effettuato un trattamento particolare, denominato “Airspade”: con un compressore molto potente abbiamo soffiato un getto d’aria molto potente sul suolo e abbiamo disgregato il terreno allontanandolo dalle radici degli agrumi. A quel punto è stato possibile reintegrare con terriccio e torba e altri ammendanti che hanno aiutato l’apparato radicale di queste piante a rimettersi in salute.

Ed infatti nel 2019 abbiamo assistito alla produzione di tante foglie nuove. Stiamo cercando di promuovere un’abbondante produzione di fiori (e quindi poi di frutti) con specifiche concimazioni a base di Potassio.

Fonte Villa Carlotta COMO

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