Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Campania
Miele prodotto con nettare di fiori di piante di asfodelo (Asphodelus L. spp) presenti allo stato spontaneo nei pascoli montani dell’area, dove assumono spesso il ruolo di infestanti, per la capacità di rigenerazione delle foglie; su questi pascoli vengono portate le arnie all’epoca della fioritura. Il prodotto ha colore paglierino brillante con riflessi dorati, con cristalli di grana fine e regolare di colore bianco, con riflessi madreperlacei. Ha sapore fruttato, con note vegetali o floreali secondo le essenze secondarie presenti, comunque intenso; si presta ad accompagnare latticini freschi a pasta filata.
Metodiche di lavorazione
Il miele viene raccolto tra metà marzo ed aprile. I melari sono raccolti manualmente, facendo uso di spazzole e affumicatori o con soffiatori di api quando gli opercoli chiusi superano il 70%. Dopo l’estrazione il miele matura per tre o quattro settimane. Il prodotto è confezionato in contenitori di vetro e posto in commercio non oltre l’autunno dell’anno successivo a quello di raccolta. L’ambiente di produzione deve essere esente da residui fitosanitari. Queste norme vanno rispettate nel raggio di 2 km, tenendo come centro del raggio la posizione dell’apiario. Il prodotto viene confezionato in contenitori di vetro.
Osservazioni sulla tradizionalità
Il miele è parte integrante della cultura e della storia delle popolazioni locali; i mieli monoflora rientravano nella farmacopea tradizionale, sia quella contadina che quella monastica, afferente in particolare al monastero di Montevergine sito proprio sul Partenio.
Territorio i produzione
Comuni della Valle di Suessola e dell’area occidentale del Partenio (Province di caserta ed Avellino)
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