- Regione: Sicilia
- Provincia: Agrigento (AG)
- Zona: Italia Insulare
- Popolazione Residente 2022: 2.919 (M 1.374, F 1.545)
- Densità per Kmq: 77,2 Superficie: 42,41 Kmq
- CAP 92020 Prefisso Telefonico 0922
- Codice Istat: 084035 Codice Catastale: H778
- Denominazione Abitanti: sambiagiesi
- Santo Patrono San Biagio Festa Patronale 3 febbraio
Origini del Nome
Il nome onora il santo patrono. La specifica si riferisce alla collocazione del paese sul fiume Platani.
Storia
Le origini risalgono al 1635, anno in cui Giovanni Battista Gerardi ottenne la licentia populandi. Gaetano Di Giovanni, nella sua opera Notizie storiche su Casteltermini e il suo territorio, attribuisce a Mariano Gianguercio, nel 1648, la fondazione dell’insediamento urbano, tenendo conto che nel Cedolario dei feudi della Val di Mazara, comincia proprio allora ad essere citata la “terra di San Biagio”. Ma la licentia fa invece supporre che l’abitato abbia iniziato a svilupparsi alcuni anni prima, con poche case attorno ad una piccola chiesa.
Il contesto storico, caratterizzato dai cambiamenti di rotta verso le Americhe e dalla marginalizzazione dell’isola, portò la popolazione isolana a ripiegare nella sua più tradizionale economia. Da qui l’agricoltura estensiva attraverso il popolamento dei feudi. Ma la fondazione di agglomerati urbani aveva anche altre finalità legate al prestigio dei feudatari. Infatti un villaggio con più di 80 persone dava al principe il diritto di un seggio al parlamento oppure ad un voto in più, oltre al potere sui sudditi attraverso la facoltà di amministrare la giustizia entro il proprio feudo. Il feudo di San Biagio inizialmente era composto dalle terre di San Biagio, Gialdonieri e Mandralia. Nel 1660 è stato poi aggiunto il feudo di Ragattano, grazie ad una permuta effettuata dai Feudatari Ioppolo e Gianguercio. Il feudo era così composto da 1.830 salme. Il centro abitato si sviluppò fin dall’inizio intorno alla Chiesa Madre e al Palazzo Ducale. Venne stabilito un tracciato ad impianto ortogonale, il cui asse principale è il corso Umberto I, che allora era denominato strada Piazza. Per quasi tutto il XIX secolo la strada viene bloccata dalla piccola chiesa del Purgatorio, poi demolita alla fine del secolo. Il punto centrale della via, localizzato nella chiesa Madre rappresenta il baricentro dell’assetto, da cui parte l’altro asse principale che è l’odierna viale della Vittoria già strada Chiarenza. Di fronte al Palazzo Ducale parte parallelamente via Veneziano.
Il popolamento avvenne con un andamento costante e già nel 1653 il paese contava circa 300 abitanti. Ma nel XVIII secolo, la crisi produttiva e il sistema politico istituzionale troppo vecchio, determinarono una flessione nell’andamento demografico. Grave problema era rappresentato dalla produzione monocolturale, la cui mancata produzione di un anno creava carestie. Nel Settecento se ne verificarono tre e per farvi fronte fu chiamato Agesilao Bonanno, che poi sarebbe diventato signore della terra di San Biagio, in qualità di vicario per la incetta dei frumenti. La decadenza delle famiglie nobili siciliane non risparmiò neanche quella del signore di San Biagio, che trasferitosi nella villa della Noce a Palermo, con una serie di contratti redatti alla fine del settecento consegna in gabella tutti i possedimenti. Il 1812 segna la fine della feudalità. Nel 1864 si aggiunse il nome Platani per distinguere questo comune dagli altri centri italiani con lo stesso toponimo.
(Fonte Wikipedia)
– Comuni Confinanti
- Alessandria della Rocca
- Casteltermini
- Cianciana
- Sant’Angelo Muxaro
- Santo Stefano Quisquina
Musei
Museo degli Archi di Pasqua
Chiese e altri edifici religiosi sambiagesi
- Chiesa Madre di San Biagio (XVIII secolo)
- Chiesa del Carmine (XVIII secolo)
Alessandria Comune di BALZOLA Piemonte
Agrigento Comune di SAN GIOVANNI GEMINI Sicilia
L’origine del territorio di San Giovanni Gemini risale al 1451, anno in cui Federico Abatellis, conte di Cammarata, ottenne dal re Ferdinando il privilegio di edificare (jus aedificandi) nei suoi feudi. Nel 1507 fu concessa la licentia populandi che i Conti esercitarono in un luogo pianeggiante vicino Cammarata, al di là del fiume Turibolo.