L’Afrodite cnidia è una scultura marmorea di Prassitele, databile al 360 a.C. circa e oggi nota solo da copie di epoca romana, tra cui la migliore è considerata quella Colonna nel Museo Pio-Clementino. È il primo nudo femminile dell’arte greca. La statua rappresenta Afrodite, dea della bellezza, nel momento in cui, uscendo dall’acqua, raccoglie un panno appoggiato sull’anfora al suo fianco, per asciugarsi.
I due aspetti che rendono questa opera un capolavoro sono:
il corpo femminile: fino al IV secolo infatti la nudità femminile, a differenza di quella maschile, era tabù per i greci. Numerose sono le leggende sulla punizione dei mortali per aver visto una dea nuda. Possiamo quindi dire che l’Afrodite Cnidia è il primo nudo femminile dell’arte greca.
l’attimo rappresentato nell’opera, Afrodite sta compiendo un gesto quotidiano e questo la rende più umana che divina, Prassitele è come se cogliesse la dea in un momento d’intimità, cosa che fino ad allora non era mai stata fatta dagli artisti. Osservate la mano destra con la quale la dea tenta di coprirsi, quasi come fosse stata colta di sorpresa dallo sguardo di noi spettatori.
FONTE @wikipedia
MODENA, il suo Duomo, Torre Civica e Piazza Grande
La magnifica cattedrale modenese del XII secolo, opera di due grandi artisti (Lanfranco e Wiligelmus), è un supremo esempio di arte del primo romanico. Con la sua piazza e la svettante torre, testimonia la fede dei suoi costruttori e la potenza della dinastia Canossa che la commissionò.
Villa Emo a Fanzolo (TV)
Nel cuore di Fanzolo, una piccola frazione di Vedelago, sorge uno dei capolavori architettonici del Rinascimento italiano: la Villa Emo. Commissionata dalla nobile famiglia Emo e progettata dal celebre architetto Andrea Palladio nel XVI secolo, questa residenza storica rappresenta un’icona dell’eleganza e della bellezza classica.
Il paese delle Mille Sagre e Processioni – BASILICATA
Italia il paese delle Mille Sagre e mille processioni BASILICATA
Villa Lechi a Montirone (BS)
Il palazzo Lechi, anche conosciuto come villa Lechi, è un palazzo nobiliare sito in Montirone che prende il suo nome dal fautore della sua realizzazione, il nobile Pietro Lechi. Costituisce un esempio di dimora patrizia settecentesca in stile Rococò presente sul territorio bresciano.