
Al di là del celebre capoluogo di provincia, percorrere la regione da Nord a Sud e da Ovest a Est permette di scoprire innumerevoli piccole perle incastonate nel tessuto paesaggistico.
Addentriamoci dunque in un viaggio in Basilicata tra borghi semi-sconosciuti le cui peculiarità architettoniche, urbanistiche e storiche stupiscono e incantano alla riscoperta di Matera, già Capitale Europea della Cultura e ad altri fantastici borghi da riscoprire

Un percorso attraverso i borghi – tra i tanti che meriterebbero di essere menzionati – meno conosciuti e in grado di affascinare con la loro semplicità congiunta a scorci mozzafiato, posizioni singolari, peculiarità storiche e di tradizioni.
MATERA

Una città senza tempo, Capitale europea della cultura 2019
Lasciarsi andare, seguire l’istinto, perdersi nei labirinti di pietra, nei luoghi in cui il lineare fluire del tempo smarrisce la sua traiettoria. E poi cogliere il fascino di un racconto antichissimo e avvicinarsi alle nostre radici più profonde partendo dal cuore dell’altipiano murgico, dalla tenera e calda calcarenite, il tufo, madre e matrice di Matera, proclamata Capitale europea della cultura 2019.
È da questa roccia tenera che emergono i Sassi, i due rioni divisi da uno spettacolare canyon su cui si affacciano le pareti incise nelle viscere della terra del Parco Archeologico delle Chiese Rupestri. Un paesaggio unico, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità per il valore storico, archeologico e paesaggistico. Una magia irripetibile che, nel tempo, ha raggiunto la fama di straordinario set cinematografico naturale, capace di alimentare, soprattutto sul fare della sera, suggestioni che rimandano a un presepe denso di significati. Scenario puro e autentico privo di segni di modernità, la Murgia Materana e i Sassi vedono tracce dell’uomo sin dalla preistoria e testimoniano la sua stessa storia, essendo stati abitati da sempre, senza interruzione di continuità.
Acerenza
Acerenza, in provincia di Potenza, è uno dei borghi più suggestivi della Basilicata, inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”. Adagiato su una rupe a oltre 800 metri di altitudine, domina la valle del Bradano e dell’Ofanto con un panorama mozzafiato. Conosciuto anche come “città cattedrale”, per la maestosità della sua chiesa madre, Acerenza conserva un impianto medievale ben leggibile, con vicoli stretti, archi in pietra e un’atmosfera senza tempo.

Le origini di Acerenza risalgono al periodo preromano, quando fu abitata dai Lucani e poi dai Sanniti. Durante l’età romana divenne un importante centro militare, mentre in epoca longobarda e normanna acquisì grande rilevanza strategica per la sua posizione dominante. Nel Medioevo fu sede arcivescovile e vide la costruzione della splendida Cattedrale, simbolo del borgo. Nei secoli successivi passò sotto varie dominazioni, mantenendo sempre un ruolo importante nella vita religiosa e politica della regione.

Visita Acerenza
Il borgo di Acerenza custodisce tesori architettonici e storici di grande valore.
- Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio, costruita nell’XI secolo in stile romanico e tra le più imponenti del Mezzogiorno. L’interno conserva mosaici, affreschi e suggestive cripte.
- Museo Diocesano, con opere d’arte sacra, sculture, dipinti e arredi liturgici.
- Centro storico medievale, con le sue stradine lastricate, palazzi in pietra e scorci panoramici.
- Resti delle mura e delle porte cittadine, che testimoniano il passato difensivo del borgo.
Eventi
Acerenza è animata da eventi che uniscono religione, folklore e tradizione. Di particolare rilievo la Festa patronale di San Canio, che si celebra ogni anno il 25 maggio con processioni, riti religiosi e momenti di festa popolare. Importanti anche le rievocazioni storiche e le manifestazioni culturali dedicate alla musica e al teatro.
Prodotti tipici
La gastronomia di Acerenza riflette i sapori autentici della Basilicata:
- Vini locali, tra cui l’Aglianico del Vulture.
- Salumi tradizionali come soppressata e capocollo.
- Formaggi come pecorino e caciocavallo podolico.
- Piatti a base di legumi, in particolare fagioli e ceci.
- Dolci tipici legati alle festività religiose, come le ciambelline al vino.
Turismo enogastronomico
Il borgo è una meta ideale per chi desidera unire la visita culturale a un’esperienza legata ai sapori locali. Cantine e agriturismi della zona offrono degustazioni di Aglianico e altri vini lucani, accompagnati da salumi e formaggi tipici. L’enogastronomia diventa così parte integrante della scoperta del borgo, rendendo Acerenza un luogo perfetto per chi cerca autenticità e tradizione.
Immerso tra natura e paesaggi collinari, il territorio che circonda Acerenza invita a piacevoli passeggiate ed escursioni. I sentieri conducono tra vigneti, campi coltivati e boschi, offrendo scorci che raccontano il legame profondo tra l’uomo e l’ambiente in questo angolo di Basilicata.
Albano di Lucania
Albano di Lucania, in provincia di Potenza, è un borgo caratteristico arroccato a 900 metri di altitudine, incastonato tra le vette delle Dolomiti Lucane. Il paese si distingue per la sua posizione spettacolare, con case in pietra adagiate su speroni rocciosi e panorami che spaziano sulle vallate circostanti. È considerato uno dei borghi più pittoreschi e suggestivi della Basilicata, capace di unire tradizione, natura e innovazione turistica.

Le origini di Albano di Lucania risalgono all’epoca preromana, quando il territorio era abitato dai Lucani. Successivamente conobbe la dominazione romana, come testimoniato da vari ritrovamenti archeologici. Nel Medioevo divenne un centro fortificato, circondato da mura difensive e torri di avvistamento. Nei secoli passò sotto il controllo di diversi feudatari, tra cui i Sanseverino e i Carafa, mantenendo sempre un ruolo strategico per la sua posizione elevata.
Visita Albano di Lucania
Albano di Lucania conserva un centro storico suggestivo e ricco di testimonianze storiche.
- Chiesa Madre di Santa Maria Maggiore, risalente al XV secolo, con pregevoli opere d’arte sacra.
- Porta dei Santi e resti delle mura medievali, che ricordano l’antico assetto difensivo.
- Palazzo Centola, edificio storico che testimonia l’architettura nobiliare locale.
- Scorci rocciosi delle Dolomiti Lucane, che incorniciano il borgo con un paesaggio unico.
Eventi
Il borgo è animato da manifestazioni che uniscono fede e tradizione popolare. Tra le più importanti, la Festa patronale di San Vito Martire a giugno, con processioni e riti religiosi, e la Sagra del Canestrato, che celebra uno dei prodotti tipici più apprezzati. Negli ultimi anni Albano di Lucania è divenuto famoso anche per eventi dedicati al turismo avventuroso e all’outdoor.
Prodotti tipici
La cucina di Albano di Lucania riflette i sapori autentici della Basilicata:
- Formaggi come il canestrato e il pecorino.
- Salumi locali, tra cui la soppressata.
- Legumi e ortaggi coltivati nei terreni circostanti.
- Pane e focacce tradizionali.
- Dolci caserecci legati alle feste, come taralli e biscotti al miele.
Turismo enogastronomico
Albano di Lucania è un luogo ideale per chi desidera abbinare natura e gusto. Osterie e agriturismi offrono esperienze culinarie basate su ingredienti locali, accompagnati da vini della Basilicata, tra cui l’Aglianico del Vulture. Il turismo enogastronomico si lega perfettamente al paesaggio circostante, trasformando ogni visita in un’esperienza immersiva nei sapori e nelle tradizioni del territorio.
Oltre al fascino storico e culturale, Albano di Lucania è oggi una meta rinomata per gli amanti delle attività all’aperto. Il borgo ospita infatti il Volo dell’Angelo, un’attrazione spettacolare che collega con una zip-line Albano di Lucania a Castelmezzano, regalando un’emozione unica sospesi tra le Dolomiti Lucane. Numerosi anche i sentieri escursionistici e i percorsi naturalistici che permettono di scoprire la bellezza autentica del paesaggio lucano.
Aliano
Aliano è il paese dei Calanchi e del confino di Carlo Levi, immerso in un paesaggio suggestivo e lunare, anche per questo rientra tra “I borghi autentici d’Italia”.

“Spalancai una porta-finestra, mi affacciai a un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco”.
Così, ormai ottant’anni fa, si presentò Aliano agli occhi di Carlo Levi, e così appare oggi il paese arroccato su uno sperone argilloso, in cui ancora vive il ricordo del pittore e medico torinese, che qui visse parte del suo confino conquistando la fiducia e l’affetto dei “paesani”, fino a scegliere di essere seppellito nel cimitero del piccolo borgo.
Qui ancora è in piedi la casa in cui Carlo Levi trascorse il suo esilio e che, insieme alla Pinacoteca, al Museo della civiltà contadine e al presepe artistico del maestro Francesco Artese, rientra nel Parco Letterario che ha preso il suo nome. E qui Carlo Levi ha tratto ispirazione per il suo capolavoro “Cristo si è fermato ad Eboli”. Di particolare suggestioni sono i vicoli, le piazzette, le abitazioni che caratterizzano Aliano, come la cosiddetta Casa del Malocchio, con sembianze dal volto umano, secondo la credenza popolare con la funzione di mantenere lontani gli influssi negativi.
Armento

Il minuscolo centro della Val D’Agri, sviluppatosi soprattutto intorno all’anno mille con l’arrivo dei monaci basiliani, è in realtà testimone di una storia più che millenaria. Sulle semi-brulle colline che fronteggiano il paese – in località Serra Lustrante – si erge un sito archeologico che ha dato alla luce ritrovamenti straordinari. Sono i resti di un antico santuario dedicato ad Eracle, insieme a corredi funerari testimoni della presenza di un’area sacra di origine greca risalente addirittura al IV secolo a.C.
A colpire di Armento è soprattutto l’antico rione “Casale”, quasi slegato dal corpo principale del paese. Tra le piccole case in pietra, in gran parte diroccate, si ravvisano le rovine del gentilizio palazzo del console romano Terenzio Lucano, che soggiornò proprio nel territorio. Diversi inoltre i palazzi e i portali di epoca settecentesca che attirano lo sguardo attento di chi girovaga per il borgo.
Poco distante, a valle del paese, si può ammirare uno scenario mozzafiato. Per un attimo ci si dimentica di essere in Basilicata, rimandati alle suggestioni dei canyon d’Oltreoceano. È la visione della Murgia (o Pietre) di Sant’Oronzo, porta di accesso fisica e simbolica al Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri e Lagonegrese. Il lento lavorio del fiume Agri ha dato origine nei millenni a una spettacolare gola, tra pinnacoli conglomeratici (alti più di cento metri) e pareti a strapiombo. Il tutto formatosi per effetto di erosioni su depositi sedimentari fortemente cementati.
Baragiano
Baragiano è un borgo della provincia di Potenza, situato a circa 625 metri di altitudine, adagiato sulle colline lucane tra la valle del Basento e le pendici del monte Vulture. Il paese, diviso tra il nucleo antico e la zona moderna di Baragiano Scalo, unisce la memoria storica medievale con un ruolo attuale di centro vivace e ben collegato.

Le origini di Baragiano sono antiche: il territorio fu abitato già in epoca romana, come dimostrano i resti di ville rustiche e insediamenti rurali. Il borgo vero e proprio sorse in epoca medievale come presidio fortificato e si sviluppò attorno al castello normanno, di cui oggi rimangono tracce. Nei secoli successivi passò sotto il controllo di diverse famiglie feudali, tra cui i Caracciolo e i d’Aquino, che segnarono la vita politica ed economica del paese. Durante l’età moderna, Baragiano mantenne una forte vocazione agricola, che ancora oggi caratterizza l’identità locale.
Visita Baragiano
Il centro storico conserva monumenti e luoghi di interesse che raccontano la sua storia.
- Castello medievale, in posizione dominante, con resti delle mura di cinta.
- Chiesa Madre di San Nicola di Bari, con importanti opere d’arte sacra.
- Chiesa di San Rocco, legata alla devozione popolare.
- I vicoli del borgo antico, che conservano l’atmosfera autentica della Basilicata medievale.
Eventi
La manifestazione più sentita è la Festa di San Rocco, celebrata ogni anno ad agosto, che unisce momenti religiosi, processioni e riti popolari. Altre feste religiose scandiscono il calendario liturgico, mentre sagre ed eventi culturali animano il borgo soprattutto durante la stagione estiva.
Prodotti tipici
Baragiano offre una cucina legata alla tradizione contadina, con piatti semplici e genuini:
- Pasta fatta a mano, come le lagane con i ceci.
- Salumi artigianali, tra cui soppressata e capocollo.
- Formaggi locali, in particolare pecorino e ricotta.
- Olio extravergine d’oliva di qualità.
- Dolci tradizionali, come taralli e biscotti delle feste.
Turismo enogastronomico
Le trattorie e gli agriturismi di Baragiano offrono piatti che valorizzano i prodotti del territorio e le ricette tramandate di generazione in generazione. Le sagre e le feste di paese sono occasioni ideali per assaporare le specialità locali in un clima di convivialità, riscoprendo il legame tra cucina e tradizione.
La posizione collinare di Baragiano offre numerose opportunità per passeggiate ed escursioni nei dintorni. I sentieri conducono tra boschi, campagne coltivate e punti panoramici che regalano viste spettacolari sul paesaggio lucano. Gli amanti della natura possono esplorare itinerari che collegano il borgo alle aree verdi circostanti, ideali anche per escursioni in bicicletta.
Brienza
Un paese ridente e laborioso, un tempo importante centro del Regno di Napoli in quanto feudo dei marchesi Caracciolo, tra le cento più ricche e potenti famiglie dell’epoca. Questo tipico borgo di origine alto-medievale longobarda è tra i pochi paesi della Basilicata ad aver conservato tale struttura architettonica. Si è sviluppato infatti intorno all’anno mille, avviluppandosi al colle sui cui sorge il castello (Caracciolo, appunto, di probabile origine angioina). Oltre alla vista del maniero che domina l’abitato dalla stretta valle del torrente Pergola (corso d’acqua che attraversa direttamente il paese, anche questa rarità tra i comuni lucani,) Brienza colpisce per i diversi, pregevoli portali in pietra di epoca ottocentesca sorti dopo il terremoto del 1857.

Interessante anche il Convento dell’Annunziata (oggi Municipio) con il chiostro che conserva affreschi del ‘700. Il visitatore sarà sicuramente incuriosito dalla leggenda della bella Bianca di Brienza, che visse con sfarzo nel castello attorno alla metà del 1300, prima di essere rapita dai pirati durante un viaggio sul Tirreno e portata ad Algeri. Si narra che nel castello sia ancora nascosto il suo tesoro, nella segreta e inaccessibile 366esima stanza!
Brindisi Montagna
Brindisi Montagna è un borgo della provincia di Potenza situato a 800 metri di altitudine, immerso nei boschi e nei paesaggi collinari della Basilicata centrale. Conosciuto come “il paese delle emozioni”, unisce storia, natura e tradizioni, ed è celebre per il suo spettacolare parco a tema storico.
Le origini di Brindisi Montagna risalgono al periodo medievale, quando il borgo si sviluppò come insediamento fortificato in posizione strategica. Nei secoli successivi passò sotto il controllo di importanti famiglie feudali, tra cui i Sanseverino e i d’Avalos. La sua storia è legata anche al fenomeno del brigantaggio postunitario, che trovò rifugio nelle montagne circostanti.

Visita Brindisi Montagna
Il borgo conserva un centro storico caratterizzato da vicoli in pietra e scorci suggestivi, a cui si affiancano attrazioni di grande richiamo.
- Castello Fittipaldi-Antinori, edificato in epoca medievale e rimaneggiato nel corso dei secoli.
- Chiesa Madre di San Nicola di Bari, con opere di arte sacra.
- Parco della Grancia, un grande parco storico-culturale dove si svolge lo spettacolo “La Storia Bandita”, che rievoca le vicende del brigantaggio lucano.
- Museo del Brigantaggio, che racconta un capitolo importante della storia locale.
Eventi
L’evento di maggior rilievo è La Storia Bandita, spettacolo teatrale all’aperto che si tiene nel Parco della Grancia e che rappresenta una delle più grandi rievocazioni storiche multimediali d’Italia. Altre feste importanti sono quelle dedicate a San Nicola di Bari e alle tradizioni popolari, con sagre che celebrano i prodotti tipici del territorio.
Prodotti tipici
La cucina di Brindisi Montagna rispecchia i sapori autentici della Basilicata:
- Salumi artigianali come salsiccia e soppressata.
- Formaggi pecorini e ricotta fresca.
- Pasta fatta a mano, come strascinati e lagane.
- Olio extravergine d’oliva locale.
- Dolci tradizionali a base di miele e mandorle.
Turismo enogastronomico
Brindisi Montagna propone un’offerta enogastronomica che valorizza i prodotti del territorio. Trattorie e agriturismi offrono piatti tipici legati alla tradizione contadina, mentre eventi e sagre rappresentano occasioni per degustare le specialità locali in un contesto conviviale e autentico.
La posizione di Brindisi Montagna, circondata da boschi e montagne, offre numerose opportunità per gli amanti della natura e dell’avventura. I sentieri escursionistici permettono di scoprire paesaggi incontaminati, mentre il Parco della Grancia unisce attività culturali e naturalistiche. Gli appassionati di trekking, mountain bike e passeggiate panoramiche trovano in questo borgo un punto di partenza ideale per esplorare la bellezza della Basilicata interna.
Castel Lagopesole

È il luogo in cui Federico II, Imperatore di Svevia, amava rifugiarsi per dedicarsi all’arte venatoria, una delle sue passioni, ed è stato il luogo prediletto da Manfredi, figlio dello stesso “Stupor Mundi”.
L’affascinante maniero medioevale, adagiato com’è su una collinetta che sorge sui fiumi Ofanto e Bradano, in posizione dominante sul borgo di Lagopesole, si lascia ammirare nel suo massiccio blocco rettangolare articolato su due piani e caratterizzato da due cortili, uno maggiore e uno minore, e una torre contraddistinta da una muratura bugnata nella parte superiore, tipica dell’architettura sveva.
Il cortile maggiore rimanda all’ampliamento intrapreso da Federico II (1242) sui resti delle precedenti costruzioni normanno-sveve e angioine e comprende anche una vasta cisterna e una grande cappella.
E proprio la cappella, in stile romanico, distingue questo splendido maniero dagli altri attribuiti a Federico II di Svevia, essendo l’unico esempio di luogo di culto rispetto a quelli dell’epoca imperiale.
Così come appare oggi, il castello di Lagopesole conserva le modifiche volute dall’intervento di Carlo I d’Angiò.
Nell’Ottocento, rifugio dei briganti capeggiati da Carmine Crocco, oggi il maniero è location prediletta per prestigiose iniziative culturali, in particolare “Il Mondo di Federico II”, che grazie ad un Museo Narrante e ad una multivisione dagli effetti scenici straordinari racconta la vita di corte al tempo dell’Imperatore Svevo.
Castelmezzano

“Città paesaggio” per la sua rara bellezza inclusa nei “Borghi più Belli d’Italia”, Castelmezzano è uno dei paesi del Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
A vederlo in lontananza, Castelmezzano, così piccolo e grazioso, fa vivere la sensazione di entrare in una favola, i cui protagonisti sono l’Aquila reale e la Civetta, la Grande Madre, l’Incudine e la Bocca del Leone. Solo i nomi sono presi in prestito dalla fantasia, perché le sculture degli enormi massi di roccia arenaria, che nel tempo sono state plasmate dai giochi del vento e della pioggia, fino ad assumere simili forme, esistono davvero!
A fare la guardia a questo gioiello dalla struttura medievale, fatto di scale ripide, vicoli stretti, case arrampicate sulla roccia, sono le Piccole Dolomiti Lucane che, più in alto si sale, seguendo percorsi dedicati, più svelano un incantevole paesaggio.
Proprio da qui si può vivere l’emozione unica del “Volo dell’Angelo”, imbracati in totale sicurezza, per lanciarsi nel vuoto e godere come mai prima, da soli o in coppia, dell’incantevole paesaggio delle Dolomiti Lucane, fino a sfiorarne le vette e raggiungere la vicina Pietrapertosa. La favola, a Castelmezzano, prosegue poi con un singolare “matrimonio”, quello tra gli alberi…
Craco
Craco è lo splendido “paese fantasma” della Basilicata, nella provincia di Matera, che a chi lo osserva in lontananza si presenta come una scultura di origini medioevali circondata dai “Calanchi”.

Quello che oggi è uno dei paesi imperdibili della terra lucana, per suggestività e bellezza, è stato distrutto nel 1963 da una frana che ha costretto la popolazione locale ad abbandonare il borgo per rifugiarsi nel nuovo comune di Craco Peschiera.
Del vecchio paese restano le case in pietra aggrappate alla roccia e tra di esse si distingue la torre normanna in posizione dominante rispetto all’antico borgo. Dentro Craco vecchia, sembra di sentire ancora le voci della gente lo ha abitato, i rintocchi delle campane delle chiese che lo hanno animato e che, a guardarle, distrutte e oltraggiate dalla frana, hanno comunque mantenuto intatta la loro storia.
Oggi è possibile seguire un percorso di visita guidata, lungo un itinerario messo in sicurezza, che consente di percorrere il corso principale del paese, fino a raggiungere quello che resta della vecchia piazza principale e addentrarsi nel nucleo della città fantasma.
Ferrandina

Schiere di case basse e bianche (o dipinte in tenui tinte pastello) addossate l’un l’altra si affacciano sulla valle del Basento. L’immagine pittoresca è quella di una cittadina delle media collina materana, che deve il suo nome a Federico d’Aragona. Nel 1494, infatti, la battezzò così in onore di suo padre, re Ferrante I (o Ferrantino). Agli aragonesi si deve anche la dignità e il titolo di “civitas” attribuito a Ferrandina dal sovrano Ferdinando il Cattolico nel 1507. Un riconoscimento importante, a cui il popolo rese omaggio nella Chiesa madre di Santa Maria della Croce, che spicca per i tre portali cinquecenteschi e le tre cupole in stile bizantino. La chiesa conserva all’interno due statue dorate raffiguranti proprio il re di Napoli Ferrante d’Aragona e sua moglie, Isabella di Chiaromonte.
Ma il passato longobardo, normanno e poi aragonese, è solo successivo alle ben più antiche radici di Ferrandina, che affondano nella Magna Grecia del 1000 a.C. Come, del resto, quelle della non lontana Metaponto e di molti centri della pianura che da essa prende il nome. All’epoca si chiamava Troilia, importante centro di cultura ellenica costruito per ricordare e onorare la ben più nota città distrutta dell’Asia Minore, Troia.
Guardia perticara
Guardia Perticara è un suggestivo borgo della provincia di Potenza, adagiato su uno sperone roccioso a 750 metri di altitudine. Conosciuto come “il paese delle case in pietra”, si distingue per il suo centro storico perfettamente conservato e per l’atmosfera senza tempo che regala ai visitatori. Fa parte dei Borghi più belli d’Italia, ed è un esempio emblematico di come tradizione e natura possano convivere in perfetta armonia.

Le origini del borgo sono antiche e legate ai popoli enotri e lucani, che abitarono queste terre prima della dominazione romana. In epoca medievale Guardia Perticara fu parte di un sistema di castelli a difesa del territorio e passò sotto il controllo di varie famiglie feudali. Il terremoto del 1980 segnò duramente il paese, ma la ricostruzione ha rispettato l’impianto originario, preservando la pietra locale come materiale caratterizzante delle abitazioni.
Visita Guardia Perticara
Il fascino di Guardia Perticara risiede nelle sue stradine e nei suoi scorci autentici:
- Centro storico in pietra, con vicoli, archi e piazzette che raccontano una lunga storia contadina.
- Chiesa di San Nicola di Bari, principale luogo di culto del borgo.
- Palazzi nobiliari, che testimoniano l’antico prestigio di alcune famiglie locali.
- Belvedere panoramici, da cui ammirare i paesaggi dell’Appennino lucano e le vallate circostanti.
- Percorsi museali e installazioni che valorizzano il patrimonio architettonico e culturale del borgo.
Eventi
Guardia Perticara è animata da eventi che rafforzano il legame con la tradizione:
- Festa patronale di San Rocco, che si tiene ad agosto con celebrazioni religiose, musica e momenti conviviali.
- Manifestazioni culturali estive, tra mostre, spettacoli teatrali e rievocazioni popolari.
- Iniziative enogastronomiche che valorizzano i prodotti tipici del territorio.
Prodotti tipici
La tradizione gastronomica del borgo si lega alla semplicità dei sapori locali:
- Pane cotto nei forni a legna.
- Legumi della Val d’Agri, come fagioli e ceci.
- Formaggi e salumi artigianali, tra cui pecorino e soppressata.
- Pietanze a base di funghi porcini, molto diffusi nei boschi circostanti.
- Dolci tipici casalinghi come le chiacchiere e le frittelle.
Turismo enogastronomico
Il borgo è una meta ideale per chi ama i sapori genuini. Le trattorie e gli agriturismi locali offrono piatti preparati secondo antiche ricette, spesso legati alla stagionalità dei prodotti. Il turismo enogastronomico si integra con le iniziative culturali e con l’esperienza del “paese in pietra”, creando un legame forte tra cucina e tradizione.
Attività all’aperto
Guardia Perticara si trova in una zona ideale per il turismo naturalistico e il trekking. I sentieri che circondano il borgo permettono di esplorare boschi, colline e vallate ricche di biodiversità. Le passeggiate panoramiche conducono a punti di osservazione che offrono scorci unici sull’Appennino lucano, rendendo il borgo una tappa perfetta per chi ama unire natura e cultura.
Irsina
Irsina è un borgo della provincia di Matera, situato a 548 metri di altitudine e affacciato sulla valle del Bradano. Conosciuto fino al 1895 con il nome di Montepeloso, conserva un centro storico ricco di testimonianze medievali, rinascimentali e barocche. La sua posizione dominante e la bellezza delle sue architetture gli hanno valso l’inserimento tra i Borghi più belli d’Italia.

Il borgo ha origini antiche, legate ai popoli italici e alla successiva dominazione romana. Durante il Medioevo fu un centro strategico e prese il nome di Montepeloso, divenendo teatro di importanti battaglie, come quella del 1041 tra Normanni e Bizantini. Nei secoli successivi visse periodi di prosperità sotto varie signorie, fino a entrare stabilmente nel Regno di Napoli. Nel 1895 assunse l’attuale nome di Irsina, in onore dell’antica città di Ursinia.
Visita Irsina
Irsina custodisce un patrimonio artistico di grande valore:
- Cattedrale di Santa Maria Assunta, che conserva la statua marmorea di Sant’Eufemia attribuita ad Andrea Mantegna.
- Centro storico medievale, con vicoli, archi e palazzi nobiliari.
- Torre Normanna, testimonianza del passato difensivo del borgo.
- Museo Civico Janora, che raccoglie reperti archeologici e opere d’arte.
- Chiese minori, come quella di San Francesco e di San Domenico, arricchite da decorazioni barocche.
Eventi
Il calendario di Irsina è scandito da appuntamenti religiosi e popolari:
- Festa di Sant’Eufemia, patrona del borgo, che si celebra il 16 settembre con processioni, spettacoli e momenti di devozione.
- Settimana Santa, caratterizzata da riti antichi e suggestivi.
- Eventi culturali e musicali estivi che animano il borgo con concerti e mostre.
Prodotti tipici
La tradizione gastronomica di Irsina è legata ai prodotti agricoli e pastorali del territorio:
- Pane di grano duro cotto a legna.
- Olio extravergine d’oliva della collina materana.
- Formaggi ovini e caprini, tra cui ricotta e pecorino.
- Salumi artigianali, come salsiccia e soppressata.
- Piatti tipici a base di legumi, verdure spontanee e carne ovina.
Turismo enogastronomico
Irsina è una meta perfetta per chi vuole scoprire i sapori autentici della Basilicata. Le trattorie del centro storico e gli agriturismi dei dintorni propongono ricette tradizionali preparate con ingredienti locali, offrendo al visitatore un’esperienza culinaria legata alla stagionalità. Manifestazioni enogastronomiche e sagre completano l’offerta, valorizzando i prodotti tipici del territorio.
Attività all’aperto
Il borgo è circondato da un paesaggio agricolo e naturale ideale per passeggiate ed escursioni. I sentieri che si snodano nella campagna lucana permettono di scoprire vigneti, uliveti e colline panoramiche. La vicinanza con Matera e con i percorsi naturalistici della Murgia amplia le possibilità di esperienze all’aperto, tra trekking, cicloturismo e visite culturali.
Maratea
Una “perla” incastonata nel Golfo di Policastro e affacciata sul Mar Tirreno. Maratea è una località dai versatili paesaggi, dagli inebrianti profumi di mare e fiori, che la rivestono in ogni angolo, di rocce accarezzate dai raggi del sole al punto da creare brillanti giochi di luce.

L’azzurro del mare e il verde della vegetazione tipica della macchia mediterranea incontra la rocciosa scogliera e insieme circondano splendide spiagge nelle località di Acquafredda, Cersuta, Fiumicello, la Spiaggia Nera, le Secche, Castrocucco. Così il litorale, impreziosito al largo da scogli e isolotti, si snoda per 32 km, intervallato da pareti rocciose alte e ripide che, ora si tuffano nel Mar Tirreno, ora si ritraggono accogliendo calette e spiagge.
A dominare l’incantevole paesaggio, sorge su uno sperone l’antico borgo di Maratea, arricchito da portali e viuzze, archi e palazzi settecenteschi, grotte, torri costiere, e, tra le altre, una accogliente e intima piazzetta. Il centro storico offre una ricca concentrazione di architetture di valore storico, tra cui luoghi di culto, per questa ragione Maratea è denominata anche “la città delle 44 chiese”.
L’abitato della “Perla del Tirreno” è sovrastato dal Monte San Biagio, su cui svetta la Statua del Redentore, noto anche come “Cristo di Maratea”, seconda per dimensioni soltanto a quella di Rio de Janeiro. Sotto la monumentale statua sono aggrappati, ad un fianco del monte, i ruderi dell’antico borgo denominato “castello”, mentre al lato opposto del Cristo si può visitare la Basilica di San Biagio (VI – VII sec. d.C.).
Ad accrescere la bellezza della città è il suo porto che garantisce servizi e accoglienza ai natanti e nelle serate estive diventa una delle attrazioni del posto per i numerosi eventi mondani che ospita.
Melfi
Melfi è uno dei centri più importanti e suggestivi della Basilicata, situato in provincia di Potenza ai piedi del monte Vulture. Conosciuta come “città delle sette porte”, custodisce un patrimonio storico, artistico e culturale di eccezionale valore, che riflette le numerose dominazioni che si sono succedute nel corso dei secoli.

Le origini di Melfi risalgono al periodo normanno, quando divenne capitale del Ducato di Puglia e una delle città più importanti dell’Italia meridionale. Qui si tennero i celebri Concili di Melfi, convocati da Papa Niccolò II e successivamente da Papa Urbano II, che sancirono momenti fondamentali della storia ecclesiastica. Nei secoli successivi la città passò sotto il dominio svevo con Federico II, che vi soggiornò spesso e ne rafforzò il castello. Fu poi sotto angioini, aragonesi e infine borbonici, conservando un ruolo centrale fino all’età moderna.
Visita Melfi
Melfi è un borgo ricco di testimonianze storiche e artistiche di grande rilievo:
- Castello normanno-svevo, imponente e ben conservato, che ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese con reperti di età preromana e romana.
- Cattedrale di Santa Maria Assunta, fondata dai Normanni e rimaneggiata in epoca barocca.
- Palazzo del Vescovado, con la sua elegante architettura.
- Porta Venosina, una delle antiche porte di accesso alla città.
- Chiesa rupestre di Santa Margherita, ricca di affreschi medievali.

Eventi
Tra gli appuntamenti più importanti spicca la Sagra della Varola, che si svolge in ottobre ed è dedicata alla castagna del Vulture, prodotto d’eccellenza del territorio. Molto sentite anche le celebrazioni religiose, tra cui la Festa patronale di Sant’Alessandro. Nel periodo estivo e autunnale, rievocazioni storiche e manifestazioni culturali animano il borgo, richiamando numerosi visitatori.
Prodotti tipici
Melfi è un centro di riferimento per l’enogastronomia lucana, con prodotti che uniscono tradizione e qualità:
- Castagne del Vulture, utilizzate in numerose preparazioni.
- Vino Aglianico del Vulture DOCG, uno dei più rinomati rossi italiani.
- Olio extravergine d’oliva del Vulture.
- Salumi tradizionali, tra cui soppressata e salsiccia.
- Formaggi locali come pecorino e caciocavallo.
- Dolci tipici a base di castagne e miele.
Turismo enogastronomico
Il territorio di Melfi offre esperienze uniche legate alla scoperta dei sapori lucani. Le cantine dell’Aglianico del Vulture accolgono visitatori con degustazioni e percorsi enologici, mentre trattorie e ristoranti propongono piatti della tradizione locale. La Sagra della Varola è una delle occasioni più importanti per assaporare le specialità del borgo in un contesto festoso e autentico.
Attività all’aperto
Oltre al fascino del borgo, i dintorni di Melfi offrono paesaggi ideali per escursioni e passeggiate. I boschi del Vulture, le aree collinari e i laghi di Monticchio sono mete perfette per trekking, birdwatching e gite nella natura. L’ambiente circostante unisce natura e storia, offrendo esperienze che spaziano dal relax alla scoperta culturale.
Moliterno
Moliterno è un borgo della provincia di Potenza, situato a 879 metri di altitudine nel cuore della Val d’Agri, circondato dai monti della catena dell’Appennino Lucano. La sua posizione, tra boschi e vallate, gli conferisce un fascino particolare, unito a un centro storico ricco di testimonianze medievali e a una tradizione enogastronomica che lo ha reso celebre, in particolare per il rinomato pecorino.

Le origini di Moliterno risalgono all’epoca normanna, quando sorse come centro fortificato attorno al suo castello. Per la sua posizione strategica, controllava il passaggio tra la valle e le montagne circostanti. Nel Medioevo fu feudo di diverse famiglie nobiliari, tra cui i Sanseverino e i Carafa, che ne segnarono lo sviluppo urbano e culturale. Nei secoli successivi, nonostante le difficoltà legate a terremoti ed eventi naturali, Moliterno mantenne un ruolo importante come centro agricolo e pastorale della regione.
Visita Moliterno
Il borgo custodisce un patrimonio storico e artistico di grande interesse:
- Castello medievale, costruito dai Normanni e ampliato nei secoli, che domina l’abitato dall’alto.
- Chiesa Madre di Santa Maria Assunta, con affreschi e opere d’arte sacra.
- Museo del Paesaggio, dell’Olio e della Civiltà contadina, che racconta la storia locale attraverso tradizioni e strumenti di lavoro.
- Museo del Novecento Lucano, con opere di pittori e artisti lucani del XX secolo.
- I vicoli e le case in pietra del centro storico, che conservano l’atmosfera medievale.
Eventi
Moliterno ospita eventi legati sia alla tradizione religiosa che alla cultura gastronomica. Tra i più importanti:
- Festa patronale di San Domenico, celebrata ad agosto con processioni e manifestazioni popolari.
- Sagra del Canestrato di Moliterno IGP, dedicata al famoso pecorino, che richiama visitatori da tutta la Basilicata.
- Rievocazioni storiche ed eventi culturali che valorizzano il patrimonio artistico del borgo.
Prodotti tipici
La cucina di Moliterno si distingue per la semplicità e la genuinità:
- Canestrato di Moliterno IGP, un formaggio pecorino stagionato in speciali locali detti fondaci, vera eccellenza lucana.
- Salumi artigianali, tra cui soppressata e capocollo.
- Pasta fatta in casa, come lagane e fusilli.
- Piatti a base di legumi, in particolare fagioli e ceci.
- Dolci tipici a base di miele e noci.
Turismo enogastronomico
Il borgo è una tappa ideale per chi desidera vivere un’esperienza autentica legata al gusto. Oltre ai ristoranti e agli agriturismi, i caseifici locali permettono di scoprire da vicino la lavorazione del Canestrato di Moliterno IGP. Le sagre e i percorsi del gusto offrono un contatto diretto con la tradizione contadina e pastorale.
Attività all’aperto
Moliterno è circondato da un territorio ideale per escursioni, trekking e passeggiate naturalistiche. La vicinanza con il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano – Val d’Agri – Lagonegrese permette di scoprire paesaggi montani suggestivi, con sentieri che attraversano boschi, sorgenti e panorami che spaziano fino al Monte Sirino. Gli appassionati di turismo lento possono unire natura, sport e scoperta culturale in un unico itinerario.
Montescaglioso
Posta su un’altura della brulla collina materana che guarda già alla pianura costiera metapontina, la cittadina (circa 10.000 abitanti, un record per la media dei comuni lucani) condivide con il celebre capoluogo un vasto territorio del Parco della Murgia Materana.

Quest’area di interesse archeologico, storico e naturale è disseminata di chiese rupestri, ossia edifici ad uso religioso (poi anche abitativo e pastorale) scavati nella roccia e risalenti all’alto medioevo, spesso adornati da antichi, semplici affreschi. Definita anche “città dei Monasteri” per la presenza di ben quattro complessi monastici (tra i quali spicca l’abbazia di San Michele Arcangelo, risalente al XII secolo), nel 2012 si è fregiata del riconoscimento di comune Gioiello D’Italia. A colpire nel suo centro storico è il contrasto tra la basse case bianche e la pietra grigia delle architetture religiose. Tra queste domina il tardo barocco di stile già ampiamente pugliese.
Pietragalla
Pietragalla è il comune simbolo di una specifica archeologia e architettura rurale. Raggiungendo l’abitato – posto su un altipiano terrazzato a oltre 800 metri sul livello del mare – si possono ammirare circa 200 “palmenti”, rincantucciati.

Quelle che sembrano abitazioni rurali di un lontano passato formano in realtà un complesso di grotte che ha origine nella prima metà del XIX secolo, frutto dei vignaiuoli del posto, esempio unico in Basilicata e forse in Europa. Si tratta di strutture scavate nel tufo, in perfetta armonia con il contesto territoriale, composte da due o quattro vasche in cui avveniva, fino alla fine degli anni sessanta, la pigiatura con i piedi delle uve e la fermentazione del mosto. Il vino ottenuto veniva depositato poi in botti in legno, di artigiana fattura, sistemate nelle altrettanto caratteristiche grotte (Rutt) del centro storico. Da segnalare, nel borgo, anche il cinquecentesco palazzo ducale in pietra.
Pietrapertosa
Come Castelmezzano e altri comuni lucani, Pietrapertosa è uno dei “Borghi più belli d’Italia”, arrampicato sulle Piccole Dolomiti Lucane e immerso nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato.

L’incantevole paese è costruito interamente sulla roccia nuda, quasi incastonato come la più preziosa delle pietre. Si raggiunge percorrendo l’unica strada principale e si svela dietro alla grande massa rocciosa che è posta proprio all’ingresso.
Il suo nome, Pietraperciata, che vuol dire “pietra forata”, deriva dalla presenza di una grande rupe sfondata da parte a parte.
Preservando la sua natura di roccaforte, Pietrapertosa si snoda fino ai piedi dell’antico e suggestivo castello saraceno anch’esso scavato nella roccia. Proprio qui, nella parte più alta del paese, ci si ritrova all’interno di un mondo magico: l’Arabata, il quartiere più antico che svela le origini arabe del paese e si mostra in tutta la sua spettacolare bellezza.
Piccole case contadine, incastrate l’una nell’altra e quasi poggiate alla roccia scoscesa, un labirinto di stradine e scalette tutte in salita, costituiscono il quartiere rimasto invariato nel tempo.
Più ci si addentra nel borgo, più ci si accorge di come Pietrapertosa sia circondata da dirupi scoscesi e un paesaggio mozzafiato. Qui, come a Castelmezzano, si sorvolano le Piccole Dolomiti Lucane, con il “Volo dell’Angelo”, e si assiste al misterioso “matrimonio” tra gli alberi.
Rivello
Rivello è un borgo suggestivo della provincia di Potenza, arroccato a 479 metri di altitudine sulle pendici del Monte Coccovello. Situato in posizione panoramica tra la valle del Noce e il Golfo di Policastro, conserva un centro storico di grande fascino che unisce architettura medievale, rinascimentale e barocca, in un intrico di vicoli, archi e scalinate che raccontano secoli di storia.

Le origini di Rivello risalgono al periodo bizantino, quando sorse come insediamento monastico. Successivamente, con i Longobardi e i Normanni, il borgo assunse un ruolo strategico nella difesa della valle. Durante il Medioevo conobbe una forte influenza delle comunità religiose, in particolare francescani e domenicani, che arricchirono il territorio di conventi e chiese. Nei secoli successivi il borgo visse una fioritura culturale ed economica, soprattutto nel periodo rinascimentale e barocco, che ancora oggi si riflette nel suo patrimonio artistico.
Visita Rivello
Rivello custodisce un ricco patrimonio architettonico e artistico, frutto delle sue vicende storiche:
- Convento di Sant’Antonio, con un chiostro affrescato e un ciclo pittorico di grande pregio.
- Chiesa Madre di San Nicola di Bari, con un campanile romanico e opere d’arte sacra.
- Chiesa di Santa Maria del Poggio, in posizione panoramica.
- Centro storico medievale, con vicoli, archi e case in pietra che creano un’atmosfera unica.
- Resti delle fortificazioni medievali, che testimoniano il ruolo difensivo del borgo.
Eventi
Il calendario di Rivello è scandito da feste religiose e manifestazioni culturali. La più importante è la Festa di San Nicola di Bari, patrono del borgo, che si celebra a maggio e dicembre con processioni e riti tradizionali. Importanti anche le celebrazioni della Settimana Santa, caratterizzate da antiche processioni. In estate si svolgono sagre e festival musicali che animano il borgo.
Prodotti tipici
La cucina di Rivello è legata alla tradizione lucana e alle produzioni agricole locali:
- Pasta fatta a mano, come strascinati e fusilli.
- Salumi artigianali, in particolare soppressata e salsiccia.
- Formaggi di pecora e capra, tra cui ricotta e pecorino.
- Piatti a base di legumi, tra cui ceci e fagioli.
- Dolci tradizionali a base di miele e mandorle.
Turismo enogastronomico
Agriturismi e ristoranti di Rivello offrono la possibilità di degustare piatti tipici preparati secondo ricette tradizionali. Le sagre estive rappresentano un momento di incontro tra cultura e gastronomia, permettendo ai visitatori di conoscere i sapori genuini del territorio in un clima conviviale.
Attività all’aperto
Rivello è circondato da un paesaggio naturale ideale per escursioni e attività all’aperto. I sentieri che attraversano il Monte Coccovello offrono panorami spettacolari sul Golfo di Policastro e sulla valle del Noce, perfetti per il trekking e le passeggiate naturalistiche. La vicinanza con il Parco Nazionale del Pollino amplia le possibilità di escursioni, sport outdoor e turismo naturalistico
Rotondella
Rotondella, in provincia di Matera, è un pittoresco borgo lucano che sorge a 576 metri di altitudine. Arroccato su un colle con vista sul Mar Ionio, è conosciuto come il “balcone dello Ionio” per i panorami mozzafiato che offre sulla costa e sulle colline circostanti. Il suo centro storico, fatto di vicoli stretti e case in pietra, conserva l’atmosfera autentica dei paesi lucani.

Il borgo ha origini medievali e sorse come insediamento fortificato, sfruttando la posizione dominante che ne garantiva la difesa. Nel corso dei secoli fu controllato da diverse famiglie feudali, tra cui i Sanseverino, che lasciarono una traccia significativa nel tessuto urbano. Durante l’età moderna mantenne una forte vocazione agricola e commerciale, grazie anche alla vicinanza con la costa ionica.
Visita Rotondella
Rotondella conserva un patrimonio architettonico e naturalistico di grande interesse:
- Centro storico medievale, con vicoli caratteristici e scorci panoramici.
- Chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie, edificata nel XVI secolo.
- Torre del Carcere, simbolo del borgo e memoria della sua funzione difensiva.
- Cappella di Sant’Antonio, con testimonianze di devozione popolare.
- Belvedere panoramici, che offrono vedute spettacolari sul Mar Ionio e sulla campagna circostante.

Eventi
Il calendario di Rotondella è scandito da feste religiose e popolari, tra cui la Festa patronale di San Antonio da Padova, molto sentita dalla comunità. Durante l’estate si svolgono sagre e manifestazioni culturali, che animano le piazze del borgo con musica, spettacoli e degustazioni dei prodotti tipici.
Prodotti tipici
La cucina di Rotondella si lega strettamente alla tradizione lucana e ai prodotti della terra:
- Olio extravergine d’oliva, di qualità eccellente.
- Legumi locali, in particolare ceci e fagioli.
- Pasta fatta a mano, come strascinati e orecchiette.
- Salumi artigianali, tra cui soppressata e salsiccia.
- Formaggi pecorini e ricotta.
- Dolci tradizionali delle feste.
Turismo enogastronomico
Agriturismi e ristoranti di Rotondella offrono un percorso di gusto che unisce i piatti tipici del borgo ai sapori della costa ionica. Le sagre e le feste popolari permettono di degustare prodotti genuini in un contesto conviviale, rendendo il turismo enogastronomico uno dei punti di forza del territorio.
Attività all’aperto
La posizione privilegiata del borgo permette di abbinare mare e montagna. Nei dintorni si possono intraprendere escursioni tra i boschi e i sentieri collinari, ideali per il trekking e le passeggiate panoramiche. La vicinanza con la costa ionica consente inoltre di raggiungere facilmente le spiagge e praticare attività balneari, rendendo Rotondella una meta versatile per chi ama la natura e il relax.
San Costantino Albanese
Avremmo potuto selezionare tanti altri piccoli e affascinanti borghi tra quelli abbarbicati sulle pendici del massiccio del Pollino, paesi-porta di accesso al più grande Parco Nazionale italiano. Proponiamo San Costantino in quanto testimone, insieme al vicino San Paolo Albanese, di una minoranza etnica (quella arbëreshë appunto), la cui identità e cultura sono ancora vivissime in molti centri a cavallo tra Basilicata e Calabria.

Il borgo nasce con l’insediamento in Val Sarmento di popolazioni albanesi esuli dai territori balcanici sud – occidentali, in seguito alla migrazioneavvenuta nel 1534 con la caduta della fortezza albanese di Korone sotto il controllo turco. Vale una visita – oltre che come base per avventurarsi tra i boschi e le praterie di vetta del Pollino – per scoprire questa cultura. L’antico idioma è addirittura usato dalla popolazione del luogo come lingua madre. Il centro storico ospita l’Etnomuseo della Civiltà Contadina Arbëreshë, che dispone anche di un laboratorio per la costruzione di strumenti musicali tipici. Dal 2013, inoltre, è possibile sperimentarvi il “Volo dell’Aquila”, struttura che consente di far provare la simulazione di un volo in deltaplano a 4 persone contemporaneamente!
Sasso di Castalda
Sasso di Castalda è un suggestivo borgo della provincia di Potenza, situato a circa 949 metri di altitudine, incastonato tra i monti della Val d’Agri. Il paese è circondato da un paesaggio montano spettacolare, fatto di boschi, gole e vallate, ed è oggi una delle mete turistiche più apprezzate per chi ama natura, avventura e tradizioni lucane.

Le origini di Sasso di Castalda risalgono al periodo medievale, quando il borgo venne edificato come presidio difensivo lungo le vie di collegamento tra la Campania e la Basilicata. Il nome stesso, “Sasso”, richiama la posizione arroccata del paese su uno sperone roccioso. Nei secoli successivi fu conteso da diverse famiglie feudali, tra cui i Sanseverino, che lo mantennero a lungo sotto il loro dominio. La sua storia si lega anche alle vicende del brigantaggio postunitario, fenomeno molto diffuso nell’area lucana.
Visita Sasso di Castalda
Sasso di Castalda offre un centro storico affascinante, con scorci caratteristici e monumenti che raccontano la sua storia.
- Chiesa Madre di San Nicola di Bari, con interni ricchi di opere sacre.
- Cappella della Madonna delle Grazie, situata poco fuori dal centro abitato.
- Castello medievale, oggi in rovina ma ancora suggestivo.
- Ponte alla Luna, spettacolare ponte tibetano sospeso nel vuoto, una delle principali attrazioni turistiche.
- Vicoli e belvederi che regalano viste panoramiche sulle montagne circostanti.
Eventi
Tra le manifestazioni più importanti spicca la Festa patronale di San Rocco, celebrata ad agosto con grande partecipazione popolare. Molto sentite sono anche le celebrazioni della Settimana Santa, con riti suggestivi che affondano le radici nella tradizione popolare. Durante l’estate, il borgo ospita rassegne culturali, spettacoli e sagre legate ai prodotti tipici locali.
Prodotti tipici
La cucina di Sasso di Castalda conserva i sapori autentici della tradizione lucana:
- Formaggi locali come pecorino e ricotta fresca.
- Salumi artigianali, in particolare soppressata e salsiccia.
- Piatti a base di legumi, tra cui fagioli e ceci.
- Pasta fatta a mano, come le lagane con i ceci.
- Dolci tradizionali delle feste, spesso a base di miele e mandorle.
Turismo enogastronomico
Il borgo offre esperienze enogastronomiche legate al territorio, con ristoranti e agriturismi che propongono piatti tipici cucinati secondo le antiche ricette contadine. Degustazioni guidate e sagre rappresentano un’occasione per apprezzare la genuinità dei prodotti e l’ospitalità locale, che mantiene vivo il legame con la tradizione.
Grazie alla sua posizione tra montagne e vallate, Sasso di Castalda è un vero paradiso per gli amanti dell’avventura. I visitatori possono vivere l’emozione del Ponte alla Luna, un ponte sospeso che offre un’esperienza adrenalinica unica e panorami spettacolari. I boschi circostanti sono attraversati da sentieri ideali per escursioni a piedi e in mountain bike, con itinerari che conducono verso la vetta del Monte Arioso e altre aree di interesse naturalistico. D’inverno, la vicinanza alle piste da sci del comprensorio Sellata-Arioso rende il borgo una meta attrattiva anche per gli sport invernali
Satriano di Lucania
Satriano di Lucania, in provincia di Potenza, è un borgo immerso nel cuore delle Dolomiti Lucane, noto come la “città dei murales” per le numerose pitture murali che adornano le facciate delle case del centro storico. Il paese unisce fascino medievale, arte contemporanea e un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, rendendolo una delle mete più suggestive della Basilicata interna.

Le origini di Satriano di Lucania affondano nell’antica città di Satrianum, distrutta nel 1420, i cui abitanti si trasferirono nell’attuale sito. Durante il Medioevo fu un centro fortificato strategico, legato al controllo dei territori montani circostanti. Nei secoli successivi subì dominazioni di diversi feudatari, mantenendo sempre una forte identità culturale. La memoria della Satrianum antica resta ancora viva nelle tradizioni e nelle leggende popolari tramandate dagli abitanti.
Cosa vedere
Il borgo è caratterizzato da un centro storico pittoresco e dalla diffusione di opere artistiche moderne.
- Murales di Satriano, che raccontano episodi di vita quotidiana, leggende e tradizioni popolari.
- Chiesa di San Giovanni Battista, edificio religioso di grande importanza, che custodisce pregiate opere d’arte sacra.
- Resti dell’antica Satrianum, che permettono di rivivere la storia del borgo originario.
- Convento di San Francesco, fondato nel XIII secolo, che rappresenta una tappa culturale e spirituale.
Eventi
Satriano di Lucania è famoso per la Foresta che cammina, una delle più suggestive tradizioni del Carnevale lucano: i partecipanti, vestiti da alberi, sfilano per le vie del borgo in un rito che unisce mito, natura e religiosità. Di rilievo anche la Festa patronale di San Rocco ad agosto e le manifestazioni culturali legate ai murales e alla musica popolare.

Prodotti tipici
La tradizione gastronomica di Satriano si basa su ingredienti semplici e genuini:
- Salumi tipici lucani, come la soppressata.
- Formaggi locali, tra cui pecorino e caciocavallo.
- Piatti a base di legumi, come ceci e fagioli.
- Pasta fresca fatta in casa, spesso accompagnata da sughi rustici.
- Dolci tradizionali legati al Carnevale e alle festività religiose.
Turismo enogastronomico
Satriano di Lucania offre un’esperienza che unisce arte, natura e cucina. Le osterie e gli agriturismi locali propongono menù che valorizzano le ricette tipiche lucane, accompagnate da vini regionali come l’Aglianico del Vulture. Il turismo enogastronomico si arricchisce anche grazie alla possibilità di partecipare a sagre e feste popolari che celebrano i prodotti del territorio.
Il borgo, circondato dalle Dolomiti Lucane, è anche una meta ideale per gli amanti della natura e dell’escursionismo. Sentieri e percorsi naturalistici conducono a boschi, vallate e panorami mozzafiato, rendendo Satriano un punto di partenza perfetto per scoprire il paesaggio autentico della Basilicata.
Tolve
Tolve è un borgo lucano della provincia di Potenza, immerso nel paesaggio dolce e ondulato della Basilicata centrale, a ridosso delle pendici dell’Appennino. Il paese sorge a circa 568 metri di altitudine e conserva un fascino antico, legato alla sua storia medievale e alle tradizioni religiose che ancora oggi ne caratterizzano l’identità.

Le origini di Tolve risalgono all’epoca lucana e romana, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nella zona. In epoca medievale il borgo crebbe attorno al castello normanno, assumendo un ruolo strategico di difesa nel controllo del territorio. Successivamente passò sotto varie signorie, tra cui i Sanseverino e i Guevara, che ne segnarono le vicende storiche ed economiche. Durante l’età moderna, il borgo mantenne una forte vocazione agricola, che resta tuttora centrale nella vita della comunità.
Visita Tolve
Passeggiando per il centro storico di Tolve si possono ammirare testimonianze di un ricco passato.
- Castello normanno, che domina l’abitato dall’alto con i suoi resti suggestivi.
- Chiesa Madre di San Nicola, con pregevoli opere d’arte sacra.
- Santuario di San Rocco, costruito in onore del patrono e importante meta di pellegrinaggio.
- Museo archeologico locale, che conserva reperti risalenti all’epoca lucana e romana.
- Vicoli e scorci medievali che raccontano l’anima autentica del borgo.
Eventi
Tolve è particolarmente conosciuto per la Festa di San Rocco, patrono del borgo, celebrata con grande devozione il 16 agosto e il 16 settembre. Si tratta di una delle feste religiose più sentite della Basilicata, con processioni, canti, fuochi pirotecnici e pellegrinaggi che richiamano fedeli da tutta Italia. Altre ricorrenze di rilievo sono le feste patronali minori e le sagre dedicate ai prodotti tipici del territorio.
Prodotti tipici
La gastronomia di Tolve rispecchia la tradizione lucana, semplice e genuina:
- Pane casereccio cotto a legna.
- Salumi tipici come soppressata e capocollo.
- Formaggi ovini e caprini, tra cui pecorino e ricotta fresca.
- Legumi, in particolare ceci e fagioli.
- Olio extravergine d’oliva del territorio.
- Dolci tradizionali preparati durante le festività.
Turismo enogastronomico
Osterie, ristoranti e agriturismi di Tolve offrono un’esperienza autentica, con piatti della tradizione locale arricchiti da prodotti freschi e di stagione. Le sagre, soprattutto quelle legate a San Rocco e ai raccolti, rappresentano occasioni per scoprire e degustare le specialità della cucina contadina.
Attività all’aperto
Immerso tra colline e aree boschive, Tolve è un punto di partenza ideale per escursioni e trekking alla scoperta della natura lucana. Sentieri panoramici conducono a eremi, chiesette rurali e punti di osservazione da cui ammirare scorci suggestivi. Gli appassionati possono praticare ciclismo e passeggiate nella campagna circostante, caratterizzata da ulivi, vigneti e campi coltivati.
Trecchina
Trecchina, in provincia di Potenza, è un pittoresco borgo immerso nel verde della Valle del Noce, circondato da boschi di castagni e panorami che spaziano fino al Mar Tirreno. Situato a circa 500 metri di altitudine, è una meta ideale per chi cerca tranquillità, autenticità e natura incontaminata, senza rinunciare a un ricco patrimonio storico e culturale.

Le origini di Trecchina risalgono al periodo medievale, quando il borgo si sviluppò come piccolo centro agricolo e pastorale. Nel corso dei secoli subì dominazioni bizantine, longobarde e normanne, fino a entrare nell’orbita dei grandi feudi lucani. La posizione strategica tra il mare e l’entroterra ne favorì i commerci e i contatti culturali. Ancora oggi il borgo conserva tracce del suo passato in architetture, tradizioni e leggende.
Visita Trecchina
Trecchina offre un centro storico ricco di scorci caratteristici e monumenti di interesse.
- Chiesa Madre di San Michele Arcangelo, con impianto originario medievale e successivi arricchimenti barocchi.
- Santuario della Madonna del Soccorso, importante meta di pellegrinaggio immersa nella natura.
- Palazzo Labanchi e altri edifici storici che testimoniano l’antica vita nobiliare.
- Belvedere panoramici, che regalano viste spettacolari sul golfo di Policastro e sul paesaggio montano circostante.
Eventi
Il borgo è animato da numerose feste e tradizioni popolari. Tra le più sentite vi è la Festa della Madonna del Soccorso, che richiama pellegrini da tutta la regione, e le celebrazioni di San Michele Arcangelo, patrono del paese. Grande richiamo hanno anche sagre e manifestazioni legate ai prodotti tipici, in particolare quelle dedicate alla castagna.
Prodotti tipici
La gastronomia di Trecchina è fortemente legata alle risorse del territorio:
- Castagne, utilizzate fresche, secche o trasformate in dolci e farine.
- Salumi artigianali, come soppressata e salsiccia lucana.
- Formaggi tradizionali, tra cui pecorino e caciocavallo.
- Miele e prodotti derivati.
- Dolci locali, come le castagnacce e i biscotti tradizionali.
Turismo enogastronomico
Trecchina è una tappa ideale per chi vuole abbinare natura e cucina. Agriturismi e ristoranti offrono piatti tipici preparati con ingredienti locali, accompagnati da vini lucani e prodotti di stagione. In autunno, il borgo si trasforma in un punto di riferimento per gli amanti della castagna, con feste e mercatini che celebrano questo frutto simbolo del territorio.
Immerso tra boschi e montagne, Trecchina è anche un luogo perfetto per le attività all’aperto. Escursioni a piedi o in bicicletta conducono a paesaggi spettacolari, mentre i sentieri permettono di scoprire antiche mulattiere, eremi e angoli incontaminati della Valle del Noce. La sua vicinanza al mare, inoltre, lo rende un punto strategico per chi desidera alternare montagna e spiagge tirreniche.
Tricarico
Cittadina arabo-normanna. Così la si definisce diffusamente, sottolineando come il suo impianto urbanistico medioevale, su tre colli, sia tra i meglio conservati in Basilicata.

E a ben dire. Il comune dell’alta collina materana ha una storia lungae riccamente ancora ben documentata, il cui prestigio è legato in gran parte alla sua antica diocesi, attestata prima dell’anno mille e in origine di rito bizantino.
La Torre Normanna è l’espressione più evidente di quell’epoca storica. Un maschio inserito in quello che era un castello del IX secolo, prima di essere donato alla Clarisse nel 1033 e trasformato nel ricchissimo monastero di Santa Chiara. A questo maniero succedette il Palazzo Ducale, dimora dei conti normanni di Tricarico (in primis la prestigiosa famiglia dei Sanseverino). Lo si ammira nel cuore storico della città, a pochi passi dal Duomo edificato nell’anno mille per volere del normanno Roberto il Guiscardo. Unica cattedrale lucana a vantare un ingresso a doppio arco, nel 1383 ospitò nientemeno che l’incoronazione di un re di Napoli, Luigi I d’Angiò.
A pochi passi, tra il palazzo vescovile e quello ducale, si apre un varco. È la Porta Vecchia o Arco di re Ladislao, una delle diverse vie di accesso alla città fortificata tutt’ora ammirabili. E il passato arabo? Tricarico fu roccaforte araba nell’800, prima che divenisse fortificazione bizantina e poi feudo normanno. E la sua traccia nel tessuto urbano è più che viva nei rioni della Saracena e della Ràbata. Il primo si sviluppa attorno a un fortilizio del quale si conserva ancora la torre, la porta e parte delle mura; il secondo è il quartiere residenziale di epoca araba, cui si accede attraverso una porta protetta da una piccola torre contigua.
Tursi
Il centro a cavallo tra le valli dell’Agri e del Sinni, dalla forte impronta saracena, vanta un nucleo abitativo primordiale suggestivamente limitato da ogni lato da profondi calanchi, tipici della collina lucana. Si tratta della Rabatana, così battezzato appunto dalle popolazioni arabe che dominarono il borgo dopo che fu fondato dai Goti nel V secolo. La peculiarità di questo luogo sono le case basse in pietra a circondare un antico castello. I cunicoli sotterranei di quella che fu la dimora di signorotti locali e marchesi fino al 1500 sono addirittura ancora visibili.

Alla Rabatana si accede da un’ampia e ripida gradinata chiamata in dialetto petrizze e costruita dal duca Carlo Doria, nipote di Andrea, signore di Genova. La struttura si accrebbe in realtà anche dopo la cacciata dei Saraceni, in epoca bizantina, quando Tursi era sede vescovile di rito greco e capoluogo. Nei suoi vicoli il richiamo è ai i versi del poeta dialettale novecentesco Albino Pierro, nativo di Tursi. Passeggiando nel centro storico a valle della Rabatana, si resta invece affascinati dai diversi palazzi gentilizi, dagli stretti vicoli e dai tipici archi tra le abitazioni.
Nei dintorni, da non perdere la borgata di Anglona. Questa antica città romana nota per l’omonimo santuario dell’anno mille e costruito in tufo e travertino, è infatti monumento nazionale dal 1931.
Valsinni

Un comune tutto “da sfogliare” e parzialmente più noto, adagiato tra il Pollino e il mare (Jonio). Nelle sale del Castello dei Morra – sede dell’omonimo Parco Letterario – risuonano i versi struggenti della poetessa Isabella. Figlia del feudatario e voce originale della lirica femminile del ‘500, gli echi della sua storia non sono definibili in altro modo che tragici. Fu uccisa infatti dall’ira dei fratelli a causa del presunto legame sentimentale con Diego Sandoval de Castro, signore della vicina Bollita(l’attuale Nova Siri), con cui Isabella aveva intrecciato una relazione epistolare incentrata proprio sulla letteratura. Sui fianchi del contrafforte roccioso su cui sorge il castello e ai suoi piedi si snodano i vicoli del borgo medievale, collegati tra loro dai caratteristici gafii (una visione molto comune in un viaggio in Basilicata), stretti passaggi coperti a volta che si aprono al di sotto delle antiche case.
Venosa
Venosa, in provincia di Potenza, è uno dei borghi più celebri della Basilicata, noto per il suo straordinario patrimonio storico e culturale. Inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, è famoso come città natale del poeta latino Orazio e come centro di grande importanza durante l’epoca romana e medievale. La sua posizione, ai piedi del Vulture, lo rende un luogo affascinante dove arte, archeologia e tradizioni convivono armoniosamente.

Le origini di Venosa risalgono al 291 a.C., quando i Romani fondarono la colonia Venusia dopo la conquista dei Sanniti. La città conobbe un periodo di grande prosperità in età imperiale, grazie alla sua posizione lungo la via Appia. Nel Medioevo fu un importante centro religioso e politico, segnato dalla presenza longobarda e normanna. Tra i personaggi illustri che vi nacquero o vi operarono, oltre ad Orazio, si ricordano importanti figure ecclesiastiche e nobiliari.
Visita Venosa
Venosa è un vero e proprio museo a cielo aperto, ricco di testimonianze archeologiche e monumentali.
- Area archeologica romana, con resti di domus, terme, mosaici e l’anfiteatro.
- Abbazia della Santissima Trinità, complesso religioso che racchiude la cosiddetta Incompiuta, basilica mai terminata ma di grande fascino.
- Castello Aragonese, costruito nel XV secolo, oggi sede del Museo Archeologico Nazionale di Venosa.
- Cattedrale di Sant’Andrea Apostolo, che testimonia la lunga tradizione religiosa della città.
- Casa di Orazio, legata alla memoria del grande poeta latino.
Eventi
Venosa mantiene viva la sua identità attraverso manifestazioni che uniscono cultura, fede e folklore. Di particolare rilievo la Festa di San Rocco ad agosto, con processioni e momenti di grande partecipazione popolare. Importanti anche eventi culturali come il Festival Oraziano, che celebra la figura del poeta con spettacoli teatrali, concerti e incontri letterari.
Prodotti tipici
La tradizione gastronomica di Venosa è ricca e legata al territorio vulcanico del Vulture:
- Vino Aglianico del Vulture DOCG, tra i più pregiati d’Italia.
- Pane di Venosa, preparato con grani locali.
- Salumi tipici come soppressata e capocollo.
- Formaggi come pecorino e caciocavallo podolico.
- Piatti rustici a base di legumi e verdure.
- Dolci caserecci legati alle feste, come taralli e biscotti al miele.
Turismo enogastronomico
Il borgo è una meta privilegiata per chi ama unire arte e cucina. Cantine e agriturismi della zona offrono degustazioni di Aglianico del Vulture accompagnato da salumi e formaggi tipici. Itinerari enogastronomici permettono di scoprire non solo la città e i suoi monumenti, ma anche i sapori autentici della Basilicata, in un equilibrio perfetto tra cultura e gusto.
Oltre alla ricchezza storica e artistica, Venosa è circondata da un paesaggio naturale che invita a passeggiate ed escursioni tra vigneti, colline e borghi vicini, offrendo un’esperienza completa tra storia, natura ed enogastronomia.

TOFFIA
Rieti, Lazio

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molto belli davvero splendidi
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Grazie! Abbiamo cercato di individuare i più belli, ma certamente ce ne saranno anche altri degni di nota, visto la bellezza della nostra Italia!