Una strategia dal produttore al consumatore (UE)

Per un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente

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Mucca al pascolo con vitellino

INDICE

1 – Necessità di intervenire

2 – Costruire una filiera alimentare che funziona per i consumatori, i produttori, il clima e l’ambiente

2.1 – Garantire la sostenibilità della produzione alimentare

2.2 – Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare

2.3 – Stimolare pratiche sostenibili nei settori della trasformazione alimentare, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghiero e dei servizi di ristorazione

2.4 – Promuovere un consumo alimentare sostenibile e agevolare il passaggio a regimi alimentari sani e sostenibili

2.5 – Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari

2.6 – Combattere le frodi alimentari lungo la filiera alimentare

3 – Favorire la transizione

3.1 – Ricerca, innovazione, tecnologia e investimenti

3.2 – Servizi di consulenza, condivisione di dati e conoscenze, competenze

4 – Promuovere la transizione globale

5 – Conclusioni

1 – Necessità di intervenire

Il Green Deal europeo illustra le modalità per rendere l’Europa il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050 definendo una nuova strategia di crescita sostenibile e inclusiva per stimolare l’economia, migliorare la salute e la qualità della vita delle persone, prendersi cura della natura e non lasciare indietro nessuno.

La strategia “Dal produttore al consumatore”, al centro del Green Deal, affronta in modo globale le sfide poste dal conseguimento di sistemi alimentari sostenibili, riconoscendo i legami inscindibili tra persone sane, società sane e un pianeta sano.

La strategia è inoltre un elemento centrale dell’agenda della Commissione per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (OSS) delle Nazioni Unite.

Tutti i cittadini e gli operatori di tutte le catene del valore, nell’UE e altrove, dovrebbero beneficiare di una transizione giusta, in particolare a seguito della pandemia di Covid-19 e della recessione economica.Il passaggio a un sistema alimentare sostenibile può apportare benefici ambientali, sanitari e sociali, offrire vantaggi economici e assicurare che la ripresa dalla crisi ci conduca su un percorso sostenibile[1].

Per il successo della ripresa e della transizione è essenziale garantire una sussistenza sostenibile ai produttori primari, che sono ancora svantaggiati in termini di reddito[2].

La pandemia di Covid-19 ha sottolineato l’importanza di un sistema alimentare solido e resiliente che funzioni in qualsiasi circostanza e sia in grado di assicurare ai cittadini un approvvigionamento sufficiente di alimenti a prezzi accessibili.

Ci ha inoltre reso estremamente consapevoli delle interrelazioni tra la nostra salute, gli ecosistemi, le catene di approvvigionamento, i modelli di consumo e i limiti del pianeta.

È evidente che dobbiamo fare molto di più per mantenere noi stessi e il pianeta in buone condizioni di salute.

L’attuale pandemia è solo un esempio: l’aumento della frequenza di siccità, inondazioni, incendi boschivi e nuovi organismi nocivi ci ricorda costantemente che il nostro sistema alimentare è minacciato e deve diventare più sostenibile e resiliente.

La strategia “Dal produttore al consumatore” costituisce un nuovo approccio globale al valore che gli europei attribuiscono alla sostenibilità alimentare.

Si tratta di un’opportunità per migliorare gli stili di vita, la salute e l’ambiente.

La creazione di un ambiente alimentare favorevole che agevoli la scelta di regimi alimentari sani e sostenibili andrà a vantaggio della salute e della qualità della vita dei consumatori e ridurrà i costi sanitari per la società. Le persone prestano un’attenzione sempre maggiore alle questioni ambientali, sanitarie, sociali ed etiche[3] e, ora più che mai, ricercano valore negli alimenti.

Anche se le società diventano più urbanizzate, le persone vogliono sentirsi più “vicine” agli alimenti che consumano, vogliono che siano freschi e meno lavorati e che provengano da fonti sostenibili. Inoltre le richieste di filiere più corte si sono intensificate durante l’attuale pandemia.

Vi è la necessità di mettere i consumatori nelle condizioni di scegliere alimenti sostenibili: tutti gli attori della filiera alimentare dovrebbero considerarla una loro responsabilità e un’opportunità.

I prodotti alimentari europei costituiscono già uno standard a livello globale, sinonimo di sicurezza, abbondanza, nutrimento e qualità elevata.

Questo è il risultato di anni di politiche dell’UE volte a proteggere la salute umana, degli animali e delle piante ed è frutto degli sforzi di agricoltori, pescatori e produttori del settore dell’acquacoltura.

I prodotti alimentari europei dovrebbero ora diventare lo standard globale anche in materia di sostenibilità. La presente strategia mira a ricompensare gli agricoltori, i pescatori e gli altri operatori della filiera alimentare che hanno già compiuto la transizione verso pratiche sostenibili, a consentire la transizione di tutti gli altri e a creare ulteriori opportunità per le loro attività.

Il settore agricolo dell’UE è l’unico grande sistema al mondo ad aver ridotto le emissioni di gas a effetto serra (del 20 % dal 1990[4]). Tuttavia, anche all’interno dell’UE, questo percorso non è stato lineare né uniforme tra uno Stato membro e l’altro. Inoltre la produzione, la trasformazione, la vendita al dettaglio, l’imballaggio e il trasporto di prodotti alimentari contribuiscono significativamente all’inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua e alle emissioni di gas a effetto serra, oltre ad avere un profondo impatto sulla biodiversità.

Sebbene la transizione dell’UE verso sistemi alimentari sostenibili sia iniziata in molte aree, i sistemi alimentari restano una delle principali cause dei cambiamenti climatici e del degrado ambientale.

Vi è l’impellente necessità di ridurre la dipendenza da pesticidi e antimicrobici, ridurre il ricorso eccessivo ai fertilizzanti, potenziare l’agricoltura biologica, migliorare il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità.

La legge sul clima[5] fissa l’obiettivo di un’Unione climaticamente neutra nel 2050. Entro settembre 2020 la Commissione presenterà un piano degli obiettivi climatici per il 2030, volto a modificare al rialzo l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra portandolo al 50 % o al 55 % rispetto ai livelli del 1990.

La strategia “Dal produttore al consumatore” stabilisce un nuovo approccio per garantire che l’agricoltura, la pesca, l’acquacoltura e la catena del valore alimentare contribuiscano adeguatamente a tale processo.

La transizione verso sistemi alimentari sostenibili rappresenta anche un’enorme opportunità economica.

Le aspettative dei cittadini evolvono e innescano un cambiamento significativo nel mercato alimentare. Si tratta di un’opportunità sia per gli agricoltori, i pescatori e i produttori del settore dell’acquacoltura sia per i trasformatori alimentari e i servizi di ristorazione.

Questa transizione consentirà loro di fare della sostenibilità il proprio marchio e di garantire il futuro della filiera alimentare dell’UE prima che lo facciano i loro concorrenti esteri. La transizione verso la sostenibilità rappresenta un’opportunità per tutti gli attori della filiera alimentare dell’UE, che possono accaparrarsi il “vantaggio del pioniere”.

È chiaro che la transizione non potrà avvenire senza un cambiamento nei regimi alimentari delle persone.

Tuttavia nell’UE 33 milioni di persone[6] non possono permettersi un pasto di qualità ogni due giorni e l’assistenza alimentare è essenziale per parte della popolazione in molti Stati membri. La sfida dell’insicurezza dell’approvvigionamento alimentare e dell’accessibilità economica degli alimenti rischia di inasprirsi durante una recessione economica: è pertanto essenziale agire per modificare i modelli di consumo e contenere gli sprechi alimentari.

Sebbene il 20 % circa degli alimenti prodotti vada sprecato[7], anche l’obesità è in aumento. Oltre la metà della popolazione adulta è attualmente in sovrappeso[8], il che contribuisce a un’elevata prevalenza di patologie legate all’alimentazione (tra cui vari tipi di cancro) e ai relativi costi sanitari.

Nel complesso i regimi alimentari europei non sono in linea con le raccomandazioni nutrizionali nazionali e nell’attuale “ambiente alimentare”[9] l’opzione più sana non è sempre quella più facilmente disponibile.

Se i regimi alimentari europei fossero conformi alle raccomandazioni nutrizionali, l’impronta ambientale dei sistemi alimentari sarebbe notevolmente ridotta.

È inoltre chiaro che non possiamo realizzare un cambiamento se non facciamo in modo che il resto del mondo cambi insieme a noi.

L’UE è il principale importatore ed esportatore di prodotti agroalimentari e il più grande mercato mondiale di prodotti ittici.

La produzione di prodotti di base può avere impatti ambientali e sociali negativi nei paesi in cui avviene.

Gli sforzi volti a inasprire i requisiti di sostenibilità nel sistema alimentare dell’UE dovrebbero pertanto essere accompagnati da politiche che contribuiscano a innalzare gli standard a livello mondiale al fine di evitare l’esternalizzazione e l’esportazione di pratiche non sostenibili.

Un sistema alimentare sostenibile sarà essenziale per conseguire gli obiettivi climatici e ambientali del Green Deal e nel contempo incrementare il reddito dei produttori primari e rafforzare la competitività dell’UE.

La presente strategia sostiene la transizione ponendo l’accento sulle nuove opportunità per i cittadini e gli operatori alimentari.

2. Costruire una filiera alimentare che funziona per i consumatori, i produttori, il clima e l’ambiente

L’UE si propone di ridurre l’impronta ambientale e climatica del suo sistema alimentare e rafforzarne la resilienza, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare di fronte ai cambiamenti climatici e alla perdita di biodiversità, guidare la transizione globale verso la sostenibilità competitiva dal produttore al consumatore e sfruttare le nuove opportunità. Questo significa:

  • fare in modo che la filiera alimentare, che abbraccia la produzione, il trasporto, la distribuzione, la commercializzazione e il consumo di prodotti alimentari, abbia un impatto ambientale neutro o positivo, preservando e ripristinando le risorse terrestri, marine e di acqua dolce da cui il sistema alimentare dipende, contribuire a mitigare i cambiamenti climatici e adattarsi ai loro effetti, proteggere i terreni, il suolo, l’acqua, l’aria, la salute delle piante e la salute e il benessere degli animali e invertire la perdita di biodiversità;
  • garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, la nutrizione e la salute pubblica, assicurandosi che tutti abbiano accesso ad alimenti nutrienti e sostenibili in quantità sufficienti che rispettino standard elevati in materia di sicurezza e qualità, salute delle piante e salute e benessere degli animali e che nel contempo soddisfino le esigenze nutrizionali e le preferenze alimentari; e
  • preservare l’accessibilità economica degli alimenti generando nel contempo rendimenti economici più equi nella catena di approvvigionamento, con l’obiettivo ultimo di rendere gli alimenti più sostenibili anche i più accessibili dal punto di vista economico, migliorare la competitività del settore UE dell’approvvigionamento, promuovere il commercio equo e creare nuove opportunità commerciali, garantendo allo stesso tempo l’integrità del mercato unico e la salute e la sicurezza sul lavoro.

La sostenibilità dei sistemi alimentari è una questione globale e i sistemi alimentari dovranno adattarsi per far fronte a sfide eterogenee.

L’UE potrà rivestire un ruolo determinante nella definizione degli standard globali grazie alla presente strategia, che fissa obiettivi chiave in settori prioritari per l’Unione nel suo complesso. Oltre alle nuove iniziative politiche, l’applicazione della legislazione vigente, in particolare per quanto riguarda il benessere degli animali, l’uso dei pesticidi e la protezione dell’ambiente, è essenziale per garantire una transizione equa.

L’approccio terrà conto dei diversi punti di partenza e delle differenze in termini di potenziale di miglioramento degli Stati membri. Riconoscerà inoltre che la transizione verso la sostenibilità del sistema alimentare modificherà il tessuto economico e i modelli di interazione di molte regioni dell’UE. L’assistenza tecnica e finanziaria di strumenti dell’UE già esistenti, come i fondi di coesione e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), sosterrà la transizione.

Le nuove iniziative legislative saranno basate sugli strumenti per legiferare meglio della Commissione. Le valutazioni d’impatto, basate su consultazioni pubbliche, sulle previsioni degli effetti ambientali, sociali ed economici e su analisi che evidenziano le ripercussioni per le piccole e medie imprese (PMI) e le implicazioni in termini di promozione o rallentamento dell’innovazione, aiuteranno a prendere decisioni politiche efficienti mantenendo i costi al minimo, in linea con gli obiettivi del Green Deal.

Al fine di accelerare e facilitare la transizione e garantire che tutti gli alimenti immessi sul mercato dell’UE diventino sempre più sostenibili, la Commissione formulerà una proposta legislativa per un quadro per un sistema alimentare sostenibile entro la fine del 2023. Tale quadro promuoverà la coerenza delle politiche a livello dell’UE e nazionale, integrerà la sostenibilità in tutte le politiche in ambito alimentare e rafforzerà la resilienza dei sistemi alimentari.

A seguito di un’ampia consultazione e di una valutazione d’impatto, la Commissione elaborerà definizioni comuni e requisiti e principi generali per i sistemi alimentari e gli alimenti sostenibili. Il quadro prenderà inoltre in esame le responsabilità di tutti gli attori del sistema alimentare.

Coniugato alla certificazione e all’etichettatura relative alle prestazioni in termini di sostenibilità dei prodotti alimentari e a incentivi mirati, il quadro consentirà agli operatori di trarre beneficio dalle pratiche sostenibili e di innalzare progressivamente gli standard in materia di sostenibilità, in modo che diventino la norma per tutti i prodotti alimentari immessi sul mercato dell’UE.

2.1 – Garantire la sostenibilità della produzione alimentare

Tutti gli attori della filiera alimentare devono fare la loro parte per assicurarne la sostenibilità.

Gli agricoltori, i pescatori e i produttori del settore dell’acquacoltura devono trasformare i loro metodi di produzione in modo più rapido e sfruttare al meglio le soluzioni basate sulla natura, sulle tecnologie, sul digitale e sullo spazio per conseguire migliori risultati climatici e ambientali, aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici e ridurre e ottimizzare l’uso di fattori di produzione (ad esempio pesticidi e fertilizzanti).

Queste soluzioni richiedono investimenti dal punto di vista umano e finanziario, ma promettono anche rendimenti più elevati creando valore aggiunto e riducendo i costi.

Un esempio di nuovo modello di business verde è il sequestro del carbonio da parte di agricoltori e silvicoltori. Le pratiche agricole che eliminano la CO2 dall’atmosfera contribuiscono all’obiettivo della neutralità climatica e dovrebbero essere ricompensate attraverso la politica agricola comune (PAC) o altre iniziative pubbliche o private (mercato del carbonio[10]).

Una nuova iniziativa dell’UE per il sequestro del carbonio nei suoli agrari (carbon farming) nell’ambito del patto per il clima promuoverà questo nuovo modello di business, che offre agli agricoltori una nuova fonte di reddito e aiuta altri settori a decarbonizzare la filiera alimentare. Come annunciato nel piano d’azione per l’economia circolare (CEAP)[11], la Commissione elaborerà un quadro normativo per la certificazione degli assorbimenti di carbonio basato su una contabilizzazione del carbonio solida e trasparente al fine di monitorare e verificare l’autenticità degli assorbimenti.

La bioeconomia circolare presenta ancora un potenziale largamente non sfruttato per gli agricoltori e le loro cooperative. Ad esempio, le bioraffinerie avanzate che producono biofertilizzanti, mangimi proteici, bioenergia e sostanze biochimiche offrono opportunità per la transizione verso un’economia europea a impatto climatico zero e la creazione di nuovi posti di lavoro nella produzione primaria.

Gli agricoltori dovrebbero sfruttare le possibilità di ridurre le emissioni di metano provenienti dall’allevamento del bestiame sviluppando la produzione di energia rinnovabile e investendo in digestori anaerobici per la produzione di biogas da rifiuti e residui agricoli, come il letame.

Le aziende agricole sono inoltre potenzialmente in grado di produrre biogas da altre fonti di rifiuti e residui, come l’industria alimentare e delle bevande, le acque nere, le acque reflue e i rifiuti urbani. Le case rurali e i capannoni sono spesso ideali per il collocamento di pannelli solari e i futuri piani strategici della PAC dovrebbero dare priorità a investimenti di questo tipo[12].

La Commissione intraprenderà azioni volte ad accelerare la diffusione sul mercato di queste e altre soluzioni per l’efficienza energetica nei settori agricolo e alimentare a condizione che tali investimenti siano realizzati in modo sostenibile e senza compromettere la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare o la biodiversità, nell’ambito delle iniziative e dei programmi per l’energia pulita.

L’uso di pesticidi chimici in agricoltura contribuisce all’inquinamento del suolo, dell’acqua e dell’aria, nonché alla perdita di biodiversità, e può danneggiare piante, insetti, uccelli, mammiferi e anfibi non bersaglio.

La Commissione ha già definito un indicatore di rischio armonizzato per quantificare i progressi compiuti nella riduzione dei rischi connessi ai pesticidi.

Tale indicatore mostra una riduzione del 20 % dei rischi derivanti dall’uso di pesticidi negli ultimi cinque anni. La Commissione intraprenderà azioni ulteriori per ridurre, entro il 2030, l’uso e il rischio complessivi dei pesticidi chimici del 50 % e l’uso dei pesticidi più pericolosi[13] del 50 %. Per preparare la strada alle alternative e mantenere i redditi degli agricoltori, la Commissione adotterà una serie di misure: rivedrà la direttiva sull’utilizzo sostenibile dei pesticidi, rafforzerà le disposizioni in materia di difesa integrata e promuoverà un maggiore utilizzo di metodi alternativi sicuri per proteggere i raccolti da organismi nocivi e malattie.

La difesa integrata incoraggerà l’uso di tecniche di controllo alternative, quali la rotazione delle colture e il diserbo meccanico, e sarà uno dei principali strumenti per ridurre l’uso dei pesticidi chimici in generale, e dei pesticidi più pericolosi in particolare, nonché la dipendenza da essi. Le pratiche agricole che riducono l’uso dei pesticidi attuate nell’ambito della PAC rivestiranno un’importanza fondamentale, e i piani strategici dovrebbero riflettere tale transizione e promuovere l’accesso alla consulenza.

La Commissione agevolerà inoltre l’immissione sul mercato di pesticidi contenenti sostanze attive biologiche, rafforzerà la valutazione del rischio ambientale dei pesticidi e interverrà per accorciare la durata del processo di autorizzazione dei pesticidi da parte degli Stati membri. La Commissione proporrà altresì modifiche al regolamento del 2009 relativo alle statistiche sui pesticidi[14] al fine di sopperire alle carenze di dati e promuovere l’elaborazione di politiche fondate su elementi concreti.

L’eccesso di nutrienti (in particolare azoto e fosforo) nell’ambiente, dovuto a un uso eccessivo e al fatto che non tutti i nutrienti utilizzati in agricoltura sono efficacemente assorbiti dalle piante, costituisce un’altra importante causa di inquinamento dell’aria, del suolo e dell’acqua, nonché degli impatti climatici[15], e ha provocato la diminuzione della biodiversità nei fiumi, nei laghi, nelle zone umide e nei mari[16].

La Commissione interverrà per ridurre le perdite di nutrienti di almeno il 50 % garantendo nel contempo che non si verifichi un deterioramento della fertilità del suolo.

Ciò porterà a una riduzione dell’uso dei fertilizzanti di almeno il 20 % entro il 2030. Tale obiettivo sarà conseguito mediante la piena attuazione e applicazione della pertinente normativa in materia di ambiente e clima, l’individuazione, in collaborazione con gli Stati membri, delle riduzioni del carico di nutrienti necessarie per raggiungere i risultati desiderati, l’applicazione di una fertilizzazione bilanciata e di una gestione sostenibile dei nutrienti e la migliore gestione dell’azoto e del fosforo in tutto il loro ciclo di vita.

La Commissione elaborerà con gli Stati membri un piano d’azione per la gestione integrata dei nutrienti al fine di contrastare l’inquinamento da nutrienti alla fonte e aumentare la sostenibilità del settore zootecnico. La Commissione collaborerà inoltre con gli Stati membri al fine di estendere l’applicazione di tecniche di fertilizzazione di precisione e pratiche agricole sostenibili, in particolare nei settori critici dell’allevamento intensivo del bestiame e della trasformazione dei rifiuti organici in fertilizzanti rinnovabili.

Tale obiettivo sarà conseguito mediante misure introdotte dagli Stati membri nei rispettivi piani strategici della PAC, quali lo strumento di sostenibilità per le aziende agricole relativo ai nutrienti[17], investimenti e servizi di consulenza, e mediante le tecnologie spaziali dell’UE (Copernicus e Galileo).

Il settore agricolo è responsabile del 10,3 % delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE.

Quasi il 70 % di esse proviene dal settore dell’allevamento[18] e consiste di gas a effetto serra diversi dalla CO2 (metano e protossido di azoto). Inoltre il 68 % della superficie agricola totale è destinato alla produzione animale[19].

Per contribuire a ridurre l’impatto ambientale e climatico dellaproduzione animale,evitare la rilocalizzazione delle emissioni di CO2 attraverso le importazioni e sostenere la transizione in corso verso un allevamento del bestiame più sostenibile, la Commissione agevolerà l’immissione sul mercato di additivi per mangimi sostenibili e innovativi e valuterà la possibilità di introdurre norme dell’UE volte a ridurre la dipendenza da materie prime per mangimi critiche (ad esempio soia coltivata su terreni disboscati) promuovendo le proteine vegetali coltivate nell’UE e materie prime per mangimi alternative quali gli insetti, le materie prime marine (ad esempio le alghe) e i sottoprodotti della bioeconomia (ad esempio gli scarti del pesce)[20].

La Commissione riesaminerà inoltre il programma dell’UE di promozione dei prodotti agricoli al fine di rafforzare il contributo di quest’ultimo alla produzione e al consumo sostenibili, in linea con l’evoluzione dei regimi alimentari.

Per quanto riguarda le carni, tale revisione dovrebbe concentrarsi sul modo in cui l’UE può utilizzare il programma di promozione per sostenere i metodi di produzione zootecnica più sostenibili ed efficienti in termini di emissioni di carbonio.

La Commissione valuterà inoltre rigorosamente eventuali proposte di sostegno accoppiato contenute nei piani strategici nella prospettiva della necessità di una sostenibilità globale.

La resistenza antimicrobica legata all’uso eccessivo e inadeguato degli antimicrobici nell’assistenza sanitaria umana e animale causa ogni anno, secondo le stime, la morte di 33 000 persone nell’UE/SEE[21] e genera notevoli costi sanitari.

La Commissione intraprenderà quindi azioni volte a ridurre del 50 % le vendite complessive nell’UE di antimicrobici per gli animali da allevamento e per l’acquacoltura entro il 2030.

I nuovi regolamenti sui medicinali veterinari e sui mangimi medicati prevedono un’ampia gamma di misure per contribuire al conseguimento di tale obiettivo e promuovere l’approccio “One Health”.

Il miglioramento del benessere degli animali si traduce nel miglioramento della salute degli animali e della qualità degli alimenti e in una minore necessità di medicinali, e può contribuire a preservare la biodiversità.

Si tratta inoltre di un aspetto evidentemente desiderato dai cittadini. La Commissione riesaminerà la normativa in materia di benessere degli animali, compresa quella sul trasporto e sulla macellazione degli animali, al fine di allinearla ai più recenti dati scientifici, ampliarne l’ambito di applicazione, renderne più semplice l’applicazione e, in ultima analisi, garantire un livello più elevato di benessere degli animali.

I piani strategici e i nuovi orientamenti strategici dell’UE per l’acquacoltura sosterranno questo processo. La Commissione prenderà inoltre in considerazione opzioni per l’etichettatura relativa al benessere degli animali per una migliore trasmissione del valore lungo la filiera alimentare.

I cambiamenti climatici comportano nuove minacce per la salute delle piante. La sfida della sostenibilità richiede innovazione e misure per una migliore protezione delle piante dalle malattie e dagli organismi nocivi emergenti.

La Commissione adotterà norme per rafforzare la vigilanza sull’importazione delle piante e la sorveglianza sul territorio dell’Unione. Le nuove tecniche innovative, compresi le biotecnologie e lo sviluppo di bioprodotti, possono contribuire ad aumentare la sostenibilità, a condizione che siano sicure per i consumatori e l’ambiente apportando al tempo stesso vantaggi alla società nel suo complesso.

Tali tecniche possono inoltre accelerare il processo di riduzione della dipendenza dai pesticidi. In risposta alla richiesta degli Stati membri, la Commissione sta effettuando uno studio che esaminerà il potenziale delle nuove tecniche genomiche per migliorare la sostenibilità lungo la filiera alimentare. I sistemi alimentari sostenibili dipendono anche dalla sicurezza sementiera e dalla diversità delle sementi.

Gli agricoltori devono avere accesso a una gamma di sementi di qualità di varietà vegetali adattate alle pressioni esercitate dai cambiamenti climatici.

La Commissione adotterà misure volte a facilitare la registrazione delle varietà di sementi, anche per l’agricoltura biologica, e a garantire un più agevole accesso al mercato per le varietà tradizionali e per quelle adattate localmente.

Il mercato degli alimenti biologici è destinato a continuare a crescere e l’agricoltura biologica deve essere promossa ulteriormente: ha effetti positivi sulla biodiversità, crea posti di lavoro e attrae giovani agricoltori, e i consumatori ne riconoscono il valore.

Il quadro giuridico sostiene il passaggio a questo tipo di agricoltura, ma occorre fare di più ed è necessario che transizioni simili abbiano luogo anche negli oceani e nelle acque interne. Oltre alle misure della PAC, quali i regimi ecologici, gli investimenti e i servizi di consulenza, e alle misure della politica comune della pesca (PCP), la Commissione presenterà un piano d’azione sull’agricoltura biologica.

Ciò aiuterà gli Stati membri a stimolare la domanda e l’offerta di prodotti biologici, garantirà la fiducia dei consumatori e promuoverà la domanda mediante campagne promozionali e appalti pubblici verdi.

Questo approccio contribuirà a raggiungere l’obiettivo di almeno il 25 % della superficie agricola dell’UE investita a agricoltura biologica entro il 2030 e un aumento significativo dell’acquacoltura biologica.

È chiaro che la transizione deve essere sostenuta da una PAC incentrata sul Green Deal.

La nuova PAC, che la Commissione ha proposto nel giugno 2018, mira ad aiutare gli agricoltori a migliorare le loro prestazioni ambientali e climatiche attraverso un modello maggiormente orientato ai risultati, un uso migliore dei dati e delle analisi, un miglioramento delle norme ambientali obbligatorie, nuove misure volontarie e una maggiore attenzione agli investimenti nelle tecnologie e nelle pratiche verdi e digitali. Intende inoltre garantire un reddito dignitoso che consenta agli agricoltori di provvedere alle proprie famiglie e di resistere a crisi di ogni tipo[23].

La necessità di migliorare l’efficienza e l’efficacia dei pagamenti diretti tramite il livellamento e l’erogazione più mirata del sostegno al reddito agli agricoltori che ne hanno bisogno e contribuiscono al conseguimento degli obiettivi ambientali, anziché a soggetti e imprese che semplicemente possiedono terreni agricoli, rimane un elemento essenziale della futura PAC[24].

La capacità degli Stati membri di garantire questo aspetto dovrà essere attentamente valutata nei piani strategici e monitorata durante tutto il processo di attuazione. L’analisi più recente della Commissione[25] giunge alla conclusione che la riforma ha effettivamente le potenzialità per contribuire al Green Deal; le disposizioni chiave delle proposte dovranno tuttavia essere mantenute nel processo negoziale e dovrebbero essere messi a punto alcuni miglioramenti e iniziative concrete.

I nuovi “regimi ecologici” offriranno un importante flusso di finanziamenti per promuovere le pratiche sostenibili, quali l’agricoltura di precisione, l’agroecologia (compresa l’agricoltura biologica), il sequestro del carbonio nei suoli agrari e l’agroforestazione.

Gli Stati membri e la Commissione dovranno garantire che tali regimi siano adeguatamente finanziati e attuati nei piani strategici. La Commissione sosterrà l’introduzione di una dotazione minima separata per i regimi ecologici.

La Commissione formulerà inoltre raccomandazioni per ciascuno Stato membro per quanto riguarda i nove obiettivi specifici della PAC, prima che le proposte di piani strategici siano formalmente presentate.

La Commissione presterà particolare attenzione al conseguimento degli obiettivi del Green Deal, della presente strategia e della strategia sulla biodiversità per il 2030. Chiederà agli Stati membri di fissare valori nazionali espliciti per tali obiettivi, tenendo conto della loro situazione specifica e delle raccomandazioni summenzionate.

Sulla base di questi valori, gli Stati membri definiranno le misure necessarie nei rispettivi piani strategici.

Parallelamente ai cambiamenti nel settore agricolo, è altresì necessario accelerare il passaggio a una produzione ittica sostenibile. Dai dati economici è emerso che la transizione verso una pesca sostenibile va di pari passo con l’aumento del reddito[26].

La Commissione intensificherà gli sforzi per portare gli stock ittici a livelli sostenibili mediante la PCP ove permangono carenze nell’applicazione (ad esempio riducendo i rigetti in mare), rafforzerà la gestione della pesca nel Mediterraneo in collaborazione con tutti gli Stati costieri e, entro il 2022, rivaluterà le modalità con cui la PCP affronta i rischi derivanti dai cambiamenti climatici.

La proposta di revisione del regime dell’Unione per il controllo della pesca[27] contribuirà alla lotta contro le frodi mediante un sistema di tracciabilità rafforzato.

L’uso obbligatorio di certificati di cattura digitali rafforzerà le misure volte a impedire l’ingresso nel mercato dell’UE di prodotti ittici illegali.

I prodotti ittici di allevamento generano un’impronta di carbonio minore rispetto alla produzione animale sulla terra ferma.

Oltre al sostegno significativo che il prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca offrirà all’allevamento sostenibile dei prodotti ittici, la Commissione prevede l’adozione di orientamenti dell’UE per i piani degli Stati membri relativi allo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura e la promozione del tipo di spesa adeguato a titolo del Fondo.

La Commissione prevederà inoltre un sostegno ben mirato per il settore delle alghe, poiché queste ultime dovrebbero convertirsi in un’importante fonte di proteine alternative per un sistema alimentare sostenibile e per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare a livello globale.

Infine, allo scopo di sostenere i produttori primari nella transizione, la Commissione prevede di chiarire le regole di concorrenza per le iniziative collettive che promuovono la sostenibilità nelle catene di approvvigionamento.

Aiuterà inoltre gli agricoltori e i pescatori a rafforzare la loro posizione nella catena di approvvigionamento e ad aggiudicarsi una quota equa del valore aggiunto della produzione sostenibile incoraggiando le possibilità di cooperazione all’interno delle organizzazioni comuni dei mercati dei prodotti agricoli[28] e dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura[29].

La Commissione monitorerà l’attuazione, da parte degli Stati membri, della direttiva sulle pratiche commerciali sleali[30] e collaborerà con i colegislatori al fine di migliorare le norme agricole che rafforzano la posizione degli agricoltori (ad esempio i produttori di prodotti con indicazioni geografiche), le loro cooperative e le loro organizzazioni di produttori nella filiera alimentare.

2.2 – Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare

Un sistema alimentare sostenibile deve garantire alle persone un approvvigionamento sufficiente e diversificato di alimenti sicuri, nutrienti, economicamente accessibili e sostenibili in qualsiasi momento, anche in tempi di crisi.

Gli eventi che incidono sulla sostenibilità dei sistemi alimentari non derivano necessariamente dalla filiera alimentare: possono essere innescati da crisi politiche, economiche, ambientali o sanitarie.

L’attuale pandemia di Covid-19, sebbene non legata alla sicurezza degli alimenti nell’UE, può mettere a rischio sia la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare sia i mezzi di sussistenza. I cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità costituiscono minacce imminenti e durature per la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare e i mezzi di sussistenza.

Nel contesto della presente strategia, la Commissione continuerà a monitorare attentamente la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare e la competitività degli agricoltori e degli operatori alimentari.

A causa della sua complessità e del numero di soggetti interessati, la catena del valore alimentare può essere colpita dalle crisi in molti modi. Anche se l’approvvigionamento alimentare in generale è stato sufficiente, questa pandemia ha comportato molte sfide, quali le interruzioni a livello logistico delle catene di approvvigionamento, le carenze di manodopera, la perdita di alcuni mercati e il cambiamento dei modelli di consumo, che hanno avuto ripercussioni sul funzionamento dei sistemi alimentari.

Si tratta di una situazione senza precedenti, senza contare che la filiera alimentare è ogni anno alle prese con minacce sempre più gravi e frequenti quali siccità ricorrenti, inondazioni, incendi boschivi, perdita di biodiversità e nuovi organismi nocivi.

Il miglioramento della sostenibilità dei produttori alimentari ne aumenterà anche la resilienza: la presente strategia mira a fornire un nuovo quadro proprio a questo scopo, integrato dalle misure definite nella strategia sulla biodiversità.

La pandemia di Covid-19 ci ha anche reso consapevoli dell’importanza del personale critico, ad esempio i lavoratori del settore agroalimentare. Per questo sarà particolarmente importante attenuare gli impatti socioeconomici sulla filiera alimentare e garantire che i principi chiave sanciti dal pilastro europeo dei diritti sociali siano rispettati, specialmente per quanto riguarda i lavoratori precari, stagionali e non dichiarati.

Le considerazioni sulla protezione sociale e sulle condizioni lavorative e abitative dei lavoratori, come pure sulla tutela della salute e della sicurezza, rivestiranno un ruolo fondamentale nella costruzione di sistemi alimentari equi, solidi e sostenibili.

La Commissione intensificherà i suoi sforzi di coordinamento di una risposta comune europea alle crisi che interessano i sistemi alimentari al fine di garantire la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare e la sicurezza degli alimenti, rafforzare la salute pubblica e attenuare l’impatto socioeconomico delle crisi nell’UE.

Sulla base degli insegnamenti tratti, la Commissione valuterà la resilienza del sistema alimentare e svilupperà un piano di emergenza da attuare in tempi di crisi per garantire l’approvvigionamento alimentare e la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare.

La riserva per le crisi nel settore agricolo sarà rinnovata in modo da poterne sfruttare appieno il potenziale fin dall’inizio in caso di crisi nei mercati agricoli.

Oltre a misure di valutazione e gestione del rischio da attivare durante le crisi, il piano istituirà un meccanismo di risposta alle crisi alimentari, coordinato dalla Commissione, che coinvolgerà gli Stati membri.

Esso comprenderà vari settori (agricoltura, pesca, sicurezza degli alimenti, forza lavoro, salute e trasporti) a seconda della natura della crisi.

2.3 – Stimolare pratiche sostenibili nei settori della trasformazione alimentare, del commercio all’ingrosso e al dettaglio, alberghiero e dei servizi di ristorazione

I trasformatori alimentari, gli operatori dei servizi di ristorazione e i dettaglianti definiscono il mercato e influenzano le scelte alimentari dei consumatori attraverso la tipologia e la composizione nutrizionale degli alimenti che producono, le loro scelte in materia di fornitori, i loro metodi di produzione e le loro pratiche di imballaggio, trasporto, merchandising e marketing.

In quanto principale importatore ed esportatore di alimenti a livello globale, l’industria alimentare e delle bevande dell’UE incide anche sull’impronta ambientale e sociale del commercio mondiale.

Il rafforzamento della sostenibilità dei nostri sistemi alimentari può contribuire a consolidare ulteriormente la reputazione delle imprese e dei prodotti, a creare valore per gli azionisti, a migliorare le condizioni di lavoro, ad attrarre lavoratori e investitori e a generare un vantaggio competitivo, un aumento della produttività e una riduzione dei costi per le imprese[31].

L’industria alimentare e il settore del commercio al dettaglio dovrebbero indicare la via da seguire aumentando la disponibilità e l’accessibilità economica di opzioni alimentari sane e sostenibili per ridurre l’impronta ambientale complessiva del sistema alimentare.

A tal fine la Commissione elaborerà un codice di condotta dell’UE per pratiche commerciali e di marketing responsabili, che sarà accompagnato da un quadro di monitoraggio. Il codice sarà elaborato in collaborazione con tutte le parti interessate.

La Commissione chiederà alle imprese e alle organizzazioni del settore alimentare di impegnarsi a realizzare azioni concrete in materia di salute e sostenibilità, mirate in particolare a: riformulare i prodotti alimentari conformemente a linee guida per regimi alimentari sani e sostenibili, ridurre la propria impronta ambientale e il proprio consumo energetico diventando più efficienti sul piano energetico, adattare le strategie di marketing e pubblicitarie tenendo conto delle necessità delle persone più vulnerabili, garantire che le campagne sui prezzi dei prodotti alimentari non pregiudichino la percezione del valore degli alimenti da parte dei cittadini e ridurre gli imballaggi in linea con il nuovo CEAP.

Ad esempio, le campagne di marketing che pubblicizzano la carne a prezzi molto bassi devono essere evitate. La Commissione monitorerà tali impegni e prenderà in considerazione l’adozione di misure legislative qualora i progressi si rivelassero insufficienti.

La Commissione sta inoltre preparando un’iniziativa volta a migliorare il quadro del governo societario introducendo l’obbligo, per l’industria alimentare, di integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali.

La Commissione ricercherà inoltre opportunità per agevolare il passaggio a regimi alimentari più sani e stimolare la riformulazione dei prodotti, anche attraverso la creazione di profili nutrizionali per limitare la promozione (attraverso indicazioni nutrizionali o sulla salute) di alimenti ricchi di grassi, zuccheri e sale.

La Commissione intraprenderà azioni volte a potenziare e promuovere metodi di produzione sostenibili e socialmente responsabili e modelli di business circolari nei settori della trasformazione alimentare e del commercio al dettaglio, anche specifici per le PMI, in sinergia con gli obiettivi e le iniziative presentati nell’ambito del nuovo CEAP.

La realizzazione di una bioeconomia dell’UE circolare e sostenibile offre opportunità commerciali, ad esempio connesse all’utilizzo dei rifiuti alimentari.

Gli imballaggi alimentari svolgono un ruolo essenziale nella sostenibilità dei sistemi alimentari.

La Commissione riesaminerà la normativa sui materiali a contatto con gli alimenti al fine di migliorare la sicurezza degli alimenti e la salute pubblica (in particolare riducendo l’uso delle sostanze chimiche pericolose), sostenere l’impiego di soluzioni di imballaggio innovative e sostenibili che utilizzino materiali ecologici, riutilizzabili e riciclabili e contribuire alla riduzione degli sprechi alimentari.

Inoltre, nell’ambito dell’iniziativa in materia di prodotti sostenibili annunciata nel CEAP, lavorerà a un’iniziativa legislativa sul riutilizzo nei servizi di ristorazione volta a sostituire gli imballaggi alimentari e le posate monouso con prodotti riutilizzabili.

Infine la Commissione riesaminerà le norme di commercializzazione al fine di prevedere la diffusione e la fornitura di prodotti dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura sostenibili e di rafforzare il ruolo dei criteri di sostenibilità, tenendo conto del possibile impatto di tali norme sulle perdite e sugli sprechi alimentari.

Parallelamente consoliderà il quadro legislativo sulle indicazioni geografiche (IG) e, ove opportuno, includerà specifici criteri di sostenibilità.

Inoltre, con l’obiettivo di rafforzare la resilienza dei sistemi alimentari regionali e locali la Commissione, allo scopo di creare filiere più corte, sosterrà la riduzione della dipendenza dai trasporti a lunga distanza (nel 2017 circa 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti primari dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca sono stati trasportati su strada[32]).

2.4 – Promuovere un consumo alimentare sostenibile e agevolare il passaggio a regimi alimentari sani e sostenibili

Gli attuali modelli di consumo alimentare sono insostenibili sia dal punto di vista della salute sia dal punto di vista ambientale.

Nell’UE l’assunzione media di energia e il consumo medio di carni rosse[33], zuccheri, sale e grassi continuano ad eccedere i livelli raccomandati, mentre il consumo di cereali integrali, frutta e verdura, legumi e frutta secca è insufficiente[34].

È fondamentale invertire la tendenza all’aumento dei tassi di sovrappeso e obesità nell’UE entro il 2030. Il passaggio a una dieta basata maggiormente sui vegetali, che comprenda meno carni rosse e trasformate e più frutta e verdura, ridurrà non solo il rischio di malattie potenzialmente letali ma anche l’impatto ambientale del sistema alimentare[35].

Si stima che nel 2017 nell’UE oltre 950 000 decessi (uno su cinque) e la perdita di oltre 16 milioni di anni di vita in buona salute fossero attribuibili a cattive abitudini alimentari, a malattie principalmente cardiovascolari e a tumori[36]. Il piano europeo di lotta contro il cancro prevede la promozione di regimi alimentari sani nel quadro delle azioni di prevenzione.

Fornire ai consumatori informazioni chiare che rendano loro più semplice scegliere regimi alimentari sani e sostenibili andrà a vantaggio della loro salute e della loro qualità della vita e ridurrà i costi sanitari.

Per dare ai consumatori gli strumenti necessari per compiere scelte alimentari consapevoli, sane e sostenibili, la Commissione proporrà un’etichettatura nutrizionale sulla parte anteriore dell’imballaggio obbligatoria e armonizzata e valuterà la possibilità di proporre l’estensione a determinati prodotti dell’obbligo delle indicazioni di origine o di provenienza, tenendo pienamente conto degli impatti sul mercato unico.

La Commissione valuterà inoltre possibili modalità per l’armonizzazione delle dichiarazioni ambientali volontarie e per la creazione di un quadro per l’etichettatura di sostenibilità che, in sinergia con altre iniziative pertinenti, contempli gli aspetti nutrizionali, climatici, ambientali e sociali dei prodotti alimentari. La Commissione esaminerà altresì nuove modalità per fornire informazioni ai consumatori tramite altri canali, compresi quelli digitali, al fine di migliorare l’accessibilità delle informazioni alimentari, in particolare per le persone con disabilità visive.

Al fine di migliorare la disponibilità e il prezzo degli alimenti sostenibili e di promuovere regimi alimentari sani e sostenibili nell’ambito della ristorazione istituzionale, la Commissione determinerà il modo migliore per stabilire criteri minimi obbligatori per gli appalti sostenibili nel settore alimentare.

Ciò aiuterà le città, le regioni e le autorità pubbliche a fare la loro parte scegliendo alimenti sostenibili per l’approvvigionamento di scuole, ospedali e istituzioni pubbliche, e promuoverà inoltre sistemi agricoli sostenibili, quali l’agricoltura biologica.

La Commissione darà l’esempio e rafforzerà le norme di sostenibilità nel contratto di ristorazione delle proprie mense.

Riesaminerà inoltre il programma dell’UE per le scuole al fine di incrementarne il contributo a un consumo alimentare sostenibile e, in particolare, di rafforzare i messaggi educativi sull’importanza di un’alimentazione sana, della produzione alimentare sostenibile e della riduzione degli sprechi alimentari.

Anche gli incentivi fiscali dovrebbero promuovere la transizione verso un sistema alimentare sostenibile e incoraggiare i consumatori a optare per regimi alimentari sani e sostenibili.

La proposta della Commissione sulle aliquote IVA (attualmente in discussione al Consiglio) potrebbe consentire agli Stati membri di utilizzare le aliquote in maniera più mirata, ad esempio per sostenere i prodotti ortofrutticoli biologici.

Il sistema fiscale dell’UE dovrebbe inoltre mirare a garantire che il prezzo dei diversi alimenti rifletta i relativi costi reali in termini di utilizzo delle risorse naturali limitate, inquinamento, emissioni di gas a effetto serra e altre esternalità ambientali.

2.5 – Ridurre le perdite e gli sprechi alimentari

La lotta contro le perdite e gli sprechi alimentari è fondamentale per conseguire la sostenibilità[37].

La riduzione degli sprechi alimentari comporta risparmi per i consumatori e gli operatori, e il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze alimentari che altrimenti andrebbero sprecate ha un’importante dimensione sociale.

Ciò si ricollega inoltre a strategie relative al recupero dei nutrienti e delle materie prime secondarie, alla produzione di mangimi, alla sicurezza degli alimenti, alla biodiversità, alla bioeconomia, alla gestione dei rifiuti e alle energie rinnovabili.

La Commissione si è impegnata a dimezzare lo spreco alimentare pro capite a livello di vendita al dettaglio e dei consumatori entro il 2030 (traguardo 3 dell’OSS 12).

Utilizzando la nuova metodologia per la misurazione dei rifiuti alimentari[38] e i dati che gli Stati membri trasmetteranno nel 2022, la Commissione definirà una base di riferimento e proporrà obiettivi giuridicamente vincolanti per ridurre gli sprechi alimentari in tutta l’UE.

La Commissione integrerà la prevenzione delle perdite e degli sprechi alimentari in altre politiche dell’UE. L’interpretazione errata e l’uso improprio dell’indicazione della data (le date indicate con le diciture “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro”) causano sprechi alimentari.

La Commissione riesaminerà le norme dell’UE per tenere conto delle ricerche condotte sui consumatori. Oltre a quantificare i livelli degli sprechi alimentari, la Commissione esaminerà anche le perdite alimentari in fase di produzione e valuterà modi per prevenirle.

Coordinare le azioni a livello di UE rafforzerà quelle intraprese a livello nazionale, e le raccomandazioni della piattaforma dell’UE sulle perdite e gli sprechi alimentari[39] contribuirà a mostrare la via da seguire a tutti gli attori coinvolti.

2.6 – Combattere le frodi alimentari lungo la filiera alimentare

Le frodi alimentari minacciano la sostenibilità dei sistemi alimentari, traggono in inganno i consumatori, impedendo loro di compiere scelte consapevoli, e pregiudicano la sicurezza degli alimenti, le pratiche commerciali leali, la resilienza dei mercati alimentari e, in ultima analisi, il mercato unico.

A tale riguardo è fondamentale una politica di tolleranza zero con deterrenti efficaci. La Commissione intensificherà la lotta contro le frodi alimentari al fine di garantire la parità di condizioni per gli operatori, rafforzerà i poteri delle autorità di controllo e di contrasto e collaborerà con gli Stati membri, Europol e altri organismi per utilizzare i dati dell’UE sulla tracciabilità e le segnalazioni al fine di migliorare il coordinamento in materia di frodi alimentari.

Proporrà inoltre misure dissuasive più severe e migliori controlli sulle importazioni e valuterà la possibilità di rafforzare le capacità investigative e di coordinamento dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF).

3. Favorire la transizione

Ricerca, innovazione, tecnologia e investimenti

La ricerca e l’innovazione (R&I) sono fattori chiave per l’accelerazione della transizione verso sistemi alimentari sostenibili, sani e inclusivi dalla produzione primaria al consumo.

Possono aiutare a sviluppare e sperimentare soluzioni, a superare gli ostacoli e a scoprire nuove opportunità di mercato. Nell’ambito di Orizzonte 2020, la Commissione sta preparando un ulteriore invito a presentare proposte per le priorità del Green Deal nel 2020, per un importo totale di circa 1 miliardo di EUR. Nell’ambito di Orizzonte Europa, la Commissione propone di investire 10 miliardi di EUR nella R&I su alimenti, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura, pesca, acquacoltura e ambiente, nonché sull’uso delle tecnologie digitali e delle soluzioni basate sulla natura nel settore agroalimentare.

Uno dei principali settori di ricerca riguarderà il microbioma, gli alimenti provenienti dagli oceani, i sistemi alimentari urbani e l’aumento della disponibilità e delle fonti di proteine alternative quali le proteine di origine vegetale, microbica e marina e a base di insetti e i prodotti sostitutivi della carne.

Una missione nel settore della salute del suolo e dell’alimentazione mirerà a sviluppare soluzioni per ripristinare la salute del suolo e le sue funzioni. Le nuove conoscenze e innovazioni potenzieranno inoltre gli approcci agroecologici nella produzione primaria attraverso un partenariato specifico sui laboratori viventi (living labs) di agroecologia.

Ciò contribuirà a ridurre l’uso di pesticidi, fertilizzanti e antimicrobici. Per accelerare l’innovazione e il trasferimento delle conoscenze, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per rafforzare il ruolo del partenariato europeo per l’innovazione “Produttività e sostenibilità dell’agricoltura” (PEI-AGRI) nei piani strategici. Inoltre il Fondo europeo di sviluppo regionale investirà nell’innovazione e nella collaborazione lungo le catene del valore alimentare attraverso la specializzazione intelligente.

Un nuovo partenariato per sistemi alimentari sicuri e sostenibili per le persone, il pianeta e il clima nell’ambito di Orizzonte Europa istituirà un meccanismo di governance per la R&I che coinvolgerà gli Stati membri e gli attori dei sistemi alimentari dal produttore al consumatore, allo scopo di realizzare soluzioni innovative che generino benefici collaterali per l’alimentazione, la qualità degli alimenti, il clima, la circolarità e le comunità.

Tutti gli agricoltori e tutte le zone rurali devono disporre di una connessione Internet veloce e affidabile. Quest’aspetto è un fattore chiave per l’occupazione, le attività economiche e gli investimenti nelle zone rurali, nonché per il miglioramento della qualità della vita in ambiti quali l’assistenza sanitaria, l’intrattenimento e l’e-government.

L’accesso a Internet veloce a banda larga renderà inoltre possibile la diffusione dell’agricoltura di precisione e l’uso dell’intelligenza artificiale e permetterà all’UE di sfruttare appieno la sua leadership mondiale nel campo della tecnologia satellitare. In ultima analisi ciò porterà a una riduzione dei costi per gli agricoltori, a un miglioramento della gestione del suolo e della qualità dell’acqua, a una riduzione dell’uso dei fertilizzanti e dei pesticidi e delle emissioni di gas a effetto serra, a un miglioramento della biodiversità e alla creazione di un ambiente più sano per gli agricoltori e i cittadini.

La Commissione intende accelerare la diffusione di Internet veloce a banda larga nelle zone rurali per raggiungere l’obiettivo di un accesso del 100 % entro il 2025.

Per stimolare l’innovazione e creare sistemi alimentari sostenibili saranno necessari investimenti. Attraverso le garanzie di bilancio dell’UE, il Fondo InvestEU[41] promuoverà gli investimenti nel settore agroalimentare riducendo il rischio degli investimenti effettuati dalle società europee e agevolando l’accesso ai finanziamenti per le PMI e le imprese a media capitalizzazione[42].

Nel 2020 il quadro dell’UE per agevolare gli investimenti sostenibili (tassonomia dell’UE[43]) e la strategia rinnovata in materia di finanza sostenibile incoraggeranno il settore finanziario a investire in maniera più sostenibile, anche nei settori agricolo e della produzione alimentare.

La PAC deve inoltre agevolare in misura crescente il sostegno agli investimenti per migliorare la resilienza delle aziende agricole e accelerarne la trasformazione verde e digitale.

3.1 – Servizi di consulenza, condivisione di dati e conoscenze, competenze

Le conoscenze e la consulenza sono fondamentali per consentire a tutti gli attori del sistema alimentare di diventare sostenibili. I produttori primari necessitano in particolare di servizi di consulenza obiettivi e su misura in materia di scelte gestionali sostenibili.

La Commissione promuoverà pertanto sistemi di conoscenza e innovazione in campo agricolo (Agricultural Knowledge and Innovation Systems, AKIS) efficaci, che coinvolgano tutti gli attori della filiera alimentare. Nei loro piani strategici della PAC gli Stati membri dovranno aumentare il sostegno agli AKIS e potenziare le risorse per lo sviluppo e il mantenimento di opportuni servizi di consulenza necessari per conseguire gli obiettivi del Green Deal.

La Commissione presenterà una proposta legislativa volta a trasformare la rete d’informazione contabile agricola nella rete d’informazione sulla sostenibilità agricola al fine di raccogliere anche dati sugli obiettivi delle strategie “Dal produttore al consumatore” e sulla biodiversità e altri indicatori di sostenibilità[44].

La rete consentirà di effettuare un’analisi comparativa delle prestazioni delle aziende agricole rispetto a medie regionali, nazionali o settoriali. Attraverso servizi di consulenza su misura, la rete fornirà agli agricoltori riscontri e orientamenti e collegherà la loro esperienza al partenariato europeo per l’innovazione e a progetti di ricerca. Ciò migliorerà la resilienza degli agricoltori partecipanti, compresi i loro redditi.

Nell’ambito della strategia europea per i dati, lo spazio comune europeo di dati sull’agricoltura rafforzerà la sostenibilità competitiva dell’agricoltura dell’UE mediante l’elaborazione e l’analisi di dati relativi, tra l’altro, alla produzione, all’uso del suolo e all’ambiente, consentendo un’applicazione precisa e mirata degli approcci di produzione a livello di azienda agricola e il monitoraggio delle prestazioni del settore e sostenendo l’iniziativa dell’UE per il sequestro del carbonio nei suoli agrari.

I programmi dell’UE Copernicus ed EMODnet (rete europea di osservazione e di dati dell’ambiente marino) ridurranno i rischi di investimento e agevoleranno l’adozione di pratiche sostenibili nei settori della pesca e dell’acquacoltura.

La Commissione garantirà che le PMI, i trasformatori alimentari e i piccoli operatori del commercio al dettaglio e dei servizi di ristorazione abbiano a disposizione soluzioni su misura che li aiutino a sviluppare nuove competenze e modelli di business, evitando nel contempo ulteriori oneri amministrativi e finanziari.

La Commissione fornirà a dettaglianti, trasformatori alimentari e fornitori di servizi di ristorazione orientamenti sulle migliori pratiche in materia di sostenibilità.

La rete Enterprise Europe fornirà alle PMI servizi di consulenza sulla sostenibilità e promuoverà la diffusione delle migliori pratiche.

La Commissione aggiornerà inoltre la sua agenda per le competenze[45] al fine di garantire che la filiera alimentare abbia accesso a una manodopera sufficiente e adeguatamente qualificata.

4 – Promuovere la transizione globale

L’UE sosterrà la transizione globale verso sistemi agroalimentari sostenibili, in linea con gli obiettivi della presente strategia e con gli OSS. Attraverso le sue politiche esterne, compresa la politica sulla cooperazione e il commercio internazionali, l’UE perseguirà lo sviluppo di alleanze verdi sui sistemi alimentari sostenibili con tutti i suoi partner nel contesto di forum bilaterali, regionali e multilaterali.

Ciò comprenderà la cooperazione con l’Africa, i paesi vicini e altri partner e terrà conto delle sfide distinte in diverse parti del mondo. Per garantire il successo della transizione globale, l’UE incoraggerà e favorirà lo sviluppo di risposte complete e integrate che vadano a vantaggio delle persone, della natura e della crescita economica.

Opportune politiche dell’UE, anche in ambito commerciale, verranno impiegate a sostegno della transizione ecologica dell’UE e ne faranno parte. L’UE cercherà di assicurare l’inclusione di un capitolo ambizioso sulla sostenibilità in tutti i suoi accordi commerciali bilaterali.

Garantirà inoltre la piena attuazione e applicazione delle disposizioni relative al commercio e allo sviluppo sostenibile in tutti gli accordi commerciali, anche attraverso il responsabile dell’esecuzione degli accordi commerciali dell’UE.

La politica commerciale dell’UE dovrebbe contribuire a rafforzare la cooperazione con i paesi terzi e a ottenere da parte loro impegni ambiziosi in settori chiave quali il benessere degli animali, l’uso dei pesticidi e la lotta contro la resistenza antimicrobica.

L’UE si adopererà per promuovere norme internazionali nei pertinenti organismi internazionali e incoraggiare una produzione agroalimentare conforme a standard elevati in materia di sicurezza e sostenibilità, e sosterrà i piccoli agricoltori nel rispetto di tali standard e nell’accesso ai mercati.

L’UE promuoverà inoltre la cooperazione volta a migliorare l’alimentazione e ridurre l’insicurezza dell’approvvigionamento alimentare rafforzando la resilienza dei sistemi alimentari e riducendo gli sprechi alimentari.

L’UE concentrerà la sua cooperazione internazionale sulla ricerca e l’innovazione in ambito alimentare, con particolare riferimento a: adattamento ai cambiamenti climatici e mitigazione dei loro effetti, agroecologia, gestione del paesaggio e governance fondiaria sostenibili, conservazione e uso sostenibile della biodiversità, catene del valore eque e inclusive, alimentazione e regimi alimentari sani, prevenzione delle crisi alimentari e risposta alle stesse, in particolare nei contesti fragili, resilienza e preparazione ai rischi, difesa integrata, salute delle piante, salute e benessere degli animali e norme in materia di sicurezza degli alimenti, resistenza antimicrobica e sostenibilità degli interventi umanitari e di sviluppo coordinati.

L’UE si baserà sulle iniziative in corso[46] e integrerà la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile in tutte le sue politiche. Tali azioni ridurranno la pressione sulla biodiversità a livello mondiale. Una migliore protezione degli ecosistemi naturali, unita a sforzi volti a ridurre il commercio e il consumo di specie selvatiche, contribuirà a rafforzare la resilienza in vista di eventuali future malattie e pandemie e a prevenirle.

Per ridurre il contributo dell’UE alla deforestazione e al degrado forestale a livello globale, nel 2021 la Commissione presenterà una proposta legislativa e altre misure volte a prevenire o ridurre al minimo l’immissione sul mercato dell’UE di prodotti associati alla deforestazione o al degrado forestale.

L’UE applicherà una tolleranza zero nella lotta alla pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata (INN), contrasterà la pesca eccessiva, promuoverà la gestione sostenibile delle risorse ittiche e rafforzerà la governance degli oceani, la cooperazione in ambito marino e la gestione delle zone costiere[47].

La Commissione integrerà tutte le priorità sopra elencate negli orientamenti programmatici per la cooperazione con i paesi terzi nel periodo 2021-2027, tenendo in debita considerazione gli obiettivi trasversali inerenti ai diritti umani, alla parità di genere, alla pace e alla sicurezza.

Gli alimenti importati devono continuare a rispettare i regolamenti e le norme dell’UE pertinenti. La Commissione terrà conto degli aspetti ambientali nel valutare le domande relative alle tolleranze all’importazione per le sostanze pesticide non più approvate nell’UE, rispettando nel contempo le norme e gli obblighi definiti dall’OMC. Per far fronte alla minaccia globale della resistenza antimicrobica, i prodotti di origine animale importati nell’UE dovranno rispettare requisiti rigorosi in materia di impiego di antibiotici, conformemente al regolamento sui medicinali veterinari recentemente approvato.

Un sistema alimentare dell’UE più sostenibile richiede inoltre l’adozione di pratiche sempre più sostenibili da parte dei nostri partner commerciali. Al fine di promuovere un passaggio graduale all’uso di prodotti fitosanitari più sicuri l’UE, conformemente alle norme dell’OMC e a seguito di una valutazione del rischio, considererà il riesame delle tolleranze all’importazione per le sostanze che soddisfano i “criteri di esclusione”[48] e presentano un livello elevato di rischio per la salute umana. L’UE collaborerà attivamente con i partner commerciali, in particolare con i paesi in via di sviluppo, al fine di accompagnare la transizione verso un uso più sostenibile dei pesticidi allo scopo di evitare perturbazioni degli scambi e promuovere metodi e prodotti fitosanitari alternativi.

L’UE promuoverà la transizione globale verso sistemi alimentari sostenibili in seno agli organismi di normazione internazionali e ai pertinenti forum multilaterali e negli eventi internazionali, compresi la quindicesima conferenza delle parti della Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica, il vertice Nutrizione per la crescita e il vertice delle Nazioni Unite sui sistemi alimentari del 2021; in tutte queste sedi cercherà di ottenere risultati politici ambiziosi.

Nell’ambito del suo approccio relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, e unitamente al quadro legislativo sui sistemi alimentari sostenibili, l’UE promuoverà programmi (compreso un quadro dell’UE per l’etichettatura di sostenibilità dei prodotti alimentari) e guiderà i lavori sulle norme internazionali di sostenibilità e sui metodi di calcolo dell’impronta ambientale nei forum multilaterali al fine di promuovere una maggiore diffusione delle norme di sostenibilità. L’UE sosterrà inoltre l’applicazione di norme relative alla fornitura di informazioni fuorvianti.

5 – Conclusioni

Il Green Deal europeo è un’opportunità per conciliare il nostro sistema alimentare con le esigenze del pianeta e per rispondere positivamente al desiderio degli europei di prodotti alimentari sani, equi e rispettosi dell’ambiente. L’obiettivo della presente strategia è rendere il sistema alimentare dell’UE uno standard in materia di sostenibilità a livello globale. La transizione verso sistemi alimentari sostenibili richiede un approccio collettivo che coinvolga le autorità pubbliche a tutti i livelli di governance (comprese le comunità cittadine, rurali e costiere), gli attori del settore privato lungo tutta la catena del valore alimentare, le organizzazioni non governative, le parti sociali, i rappresentanti del mondo accademico e i cittadini.

La Commissione invita tutti i cittadini e le parti interessate ad avviare un ampio dibattito per formulare una politica alimentare sostenibile, anche nelle assemblee nazionali, regionali e locali. La Commissione invita il Parlamento europeo e il Consiglio ad approvare la presente strategia e a contribuire alla sua attuazione. La Commissione comunicherà la presente strategia ai cittadini in maniera coordinata per incoraggiarli a partecipare alla trasformazione dei nostri sistemi alimentari.

La Commissione garantirà che la strategia sia attuata in maniera coerente con gli altri elementi del Green Deal, in particolare la strategia sulla biodiversità per il 2030, il nuovo CEAP e l’obiettivo “inquinamento zero”, e monitorerà la transizione verso un sistema alimentare sostenibile che operi entro i limiti del pianeta, compresi i progressi compiuti verso il raggiungimento degli obiettivi e la riduzione complessiva dell’impronta ambientale e climatica del sistema alimentare dell’UE. Raccoglierà dati regolarmente, anche sulla base dell’osservazione della Terra, per valutare in maniera approfondita l’impatto cumulativo di tutte le azioni previste dalla presente strategia sulla competitività, sull’ambiente e sulla salute. La Commissione riesaminerà la presente strategia entro il primo semestre del 2023 per valutare se le azioni intraprese siano sufficienti a raggiungere gli obiettivi o se siano necessari ulteriori interventi.


[1]        A livello mondiale, si stima che sistemi alimentari e agricoli in linea con gli OSS assicurerebbero alimenti nutrienti e a prezzi accessibili a una popolazione mondiale in crescita, contribuirebbero a ripristinare ecosistemi vitali e potrebbero creare nuovo valore economico per oltre 1 800 miliardi di EUR entro il 2030. Fonte: Business & Sustainable Development Commission (2017), Better business, better world (Imprese migliori, mondo migliore).

[2]        Ad esempio, l’agricoltore medio dell’UE guadagna attualmente circa la metà del lavoratore medio nell’economia in generale. Fonte: indicatore di contesto della PAC C.26 sul reddito da impresa agricola (https://agridata.ec.europa.eu/Qlik_Downloads/Jobs-Growth-sources.htm).

[3]         Gli europei hanno un elevato livello di consapevolezza dei temi della sicurezza degli alimenti. La maggior parte dei timori segnalati riguarda gli antibiotici, gli ormoni e gli steroidi nelle carni, i pesticidi, gli inquinanti ambientali e gli additivi alimentari. Fonte: indagine speciale Eurobarometro (aprile 2019), Food safety in the EU (Sicurezza degli alimenti nell’UE).

[4]       Da 543,25 milioni di gigatonnellate di CO2 equivalente nel 1990 a 438,99 milioni di gigatonnellate nel 2017 (Eurostat).

[5]        Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica e che modifica il regolamento (UE) 2018/1999 (Legge europea sul clima) [COM(2020)80 final, 2020/0036 (COD)].

[6]        Eurostat, EU SILC (2018), https://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=ilc_mdes03&lang=en.

[7]        EU FUSIONS (2016). Estimates of European food waste levels (Stime dei livelli europei di sprechi alimentari).

[8]        Eurostat, Obesity rate by body mass index (Tasso di obesità per indice di massa corporea), https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/sdg_02_10/default/table?lang=en.

[9]        Per “ambiente alimentare” si intende il contesto fisico, economico, politico e socioculturale in cui i consumatori interagiscono con il sistema alimentare per prendere decisioni in merito all’acquisto, alla preparazione e al consumo di alimenti [gruppo di esperti ad alto livello in materia di sicurezza alimentare e nutrizione (2017), Nutrition and food systems (Nutrizione e sistemi alimentari)].

[10]      Norme rigorose per la certificazione degli assorbimenti di carbonio nel settore agricolo e forestale sono il primo passo verso pagamenti a favore degli agricoltori e dei silvicoltori per il sequestro del carbonio da essi garantito. Gli Stati membri potrebbero utilizzare tali norme per concepire pagamenti della PAC basati sul carbonio sequestrato; inoltre anche le imprese private potrebbero essere interessate ad acquistare tali certificati per sostenere l’azione per il clima, fornendo così agli agricoltori e ai silvicoltori un ulteriore incentivo (oltre ai pagamenti della PAC) al sequestro del carbonio.

[11]      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Un nuovo piano d’azione per l’economia circolare – Per un’Europa più pulita e più competitiva” [COM(2020) 98 final].

[12]      Ciascuno Stato membro dell’UE effettuerà un’analisi approfondita delle proprie esigenze specifiche e redigerà un piano strategico della PAC, in cui specificherà come intende avvalersi dei finanziamenti nell’ambito di entrambi i “pilastri” della PAC per soddisfare tali esigenze, in linea con gli obiettivi generali dell’UE, preciserà quali strumenti intende utilizzare e fisserà i propri obiettivi specifici.

[13]      Si tratta di prodotti fitosanitari contenenti sostanze attive che soddisfano i criteri di esclusione di cui all’allegato II, punti da 3.6.2 a 3.6.5 e 3.8.2, del regolamento (CE) n. 1107/2009, o che sono considerate candidate alla sostituzione conformemente ai criteri di cui al punto 4 del medesimo allegato.

[14]      Regolamento (CE) n. 1185/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 novembre 2009, relativo alle statistiche sui pesticidi (GU L 324 del 10.12.2009, pag. 1).

[15]      L’uso dell’azoto in agricoltura comporta emissioni di protossido di azoto nell’atmosfera. Nel 2017 le emissioni di N2O derivanti dall’agricoltura hanno rappresentato il 43 % delle emissioni agricole e il 3,9 % del totale delle emissioni antropogeniche nell’UE [Agenzia europea dell’ambiente (2019), Annual European Union greenhouse gas inventory 1990-2017 and inventory report 2019 (Inventario annuale dei gas a effetto serra dell’Unione europea 1990-2017 e relazione sull’inventario 2019)].

[16]      OCSE (2019), Accelerating climate action: refocussing policies through a well-being lens (Accelerare l’azione per il clima: riorientare le politiche in un’ottica di benessere).

[17]      Come indicato nella proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito della politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga il regolamento (UE) n. 1305/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (UE) n. 1307/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio [COM(2018) 392 final, 2018/0216 (COD)], nel pieno rispetto della comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Quadro europeo di interoperabilità – Strategia di attuazione” [COM(2017) 134 final].

[18]      Agenzia europea per l’ambiente (2019), Annual European Union greenhouse gas inventory 1990-2017 and inventory report 2019. Le cifre non comprendono le emissioni di CO2 derivanti dall’uso del suolo e dal cambiamento di uso del suolo.

[19]      39,1 milioni di ettari coltivati a cereali e semi oleosi e 70,7 milioni di ettari di prati su 161 milioni di ettari di terreni agricoli (nell’UE-27, Eurostat 2019).

[20]       Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni “Una bioeconomia sostenibile per l’Europa: rafforzare il collegamento tra economia, società e ambiente” [COM(2018) 673 final].

[21]      Cassini et al. (2019), “Attributable deaths and disability-adjusted life-years caused by infections with antibiotic-resistant bacteria in the EU and the European Economic Area in 2015: a population-level modelling analysis” (Decessi e anni di vita corretti per disabilità dovuti a infezioni da batteri resistenti agli antibiotici nell’UE e nello Spazio economico europeo nel 2015: analisi tramite modellizzazione a livello di popolazione), in Lancet Infect Dis., Vol.19, Issue 1, pagg. 55-56.

[23]      Nel 2017 le sovvenzioni della PAC, ad eccezione del sostegno agli investimenti, hanno rappresentato il 57 % del reddito agricolo netto nell’UE. https://agridata.ec.europa.eu/extensions/DashboardFarmEconomyFocus/
DashboardFarmEconomyFocus.html
.

[24]      Deve essere effettuata una valutazione della PAC per stabilire il contributo del sostegno al reddito al miglioramento della resilienza e della sostenibilità dell’agricoltura.

[25]      Documento di lavoro dei servizi della Commissione “Analysis of links between CAP Reform and Green Deal” (Analisi dei legami tra riforma della PAC e Green Deal) [SWD(2020) 93].

[26]      Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio relativa alla situazione della politica comune della pesca e alla consultazione sulle possibilità di pesca per il 2020 [COM(2019) 274 final].

[27]      Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica i regolamenti (CE) n. 1224/2009, (CE) n. 768/2005, (CE) n. 1967/2006 e (CE) n. 1005/2008 del Consiglio e il regolamento (UE) 2016/1139 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda i controlli nel settore della pesca [COM(2018) 368 final, 2018/0193 (COD)].

[28]      Regolamento (UE) n. 1308/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013, recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e che abroga i regolamenti (CEE) n. 922/72, (CEE) n. 234/79, (CE) n. 1037/2001 e (CE) n. 1234/2007 del Consiglio (GU L 347 del 20.12.2013, pag. 671) e regolamento (UE) 2017/2393 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 dicembre 2017, che modifica i regolamenti (UE) n. 1305/2013 sul sostegno allo sviluppo rurale da parte del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), (UE) n. 1306/2013 sul finanziamento, sulla gestione e sul monitoraggio della politica agricola comune, (UE) n. 1307/2013 recante norme sui pagamenti diretti agli agricoltori nell’ambito dei regimi di sostegno previsti dalla politica agricola comune, (UE) n. 1308/2013 recante organizzazione comune dei mercati dei prodotti agricoli e (UE) n. 652/2014 che fissa le disposizioni per la gestione delle spese relative alla filiera alimentare, alla salute e al benessere degli animali, alla sanità delle piante e al materiale riproduttivo vegetale (GU L 350 del 29.12.2017, pag. 15).

[29]      Regolamento (UE) n. 1379/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2013, relativo all’organizzazione comune dei mercati nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, recante modifica ai regolamenti (CE) n. 1184/2006 e (CE) n. 1224/2009 del Consiglio e che abroga il regolamento (CE) n. 104/2000 del Consiglio (GU L 354 del 28.12.2013, pag. 1).

[30]      Direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare (GU L 111 del 25.4.2019, pag. 59).

[31]      Ad esempio, uno studio relativo al business case della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari, condotto per conto della coalizione Champions 12.3, ha rilevato una redditività degli investimenti di 14:1 per le imprese che hanno adottato misure volte a ridurre le perdite e gli sprechi alimentari. Hanson, C., e Mitchell, P. (2017), The Business Case for Reducing Food Loss and Waste (Business case della riduzione delle perdite e degli sprechi alimentari) Washington, DC: Champions 12.3.

[32]      Agriculture, forestry and fisheries statistics (Statistiche sull’agricoltura, la silvicoltura e la pesca), compendi statistici 2019, Eurostat.

[33]      Le carni rosse comprendono la carne di manzo, di maiale, di agnello e di capra e tutte le carni trasformate.

[34]      Willett, W. et al. (2019), “Food in the Anthropocene: the EAT–Lancet Commission on healthy diets from sustainable food systems” (Gli alimenti nell’antropocene: la commissione EAT-Lancet sui regimi alimentari sani basati su sistemi alimentari sostenibili), su Lancet, Vol. 393, pagg. 447–92.

[35]      FAO e OMS (2019), Sustainable healthy diets – guiding principles (Regimi alimentari sani e sostenibili – Principi guida).

[36]      EU Science Hub (polo scientifico dell’UE): https://ec.europa.eu/jrc/en/health-knowledge-gateway/societal-impacts/burden.

[37]      A livello di UE, gli sprechi alimentari (tutte le fasi del ciclo di vita) rappresentano ogni anno almeno 227 milioni di tonnellate di CO2 equivalente, vale a dire circa il 6 % delle emissioni totali dell’UE nel 2012 [EU FUSIONS (2016), Estimates of European food waste levels].

[38]      Decisione delegata (UE) 2019/1597 della Commissione, del 3 maggio 2019, che integra la direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda una metodologia comune e requisiti minimi di qualità per la misurazione uniforme dei livelli di rifiuti alimentari (GU L 248 del 27.9.2019, pag. 77).

[39]      https://ec.europa.eu/food/sites/food/files/safety/docs/fs_eu-actions_action_implementation_platform_key_recommendations.pdf.

[40]      Documento di lavoro dei servizi della Commissione – European Research and Innovation for Food and Nutrition Security (Ricerca e innovazione europee per la sicurezza alimentare e nutrizionale) [SWD(2016) 319 final] e documento di riferimento della Commissione per la conferenza ad alto livello FOOD 2030, (2016) – European Research & Innovation for Food & Nutrition Security (Ricerca e innovazione europee per la sicurezza alimentare e nutrizionale).

[41]      Istituito nell’ambito del programma InvestEU, come stabilito dalla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce il programma InvestEU [COM(2018) 439 final, 2018/0229(COD)].

[42]      Nell’ambito del Fondo europeo per gli investimenti strategici, per “imprese a media capitalizzazione” si intendono entità che contano un numero di dipendenti compreso tra 250 e 3 000 e che non sono PMI.

[43]      La tassonomia dell’UE è uno strumento di attuazione che può consentire ai mercati dei capitali di individuare opportunità di investimento che contribuiscono al conseguimento degli obiettivi di politica ambientale e darvi seguito.

[44]      Nel pieno rispetto del quadro europeo di interoperabilità, compreso lo strumento di sostenibilità per le aziende agricole relativo ai nutrienti incluso nella proposta per la PAC dopo il 2020.

[45]      Comunicazione della Commissione “Lavorare insieme per promuovere il capitale umano, l’occupabilità e la competitività” [COM(2016) 381 final].

[46]      Ad esempio l’iniziativa Development of Smart Innovation through Research in Agriculture (DeSIRA) (Sviluppo di un’innovazione intelligente attraverso la ricerca nel settore dell’agricoltura).

[47]      Attraverso le organizzazioni regionali di gestione della pesca, gli accordi di partenariato per una pesca sostenibile e la cooperazione con i paesi terzi in materia di INN e catene del valore sostenibili nella pesca e nell’acquacoltura. Assume particolare rilevanza la cooperazione con i paesi colpiti dai cambiamenti climatici.

[48]      Si tratta di sostanze che possono avere un impatto sulla salute umana, comprese sostanze classificate come mutagene, cancerogene, tossiche per la riproduzione o con proprietà di interferente endocrino di cui all’allegato II, punti da 3.6.2 a 3.6.5 e 3.8.2 del regolamento (CE) n. 1107/2009.

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