Cocomero tipico di San Matteo della Decima PAT Emilia Romagna

Nel trattato di agricoltura di Piero De Crescenzi, traslato nella favella fiorentina, edito a Firenze nel 1478, si parla del cocomero come di un’erba selvatica nota, dal cui sugo si ricava un lassativo più o meno dolce, ma si ricorda anche l’utilità per gli sciatici, artritici e podagrici. Nel corso teorico pratico di agricoltura di Carlo Berti Pichat (Torino, 1866, vol. V), si definiscono i frutti del cocomero nel modo seguente: “sono graditissimi al popolo il quale si disseta e rinfresca nei calori estivi, mangiandone la polpa acquea, sugosa e dolce”.

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Cicerchia PAT Emilia Romagna

Leguminosa da granella simile alla pianta dei ceci. Si semina in primavera. Al momento della raccolta (fine luglio-agosto) la pianta viene tagliata, lasciata ad essiccare poi trebbiata. Si procede alla pulitura dei semi quindi il prodotto viene confezionato con l’aggiunta di una foglia di alloro e alcuni grani di pepe per garantire una conservazione naturale del prodotto.

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Castagne secche, cucciaroli, cuciarole, cuciarùl PAT Emilia Romagna

I piatti a base di “cucciaroli”- castagne secche- sono alla base di molte ricette, dettate dalle materie prime disponibili ma soprattutto dalla fantasia di chi doveva sfamare la famiglia. Fra le varie ricette ricordiamo: Cucciaroli con pane e Sapa/Saba: aggiungere nell’acqua di cottura dei cucciaroli, pane abbrustolito e un po’ di sapa e servire questo composto coi cucciaroli lessati in tavola. Cucciaroli dolci al vino rosso: mettere 4 etti di castagne secche a bagno in acqua tiepida il giorno prima. Pulite dalle pellicine e lavatele. Poi mettetele in un tegame con 6 cucchiai di zucchero, mezzo litro di vino rosso e fatele cuocere lentamente per 3 ore aggiungendo altro vino se sono troppo asciutte. Devono diventare morbide e caramellate. Ottime accompagnate con panna montata.

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Castagne fresche e secche di Granaglione PAT Emilia Romagna

Il castagno, fornitore di un alimento di primaria importanza, diventa “albero del pane” destinato a sfamare intere popolazioni dell’Appennino e non solo. Anche nell’Alta Valle del Reno si diffonde la coltivazione della “Castanea Sativa”. La storia degli insediamenti dei castagneti in questi territori non è certa, si può desumere sia stato introdotto da centinaia d’anni come ci insegna anche lo sviluppo di alcune piante pluricentenarie che ancora sopravvivono alla campagna del tannino. Attorno al 1920, infatti, nella zona fu insediata una fabbrica per la produzione di tanninoricavati dalla distillazione del legno dei castagni.

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Castagne arrosto al vino rosso, balush o ballotte PAT Emilia Romagna

E’ una preparazione tipicamente campagnola. Nelle sere invernale era facile trovare la famiglia di contadini accanto al fuoco del camino che gustava queste castagne profumate al vino. Nelle sere di veglia, quando il freddo si faceva maggiormente sentire, i contadini prendevano le castagne bollenti, le mettevano in una scodella e le ricoprivano di vino rosso “brusco”, lasciato intiepidire accanto al fuoco.

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Castagna reggiana, Massangaia, masangaia PAT Emilia Romagna

I frutti della castagna reggiana sono utilizzati per la produzione di farina e solo occasionalmente per il consumo fresco a causa della difficile eliminazione dell’”episperma”. La coltivazione di castagne è diffusa in Emilia-Romagna,ed in particolare nella provincia di Reggio Emilia. La castagna reggiana si riferisce a varietà locali coltivate nella zona o a prodotti derivati da castagne coltivate nella regione.

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Cardo Gigante di Romagna PAT Emilia Romagna

E’ originario del Mediterraneo. Era coltivato già al tempo degli antichi Romani. Plinio nella sua “Storia Naturale”, lo annovera fra gli ortaggi pregiati. Come cardo gigante avorio senza spine pieno, la prima notizia appare su di un catalogo di sementi del 1951. Nel 1960, stesso catalogo, appare già come Gigante di Romagna, senza spine costa larga piena, bianco avorio, quindi l’apparizione del nome avviene in questo decennio, presumibilmente nella nostra zona litoranea. Questa tipologia di prodotto ha fatto la sua comparsa ufficiale intorno agli anni cinquanta, anche se il cardo in Romagna è coltivato da tempo indefinito, perché costituiva uno dei prodotti invernali dell’orto familiare.

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Aspargo, aspargina,sparz,sparazena PAT Emilia Romagna

Le notizie storico-letterarie riguardanti gli aspargi di Ravenna risalgono ai tempi dei romani quando erano rinomati per le loro caratteristiche qualitative e commerciali ed in particolare per la notevole taglia (fino al peso di una libra per 3 turioni)). Nella fascia costiera ravennate è invalso e consolidato nel tempo l’uso civico della raccolta dell’aspargo, assieme ad altri prodotti, soprattutto nel periodo primaverile.

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Antiche varietà di Zucca Ferrarese, Zucca Violina, Zucca Marina, Zuca Viulìna, Zuca Marina PAT Emilia Romagna

La zucca Violina (Cucurbita moschata var. violina) è caratterizzata da un frutto allungato di colore giallo-nocciola leggermente strozzato al centro, una forma che la fa assomigliare appunto a un violino, la buccia è rugosa e presenta delle costolature longitudinali poco profonde. Sia la pianta che il frutto sono del tipo zucca Butternut “Noce di burro”. La polpa è di colore arancio vivace e ha un gusto molto apprezzato tanto da essere utilizzata ampiamente in cucina

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Antiche varietà di vitigni reggiani: Redga, Sgavetta, Termarina, Scarsafoglia, Spergola, Rédga “Retica”, “Redega”, Sgavétta, Termarèina “Uva termarina”, “Tramarina”, “Romanino”, “Armanino”- Squarzafòja “Squarcia Foglia”, “Scarsa Foglia”- “Spergolina”, “Pellegrina”, “Sparglètta” PAT Emilia Romagna

La provincia di Reggio Emilia, situata nell’Emilia-Romagna, è ricca di tradizione vinicola e ospita diverse antiche varietà di vitigni, ciascuna con le sue caratteristiche distintive. Queste varietà, coltivate nella regione da secoli, hanno contribuito a plasmare il patrimonio enologico locale.

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