Giardini botanici di Villa Taranto, Verbania

Chi ha vissuto a Verbania, sul Lago Maggiore, per lungo tempo o una stagione o anche solo un pomeriggio d’estate, ha certo visitato il giardino di Villa Taranto. La notorietà di cui gode in tutto il mondo non dispensa infatti i più frettolosi dal trascorrervi un paio d’ore.

L’aspetto odierno del giardino di Villa Taranto non è un frutto spontaneo, ma il risultato, plasmato nel tempo di una laboriosa elaborazione intrapresa dal Capitano Mc Eacharn nel 1931. Entrare nei giardini di Villa Taranto è come compiere un viaggio attraverso paesi lontani.

“Un bel giardino non ha bisogno di essere grande, ma deve essere la realizzazione del vostro sogno anche se è largo un paio di metri quadrati e si trova su un balcone”.

Così spiegava il Capitano Neil Mc Eacharn a cui dobbiamo la nascita di questi meravigliosi giardini. Tra le piante presenti alcune delle quali uniche in Europa ed acclimatate dopo lungo lavoro, sono state disposte con senso d’arte in una cornice di bellezza, fra lago e monti.

Nel lontano 1931, infatti, il Capitano Scozzese decise di acquistare la proprietà dalla Marchesa di Sant’Elia per trasformarla in un esemplare giardino all’inglese, ubicato in un lembo d’ Italia che, pur con maggior morbidezza e ricchezza di toni, poteva ricordargli la nativa Scozia. Quest’opera doveva conciliare due esigenze fondamentali: estetiche e botaniche. Esigenze botaniche, in quanto le varie vegetazioni dovevano trovare condizioni di terreno e di clima il più possibile ideali. Le tappe della creazione dei nuovi giardini videro diverse fasi lavorative, sino alla loro ultimazione nel 1940.

Molte migliaia di piante, importate da ogni parte del mondo costituiscono collezioni rarissime. Tra le opere più significative possiamo nominare: la “Valletta”, realizzata dopo imponenti lavori di scavo; l’impianto d’irrigazione, la cui acqua viene pompata direttamente dal lago in un capace serbatoio e quindi irradiata in ogni angolo della proprietà; i “Giardini terrazzati”, con le loro cascatelle, piscina, vasche per ninfee e fior di loto; il “Giardino d’inverno” ed il “Giardino palustre”; fontane ornamentali e giochi d’acqua. Realizzato così il “suo” giardino, che chiamò Villa Taranto, in memoria di un suo antenato, il Maresciallo McDonald, nominato Duca di Taranto da Napoleone, il Capitano volle che il significato dell’opera gentile e poderosa venisse proiettato nel tempo e, con un esempio di squisita generosità, donò la proprietà allo Stato Italiano esprimendo il desiderio che la sua opera avesse continuità nel futuro.

Oggi il patrimonio botanico dei Giardini di Villa Taranto è vastissimo: comprende circa 1.000 piante non autoctone e circa 20.000 varietà e specie di particolare valenza botanica. La Villa non è visitabile, in quanto è adibita a sede della Prefettura della nuova Provincia del Verbano – Cusio – Ossola.
Dal 1952 i Giardini sono aperti al pubblico, da Aprile ad Ottobre, e l’afflusso dei visitatori supera ormai le 150.000 unità per anno. Dall’Australia, dalle Americhe, dall’Europa, da ogni parte, numerosi gruppi di studiosi e di appassionati, raggiungono Villa Taranto, attirati dall’interessante raccolta botanica, dalla perfetta organizzazione e dalla cortesissima ospitalità.

Al Cap. Neil Mc Eacharn, morto il 18 aprile 1964, e le cui spoglie mortali riposano ora – unitamente a quelle della famiglia del suo Amministratore dott. Antonio Cappelletto – in una Cappella – Mausoleo appositamente costruita nei giardini, è subentrato, nell’onerosa opera di manutenzione del compendio, l’Ente Giardini Botanici Villa Taranto “Cap. Neil Mc Eacharn”, col preciso scopo di conservare all’Italia e a tutto il mondo questo impareggiabile gioiello di botanica e di bellezze naturali.

Visitando i Giardini, ognuno ritroverà intimi scenari e figurazioni di fantasia celate in trasparenze d’acqua, o nelle distese dei misteriosi fiori, sacri alla mitologia egizia. Dalla romantica Valletta alla distesa delle Eriche, dalle serre con la “Victoria cruziana” ai viali di Azalee, Aceri, Rododendri e Camelie, dai giardini delle Dalie, con oltre 300 varietà, ai mille colori delle fioriture autunnali, sullo sfondo dei Giardini all’Italiana, o nel dorato velario autunnale, VILLA TARANTO ci regala altrettante indimenticabili immagini della sua sempre rinnovata bellezza.

Specie Botaniche Rare

VICTORIA CRUZIANA

Il genere Victoria, originario delle aree dei grandi bacini fluviali dell’America meridionale (Rio Delle Amazzoni, Paranà), annovera gli esemplari dalle maggiori dimensioni della famiglia delle ninfee. Nei periodi di maggiore attività vegetativa della pianta (giugno-luglio) le foglie sfiorano i due metri di diametro. In Europa è coltivata come specie annuale seminando a gennaio-febbraio i caratteristici semi sferici delle dimensioni di un pisello.

METASEQUOIA GLYPTOSTROBOIDES

Questa conifera a foglia caduca descritta solo sulla base di reperti fossili fino al 1941. I due esemplari a dimora nei Giardini di Villa Taranto furono donati dal principe Borromeo al capitano Mc Eacharn già nel 1949 e nel 1950.

DICKSONIA ANTARCTICA

Quest’elegante pianta appartiene alla grande famiglia delle felci e in particolare al gruppo delle “felci arboree” per il caratteristico “tronco”. Originaria delle foreste umide dell’Australia è presente nel parco con ben oltre 30 esemplari.

EMMENOPTERYS HENRYI

Quest’albero, appartiene alla stessa famiglia di caffè e gardenia (Rubiaceae), è originario delle foreste temperate della Cina dalle quali fu introdotto con successo in Europa nel 1907. Fu piantato in questi Giardini nel 1947 ma si dovette attendere fino al luglio 1971 per avere la sua prima fioritura; fu un evento straordinario mai verificatosi prima di allora in Europa.

DAVIDIA INVOLUCRATA

L’esemplare messo a dimora nel 1938 dall’infante di Spagna Don Jaime nel “Prato delle Personalità” ha assunto delle dimensioni ed un portamento talmente caratteristico da costituire motivo d’interesse anche in assenza delle curiose e appariscenti infiorescenze. E’ la spettacolare fioritura, cui si deve il nome comune di “albero dei fazzoletti” o “albero delle colombe”. Pianta originaria della Cina.

ACER PALMATUM CAP. MC EACHARN

Acero dal colore inconfondibile “rosso corallino”. La pianta muta il colore delle foglie (con una tendenza al verde) durante la stagione estiva, per poi riassumere i colori scarlatti tipici del periodo autunnale.

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