FROSINONE
Lazio

Frosinone

La storia di Frosinone probabilmente trae origine dal termine volsco Frusna, che dopo la conquista dei Romani fu latinizzato in Frusino, sorge oggi su strati di vetusti insediamenti umani. Ciò è comprovato da reperti emersi da campagne di scavi, che affastellandosi attraversando i millenni, hanno portato l’antica Frusino ad essere la città che vediamo oggi. Oggi resta importante reperto lo stemma antico della città, vanto dei frusinati tutti.

Alcune indagini archeologiche iniziate nel 99’ hanno rivelato la presenza di un insediamento importante sulle sponde del fiume Cosa, tra la fine dell’VIII ed il IV secolo a.C. Tombe e resti di fornaci sono emerse, con molti utensili dell’età del ferro in diverse zone, come in località Fontanelle in cui probabilmente sorgeva un villaggio volsco. La capostipite della gente ciociara secondo la leggenda è la regina Camilla dei Volsci.

Dai Volsci all’età romana

Quello che fu un antico nucleo volsco, valoroso e impavido, pur aderendo alla lega Ernica, in seguito, da popolo indomito, si ribellò a Roma. Purtroppo, come altre città simili, Frosinone fu punita duramente dai Romani.

La conseguenza fu la città ridotta in Prefettura, il territorio dimezzato, e infine i capi della rivolta decapitati nel pubblico Foro. Successivamente, il popolo di queste terre dovette dimostrare ancora ardimento e coraggio, quando le sue terre furono depredate, subendo devastazioni e saccheggiamenti. I frusinati dovettero lottare valorosamente per difendersi dagli attacchi, e dalla spietata brutalità di Annibale, durante la seconda guerra punica (218-202 a.C.); ciò è narrato dallo storico Tito Livio. Il guerriero cartaginese, addentrandosi nella valle del Sacco, minacciò e arrivò quasi a Roma, salva per via della prontezza dei segnali di Fumone. Nel I sec. d.C. il poeta Silio Italico nel componimento epico Punica, cantò l’eroismo della città, definendola “Bellàtor Frùsino; motto inciso oggi nello stemma cittadino.

Frosinone nella letteratura antica

Molti cantori, poeti e scrittori dell’antichità hanno fatto danzare la loro penna per la città ciociara, non solo per la sua lunga storia di combattente, fiera per l’ardita virtù dei cittadini nella storia di Frosinone. Tra i tanti ricordiamo Tito Livio, Cassio Dione, Silio Italico, Festo, Pomponio, Floro, Giovenale, e Cicerone ovviamente, nativo di queste zone. L’illustre arpinate, con suo fratello, possedeva delle terre e una villa come si evince da uno scambio epistolare con il suo amico Attico. In epoca romana Frosinone aveva un foro, un’arena, le terme, monumenti e statue, che le tante guerre e l’inesorabile stillicidio corrosivo del tempo hanno corroso. L’oblio ha inghiottito marmi e vestigia, che solo di recente sono riemersi in parte, nel silenzio degli scavi, ora custoditi nei musei.

Nascono le leggendarie mura della storia di Frosinone

Nella girandola di guerre, e difficili vicende politiche, Frosinone fu Prefettura e Municipio romano con i pieni diritti che la cittadinanza implicava. Fu allora che si innalzarono le sue leggendarie mura di difesa. Un tempo esisteva una rocca fortificata sulla collina della città alta 290 metri, dove ancora oggi sorge il centro storico; lassù, adagiato su millenni di storia, da dove si gode di un panorama tra i più belli del Lazio, con valli, e montagne rigogliose. Frosinone gode di una posizione eccellente al centro della valle del Sacco, che è stata la sua fortuna perché l’ha resa Prefettura e Municipio romano. Tuttavia tale posizione è stata anche la sua rovina perché durante le varie invasioni, e saccheggi avvicendatesi, non le è stato mai risparmiato nulla. Durante il medioevo il nome di “Frusino” e dei suoi abitanti subii altri cambiamenti, fino ad arrivare alla definizione attuale di Frosinone e frusinati.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *