Borgo Faiti – Terracina
Terracina
I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant’Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l’acropoli.
La città ebbe il nome di Tarracina (Ταρρακινή in greco antico), derivante presumibilmente dal vocabolo etrusco Trachna, collegato anche al nome della città di Tarquinia e dei re di Roma Tarquinio Prisco e Tarquinio il Superbo.
Origini mitologiche
Terracina fu identificata dai racconti mitologici con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe (Odissea)
L’Acropoli di Terracina, fu il luogo da cui, come racconta Omero, Ulisse salì per guardarsi intorno, osservando il contorno dell’isola Eea (attuale promontorio del Circeo).
Se storia e la leggenda combaciassero, allora sul Pisco Montano avrebbero dovuto esserci le attrezzature della nave di Ulisse, messe in deposito, in attesa della ripartenza dell’eroe per Itaca.
Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui porto, circondato da alti scogli e con un solo stretto ingresso, sarebbe approdato Ulisse.
La città vera e propria, poi, si trovava più in alto, tanto che, per raggiungerla, una volta sbarcati, si doveva: “La via diretta seguitar, per dove i carri conducevano alla cittade dagli alti monti la troncata selva.”
Il centro abitato era quindi situato in collina, a ridosso dei monti più alti.
Primi colonizzatori del territorio terracinese, furono alcuni profughi di Sparta che si sarebbero stabiliti a Feronia, ai piedi del Monte Leano, dove poi sorse un luogo di culto dedicato a tale divinità.
Epoca romana
Sembra che la città sia entrata nell’orbita romana già alla fine del VI secolo a.C.: secondo Tito Livio, infatti, il re etrusco di Roma, Tarquinio il Superbo (VI sec. a C.) avrebbe inviato coloni a Signia e a Circeii, perché fossero di presidio sulla terra e sul mare.
Terracina viene successivamente menzionata nel primo trattato tra Roma e Cartagine, tradizionalmente datato al primo anno della Repubblica romana (509 a.C.).
Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio.
Riconquistata dai Romani nel 406 a.C., e poi ancora una seconda volta nel 400 a.C., vi fu dedotta nel 329 a.C. la colonia romana, che inizialmente prese il nome di “Colonia Anxurnas“.
Ai Volsci o ai Romani potrebbero riferirsi resti di mura di fortificazione in opera poligonale. Secondo alcuni nel 316 a.C. si svolse nei pressi della città la battaglia di Lautulae, nell’ambito della seconda guerra sannitica.Il lastricato (in parte ricostruito) della via Appia nel centro della città romana (Foro Emiliano)
Nel 312 a.C. vi passò la via Appia, che collegava Roma con Capua e la città crebbe di importanza, cominciando ad espandersi nella pianura, in collegamento con lo sfruttamento agricolo del territorio, mentre la città più antica venne progressivamente trasformandosi in zona monumentale.
Importanti trasformazioni urbane avvennero sotto Lucio Cornelio Silla (inizi del I secolo a.C.), al quale si devono la costruzione del teatro e la ricostruzione in forme scenografiche del tempio di Giove Anxur sulla cima del monte Sant’Angelo.
Ricostruzione del Foro Emiliano
Tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del I secolo d.C. si ebbe la ricostruzione del “Foro Emiliano”, che fu pavimentato da un magistrato locale della famiglia degli Aemilii e dotato di portici e di nuovi edifici civili e religiosi.
Nel 69 la città fu teatro di uno degli ultimi scontri dell’anno dei quattro Imperatori: l’assedio di Terracina.
All’epoca di Traiano si deve il taglio del Pisco Montano per un’altezza di 128 piedi romani (37,88 m), che permise il nuovo tracciato della via Appia, e la ricostruzione del porto.
Agli inizi del V secolo l’ultimo intervento cittadino riguarda l’erezione di una nuova cinta di mura che racchiuse anche parte della città bassa.
Medioevo
In epoca bizantina fu un’importante piazzaforte militare e lo storico Procopio riferisce la buona conservazione della strada ancora nel VI secolo.
Nell’VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città.
Le milizie di papa Adriano I nel 778 respinsero il tentativo di occupare la città condotto dalla bizantina Gaeta alleata al longobardo ducato di Benevento.
Le Grandi Famiglie Romane
Alla fine del X secolo papa Silvestro II concesse la città in feudo a Dauferio, conte di Traetto. Nel 1074 venne solennemente consacrata la cattedrale dal vescovo Ambrosio e qui ebbe luogo nel 1088 l’elezione di papa Urbano II. La città fu interessata dalle lotte tra le grandi famiglie romane: i Crescenzi eressero un castello nella parte alta, poi conquistato dai Frangipane nel 1153.
Questi furono poi cacciati poi a loro volta nel 1202 da un’insurrezione popolare: il castello fu distrutto e fu istituito il comune. Sotto il pontificato di Niccolò III, Terracina fu conquistata dal conte Giovanni Anibaldo de Ceccano. Nel 1295 fu eletto podestà papa Bonifacio VIII, che riportò l’ordine e risanò le finanze cittadine.
La città era cresciuta con borghi murati fuori delle mura più antiche, in corrispondenza delle porte principali e fino alla città bassa. A quest’epoca risale il rifacimento della cattedrale e l’erezione delle case-torri dei privati cittadini. La città fu dotata di edifici pubblici e l’ordinamento cittadino si basò sull’urbanistica romana e non più sulla divisione in parrocchie.
Durante il soggiorno dei papi ad Avignone, nel XIV secolo il Comune si oppose ai Caetani di Fondi, che giunsero ad occupare il monte Sant’Angelo nel 1346. Ne furono cacciati per intervento della flotta genovese dietro compenso di 3500 fiorini da restituire a rate per 20 anni. Questo episodio inaugurò, per un ventennio, il protettorato della repubblica ligure, durante il quale Terracina entrò a far parte dell’impero commerciale genovese, ottenendone stabilità e prosperità economica.
Il ritorno dell’autorità papale sotto l’azione del Egidio Albornoz nel 1367, portò anche nuove tassazioni ed un diffuso scontento, così allo scoppio dello Scisma d’Occidente, nel 1378, la città si alleò con il conte Onorato I Caetani. Dopo la morte di questi e la caduta della contea di Fondi nelle mani di Ladislao I di Napoli, nell’aprile del 1400, Terracina continuò a resistere da sola alle truppe congiunte pontificie e napoletane, cedendo solo dopo due mesi di trattative.
Nel XV secolo la città fece parte dei domini dei re di Napoli Ladislao I e Giovanna II, ma al ritorno di papa Martino V nella sede papale di Roma fu restituita al pontefice nel 1420. Terracina fu rioccupata dal re di Napoli Alfonso I nel 1435. Le lotte tra le fazioni favorevoli al papa, agli aragonesi e ai francesi provocarono la decadenza della città e la fine dell’autonomia comunale: la città venne pacificata nel 1499 dall’intervento di papa Alessandro VI.
Monumenti e luoghi d’interesse
La città è tradizionalmente suddivisa in una città alta, l’antico centro cittadino con l’acropoli, sviluppatasi ulteriormente in epoca medioevale, e in una città bassa, frutto di una prima espansione in epoca romana, lungo la strada verso il porto, e di una seconda espansione avvenuta principalmente nel XIX e XX secolo, in seguito alla bonifica delle paludi pontine da parte di papa Pio VI nel XVIII secolo e di Mussolini in seguito.
Piazza del Municipio, una deliziosa piazzetta che conserva ancora la sua originaria pavimentazione di grandi lastre del I. sec a.C, dove affaccia l’antichissima Cattedrale di San Cesareo, che forse molti conoscono come il Duomo di Terracina. La struttura risale al V – VI secolo a. C ma ha subito nel corso degli anni qualche restauro. Ancora integri il basolato e il marciapiede dell’antica Via Appia, che un tempo delimitava il Foro Emiliano.
Capitolium di Terracina, ovvero quello che resta del tempio dedicato alla triade capitolina Giove, Giunone, Minerva. Pare che l’edificio risalga alla prima metà del I secolo avanti Cristo.
Lungo il tratto della Via Appia si può ammirare una piccola parte (l’ingresso) di quello che un tempo era il teatro romano di Terracina, riportato in luce durante le ricostruzioni successive ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. La sua costruzione è riferibile a due fasi: una più antica, risalente circa al I sec. a.C. ed un rifacimento successivo, in età imperiale. Originariamente accoglieva circa 4.000 spettatori.
I resti dell’arco quadrifronte lungo la via Appia Nella città alta, cioè nel centro storico, lungo l’antica via Appia si trovano i resti di epoca romana di: un arco onorario quadrifronte o tetrapilo, un teatro romano e un templio capitolium cioè dedicato alla triade capitolina. Fuori dalla città, sulla cima del monte Sant’Angelo, si trova l’antico santuario di Giove Anxur. Nei dintorni vi è il Parco Nazionale del Circeo, situato a pochi chilometri dalla città.
Vedi anche TERRACINA
TAPPA 1 – da ROMA ad ALBANO LAZIALE