7 – H2o Le acque sotterranee Promuovere e aggiornare il patrimonio di conoscenze

– L’importanza dell’acqua

Il Summary Progress Update 2021: SDG 6 (Rapporto delle Nazioni Unite di sintesi sui progressi relativi all’Obiettivo di sviluppo sostenibile 6) affronta il tema della carenza di dati e di iniziative di monitoraggio in relazione alle acque sotterranee, sottolineando come quello del monitoraggio di tali risorse sia “un campo trascurato”. È necessario monitorare le acque sotterranee nel tempo in termini di quantità e qualità, al fine di comprenderne le dinamiche e lo stato e di identificare eventuali cambiamenti negativi, quali ad esempio i prelievi eccessivi, la riduzione della ricarica (inclusi gli effetti dovuti ai cambiamenti climatici) e l’inquinamento. La ricarica delle acque sotterranee è di norma oggetto di una semplice stima piuttosto che di una misurazione diretta.

Gli acquiferi più vulnerabili che riforniscono persone e ambiente devono quindi essere monitorati con maggiore frequenza. La conoscenza scientifica in ambito idrogeologico, i metodi e gli strumenti disponibili sono sufficienti per intervenire sulla maggior parte dei problemi di gestione delle acque sotterranee; la sfida sta piuttosto nella scarsità di dati affidabili per condurre analisi di scenari e valutazioni incentrate su aree specifiche. Dato che tutti gli acquiferi e le condizioni dei loro confini presentano caratteristiche uniche, risulta essenziale promuovere una valutazione delle acque sotterranee sul campo, al fine di sviluppare politiche basate su dati concreti e un’adeguata gestione di tali risorse idriche.

Sebbene spesso si riveli assai costoso, il monitoraggio costituisce comunque un investimento intelligente: l’identificazione precoce di eventuali problematiche può rivelarsi estremamente efficace dal punto di vista dei costi, consentendo l’introduzione di misure di mitigazione prima che si verifichino danni gravi alla risorsa. I programmi di monitoraggio convenzionali possono essere ulteriormente ampliati grazie a iniziative di citizen science, che hanno anche il potenziale per promuovere l’integrazione della conoscenza locale nella descrizione idrogeologica del territorio e nella valutazione delle acque sotterranee. Le tecniche di telerilevamento vengono utilizzate dalla comunità scientifica anche al fine di migliorare il monitoraggio e la valutazione delle suddette risorse.

La condivisione di dati e informazioni si rivela spesso carente, soprattutto nei paesi a basso reddito. I dati sulle acque sotterranee raccolti grazie a fondi pubblici dovrebbero essere accessibili liberamente. Le imprese private dovrebbero divulgare informazioni e dati rilevanti su quegli elementi concernenti le acque non superficiali che permetterebbero di migliorare la valutazione e la gestione delle acque sotterranee. A titolo di esempio, i dati geofisici e quelli riguardanti i pozzi di trivellazione acquisiti nel corso delle esplorazioni per l’estrazione di petrolio e gas potrebbero migliorare la conoscenza dell’estensione e delle caratteristiche degli acquiferi.

In numerosi paesi a medio e basso reddito mancano competenze in materia di idrogeologia, anche in quei contesti in cui le acque sotterranee costituiscono la parte più consistente delle risorse idriche utilizzate. Queste lacune riguardano sia il livello tecnico, sia quello istituzionale.

Politiche e pianificazione

Fin troppo spesso le politiche adottate in relazione alle acque sotterranee si concentrano principalmente sull’utilizzo della risorsa dopo il prelievo. Questo approccio non contribuisce in alcun modo a una gestione adeguata dell’acquifero, che richiede invece un’attenzione particolare nei confronti di questioni quali l’uso dei terreni, il reintegro delle risorse, la protezione e l’attuazione di misure volte a preservare le funzioni e i servizi offerti dalle acque sotterranee.

Qualunque “prospettiva di gestione delle acque sotterranee” a livello nazionale deve costituire parte integrante di una prospettiva nazionale per le risorse idriche in generale, concertata con un’ampia gamma di parti interessate, dagli utenti locali fino a coloro che si occupano di tecnologie, di scienza, della formulazione di politiche e di investimenti. Le politiche relative alle acque sotterranee dovrebbero essere strettamente collegate allo status e alla natura giuridica della proprietà (pubblica o privata) di queste risorse, oltre che a fattori quali la tipologia di utenti, le caratteristiche delle acque superficiali a esse correlate e l’uso dei terreni nelle aree di ricarica degli acquiferi.

Queste prospettive dovrebbero inoltre consentire un processo decisionale integrato per gli acquiferi, garantendo un collegamento con altri ambiti e settori della società al di là di quello idrico, come ad esempio sviluppo socioeconomico, uguaglianza di genere e riduzione della povertà, alimentazione ed energia, ecosistemi, cambiamenti climatici e salute umana.

Politiche, strategie e progetti dovrebbero essere adattati ai contesti locali, in base alle priorità e alle aspirazioni delle popolazioni locali, oltre a essere incentrati su prove scientifiche solide. I progetti possono essere predisposti sotto forma di iniziativa congiunta di ministeri nazionali, enti provinciali e locali e altre parti interessate, sulla base di un dialogo e di un supporto tecnico inclusivo (ad esempio mappatura partecipata), al fine di garantire la co-titolarità dei processi e dei risultati. Questa procedura permetterebbe di realizzare documenti formali da convalidare, con misure che prevedono scadenze precise e con indicatori oggetto di monitoraggio, oltre a dati, risultati e conclusioni che potranno essere oggetto di valutazione.

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