Le Ville Italiane ed i loro Giardini
Lungo la vecchia strada che dalla Riviera Berica porta a Vò sui colli Euganei, al crocevia di Finale, sorge questo complesso di edifici da cui la famiglia Saraceno controllava le sue estese campagne. La grande corte cinta da un muro è delimitata a nord-ovest dalla villa padronale, a est da alcuni rustici e da una barchessa e a ovest da un piccolo edificio con una porta ad arco verso la campagna, sormontato da una colombara. Il corpo padronale, sviluppato su due livelli, poggia su uno zoccolo strombato concluso da un toro molto pronunciato.
La facciata principale è scandita da sei finestre, con cornici in pietra di Nanto e con cimase e davanzali aggettanti, raggruppate al centro ai lati di un semplice portale con cimasa, un tempo sovrastato da uno stemma, e da altrettanti fori quadrangolari nel sottotetto, con cornici più semplici. Alterano la simmetria due recenti aperture rettangolari ricavate sulla sinistra nell’ampia pausa muraria tra i due piani.
Anche nei fianchi il ritmo delle aperture diventa irregolare, denunciando avvenute trasformazioni interne. Immediatamente sotto la cornice di gronda, decorata con protomi leonine, corre un raffinato fregio dorico a triglifi e metope, un tempo tutte dipinte a monocromi
Al termine di una breve scalinata il portale introduce al salone passante, che originariamente era a tutta altezza e distribuiva due stanze su ogni lato; il seminterrato, non pavimentato, consiste in un largo corridoio a volta ribassata che gira attorno a un corpo centrale pieno. Gli interni sono stati stravolti da divisioni, soprattutto nel settore centro-occidentale dove è stato ricavato un piano intermedio.
La caratteristica forma chiusa della fabbrica, la disposizione aritmica delle aperture e soprattutto la presenza del fregio sottogronda rendono plausibile l’attribuzione della villa a Michele Sanmicheli; ipotesi supportata, inoltre, dalla coincidenza del cantiere, databile grazie a un estimo del 1546 (Battilotti 1995) agli anni quaranta del Cinquecento, con la presenza dell’architetto a Vicenza.
Gli stessi estimi, oltre a darci notizia che il committente della villa fu Gasparo di Girolamo Saraceno, testimoniano la preesistenza dei rustici della corte rispetto al corpo padronale; in particolare erano già in sito la barchessa, scandita da pilastri in laterizi su cui poggia direttamente la struttura lignea del tetto, la colombara – rimaneggiamento quattrocentesco di una torre di difesa – e il muro di cinta in pietra e laterizi.
Villa Gavotti della Rovere Albissola Superiore (SV)
Veniva chiamata la Cà grande, probabilmente era un caseggiato a due piani fiancheggiato da una torre. La tradizione la riconosce casa natale di Giuliano della Rovere, poi divenuto nel 1503 Giulio II, il pontefice umanista, mecenate di Michelangelo e di Bramante. Le antiche carte dicono che appartenesse ai della Rovere da tempo immemorabile. Nel Settecento…
Castello Sam Benelli a Zoagli (GE)
Eretto nel 1914 per il drammaturgo Sem Benelli, il progetto del castello è ad opera del suo stesso scenografo Giuseppe Mancini che qui si cimentò in una delle sue rare realizzazioni architettoniche, con una struttura eclettica che richiama il Coppedè.“Il castello delle beffe” (parafrasando il titolo della più celebre opera di Sem Benelli) è caratterizzato da volumi…
Villa Campolieto a Ercolano (NA)
Sorta in una posizione fra le più felici e suggestive, a valle della borbonica strada delle Calabrie, non lontano dalla Reggia di Portici e contigua alla Villa Favorita, Villa Campolieto venne edificata per volontà del Principe Luzio De Sangro, Duca di Casacalenda che nel 1755, affidò il progetto e l’esecuzione dei lavori a Mario Gioffredo….