Varco Sabino: natura, storia, la buona cucina della “Tenuta del Varco” lontano dal caos della città

Varco Sabino è un piccolo centro nella regione della Sabina a circa 95 km da Roma, sorge su un colle a circa 750 metri s.l.m., un luogo pittoresco e affascinante, un’oasi di pace, dove la natura è protagonista assoluta, con le sue strette stradine lastricate, case in pietra e antichi edifici che raccontano la storia del borgo. Qui lontani dallo stress e dalle preoccupazioni quotidiane si può godere l’armonia e la tranquillità, che la natura sa offrire insieme a scenari incantevoli. Il luogo deve la sua importanza al valico vicino che collegava anticamente l’Abruzzo alla Sabina attraverso i monti Carseolani.

Varco Sabino non ha mai raggiunto nel periodo passato lo stato di “castrum” perché non era convenientemente protetto da fortificazioni, anche se, nella zona, erano presenti diverse forme di popolamento sparso, che gravitavano intorno alla Chiesa di Sant’Angelo de Varco, che compare per la prima volta in un registro redatto nel 1252, insieme alle chiese dipendenti dal monastero di San Salvatore Maggiore. Nel 1353 Papa Innocenzo VI concesse ad Angelo di Francesco da Varco un canonicato in attesa di prebenda nella chiesa collegiata di San Pietro di Cassel, diocesi di Thérouanne, nel dipartimento attuale del Pas-de-Calais, ad attestare la presenza di un insediamento e il pregevole rango sociale raggiunto. Al momento della completa riorganizzazione dello Stato della Chiesa nel 1817, Varco fu inserito nel governatorato di Roccasinibalda; poi divenne comune e, nel 1853 raggiunse 404 abitanti riuniti in ottantasei famiglie, che alloggiavano tutti in settantatré case. Le famiglie più importanti dell’epoca erano i Caprioli, i Battisti e i Manelli. Nel lontano passato l’attività principale era la lavorazione del legno, venivano poi una bottega di ferri lavorati e una piccola spezieria; la piazzetta del villaggio serviva per la trita del grano operata dal duro lavoro di quattordici bottai. Nella compagine economica, c’erano anche un sarto e uno scalpellino. Uno dei principali punti di interesse di Varco Sabino è l’antica Chiesa di Santa Maria Assunta, risalente al XV secolo, con il suo campanile di forma piramidale. All’interno della chiesa si possono ammirare affreschi e opere d’arte di grande valore storico e artistico.

Ci troviamo in una vasta area caratterizzata da un miscuglio di tradizioni di culture diverse, un intreccio tra gli usi e i costumi del Regno Borbonico e lo Stato Pontificio, che fu teatro di quel fenomeno del brigantaggio sviluppatosi oltre che in questa zona, anche nella vicina Marsica e nell’Aquilano soprattutto dopo il 1860, quando il Regno delle Due Sicilie fu definitivamente annesso al nuovo Regno d’Italia. La figura del brigante Bernardino Viola, ricordata anche nel romanzo “Fontamara” di Ignazio Silone, è rappresentativa per la storia del brigantaggio di questi luoghi, perché visse più a lungo rispetto ad altri capibanda, provenienti soprattutto dalle zone di Tornimparte, Fiamignano e Pescorocchiano, ed anche perché egli stesso era un uomo originario di questa terra di confine, che conosceva bene.

Le escursioni naturalistiche

Varco Sabino è un punto di partenza ideale per escursioni e passeggiate nella Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia, che offre numerosi sentieri ben segnalati attraversano boschi, ruscelli e panorami mozzafiato. Si possono praticare attività come trekking, mountain bike, arrampicate sulle pareti rocciose per immergersi completamente nella natura incontaminata della zona. Gli appassionati di birdwatching possono avvistare numerose specie di uccelli, mentre i pescatori possono godersi una giornata di pesca nei fiumi e laghi della zona. Ci sono escursioni che vengono organizzate con i QUAD nelle splendide zone circostanti, di diversi gradi di difficoltà, di varie tipologie e diversa durata. Un modo particolare di vivere la natura, sempre nel completo rispetto degli ambienti che ogni volta riescono a donare forti ed indimenticabili emozioni.

Qui si può fare un bagno rinfrescante nelle acque cristalline o semplicemente rilassarsi sulla riva, godendo del suono rilassante della natura. Il lago del Salto anche detto lago di Borgo San Pietro, che è il più grande lago artificiale del Lazio, accoglie atleti provenienti da tutto il mondo per i mondiali di Wakeboard.

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Le tradizioni culinarie del luogo

Il borgo è famoso per la produzione di castagne, che vengono utilizzate per la preparazione di piatti tipici locali, come dolci e il castagnaccio. Durante l’autunno, si svolgono numerose sagre e festività legate alla castagna, dove è possibile assaggiare le specialità locali e immergersi nella tradizione culinaria del luogo. I visitatori possono assaggiare piatti tipici locali, preparati con ingredienti freschi e genuini. I formaggi locali, le carni di alta qualità e i piatti a base di funghi sono solo alcuni dei prelibati piatti che si possono gustare in questi luoghi ameni, dove il tempo sembra scorrere più lentamente e ci si può rigenerare completamente.

La Tenuta del Varco un luogo magico, dove soggiornare, rilassarsi o scegliere come location per un matrimonio che non passa inosservato

In questa suggestiva oasi di pace, dove sembra di approdare in un mondo fiabesco, daini e cervi immersi nella vallata, danno il benvenuto a chi entra nella Tenuta del Varco. Ogni angolo è magico e spettacolare da fotografare, all’interno di questo paradiso è possibile svolgere attività fisiche per gli amanti del fitness ma anche per chi vuole semplicemente tenersi in forma o leggere un libro. Carlo Alberto Venzaga, dopo tanti anni vissuti a Roma, ha deciso di tornare in questi luoghi che lo hanno visto nascere. Cuoco e allevatore ha creato un progetto di sviluppo turistico e agricolo che porta nel piatto i sapori della montagna. Ci sono tanti alloggi indipendenti all’interno del bosco, dove poter soggiornare e godersi la bellezza di questo posto incantevole, con piscina, campi da tennis, il maneggio, spazi ideati per attività riservate agli ospiti di ogni età, dove ogni uomo può ritrovare quiete e poesia, facendosi cullare dalla sontuosità della natura.

Carlo Alberto Venzaga si è dedicato alla coltivazione e all’allevamento di specie autoctone, recuperando antiche tradizioni agricole e valorizzando le varietà locali. Nella sua cucina, utilizza ingredienti di provenienza locale e stagionali, promuovendo la sostenibilità e la biodiversità, rappresentando un esempio positivo di come sia possibile promuovere uno sviluppo turistico e agricolo rispettoso dell’ambiente.

La sua storia e il suo progetto ispirano e dimostrano che il legame con la terra e la natura può portare a una vita piena di passione e soddisfazione. Oltre alle attività agricole, organizza visite guidate nel suo “museo” a cielo aperto, permettendo ai visitatori di scoprire la bellezza della natura e imparare la storia e le tecniche agricole tradizionali. La Tenuta del Varco è diventata un vero e proprio punto di riferimento per chi cerca un’esperienza autentica, dove l’ospitalità si combina con la salvaguardia dell’ambiente e la promozione di una cucina sana e consapevole.

La Tenuta è anche un luogo dove festeggiare insieme ad amici e parenti compleanni, feste private e cerimonie varie. D’estate quasi tutte le settimane si organizzano serate a tema all’insegna dell’allegria e dell’ottima cucina.

Il menù che cambia in base alla sua esperienza, all’alta professionalità e creatività secondo ciò che la natura offre stagionalmente, permette di gustare sapori antichi e dimenticati, un boato di raffinatezza e qualità che si ispira alla terra e alla natura.

Dalla pasta fatta a mano con ragù di Cervo e Agrumi, il tagliere caratterizzato da una selezione di salumi tipici della zona, dal sapore intenso e genuino, perfetti per accompagnare un buon bicchiere di vino locale, ai bottoncini di pane con guanciale e arancia un mix equilibrato tra il sapore salato del guanciale e la freschezza degli agrumi stessi, creano un gusto unico e indimenticabile. Ma il vero protagonista della carta è la carne dell’antico Suino Nero Appenninico, allevato nella Tenuta. Il suo sapore intenso e ricco diventa l’ingrediente principale di piatti come i tortelli di rosmarino con mortadella di nero, fondo di pistacchi e aria di parmigiano.

Ogni piatto del menù è il risultato di un’esperienza unica e di una creatività culinaria senza limiti. L’obiettivo è quello di offrire ai clienti una vera esperienza, basata sulla tradizione e sulla ricerca dei sapori autentici. È possibile acquistare prodotti genuini della Tenuta.

Ricetta “Bottoncini di pane con guanciale di suino nero biologico “Tenuta del Varco” e arancia” – chef Carlo Alberto Venzaga

I bottoncini di pane con guanciale e arancia sono un piatto delizioso che combina sapori contrastanti, ma equilibrati, per creare un gusto unico e indimenticabile. Il guanciale, con il suo sapore salato e ricco di grasso, si sposa perfettamente con l’arancia, che dona una freschezza agrumata e leggermente dolce.

Ingredienti:

  • 500 gr di farina 00
  • 60% di acqua
  • 50 gr di strutto
  • 15 gr di sale
  • 75 ml latte
  • 12 gr lievito
  • 250 gr di guanciale di Suino Nero dell’Appennino
  • la scorza grattata di un’arancia non trattata
  • 1 uovo

Procedimento:

Preparare la farina setacciata in planetaria, versare il latte a temperatura ambiente ed iniziare a mescolare. Aggiungere gradualmente l’acqua tiepida dove vi è stato precedentemente sciolto il lievito di birra, mettere lo strutto, il sale, il guanciale tagliato a cubetti molto piccoli e la scorza dell’arancia e lavorare fino ad ottenere un impasto omogeneo.

Mettere in una boule e coprire per effettuare la prima lievitazione che durerà 12 ore circa a 18/20°C.

Al termine della prima lievitazione trasferire l’impasto sul piano di lavoro leggermente infarinato e tagliarlo a meta ottenendo 2 filoncini per poi successivamente suddividerli in porzioni da 40 gr.

Infarinare leggermente le mani per fare la pirlatura dei bottoncini, adagiarli in una teglia su carta da forno e coprirli per procedere alla seconda lievitazione che durerà circa altre 4 ore. Al termine spennellare delicatamente con l’uovo sbattuto, mettere in forno preriscaldato a 180 °C, cuocere per 20 minuti.

I bottoncini di pane con guanciale e arancia possono essere serviti come antipasto o accompagnamento ad un piatto principale. Il loro mix equilibrato tra il sapore salato del guanciale e la freschezza degli agrumi renderà ogni boccone un’esperienza gustativa unica e indimenticabile.

Buon appetito

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