IVREA, città industriale del XX secolo

La città industriale di Ivrea si trova in Piemonte e si è sviluppata come banco di prova per Olivetti, produttore di macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer da ufficio. Comprende una grande fabbrica e edifici destinati a servire l’amministrazione e i servizi sociali, oltre a unità abitative. Progettato da importanti urbanisti e architetti italiani, principalmente tra gli anni ’30 e ’60, questo complesso architettonico riflette le idee del Movimento Comunità (Movimento Comunità). Un progetto sociale modello, Ivrea esprime una visione moderna del rapporto tra produzione industriale e architettura.

Eccezionale valore universale

Fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, la Città Industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale del XX secolo. La società Olivetti produceva macchine da scrivere, calcolatrici meccaniche e computer desktop. Ivrea rappresenta un modello della moderna città industriale e una risposta alle sfide poste dal rapido mutamento industriale. È quindi in grado di fornire una risposta e un contributo alle teorie dell’urbanistica e dell’industrializzazione del XX secolo. La forma urbana e gli edifici di Ivrea sono stati progettati da alcuni dei più noti architetti e urbanisti italiani del periodo dagli anni ’30 agli anni ’60, sotto la direzione di Adriano Olivetti. La città è composta da edifici per la produzione, l’amministrazione, i servizi sociali e gli usi residenziali, che riflettono le idee del Movimento Comunità che è stato fondato a Ivrea nel 1947 sulla base del libro di Adriano Olivetti del 1945 l’Ordine politico delle Comunità (The Political Ordine delle Comunità). La città industriale di Ivrea rappresenta quindi un esempio significativo delle teorie dello sviluppo urbano e dell’architettura del XX secolo in risposta alle trasformazioni industriali e sociali, compresa la transizione dall’industria meccanica a quella digitale.

Criterio (iv): La città industriale di Ivrea è un insieme di eccezionale qualità architettonica che rappresenta il lavoro di designer e architetti modernisti italiani e dimostra un esempio eccezionale degli sviluppi del XX secolo nella progettazione della produzione, tenendo conto delle mutevoli esigenze industriali e sociali . Ivrea rappresenta una delle prime e più alte espressioni di una visione moderna in relazione alla produzione, alla progettazione architettonica e agli aspetti sociali su scala globale in relazione alla storia dell’edilizia industriale e al passaggio dalle tecnologie industriali meccaniche a quelle digitalizzate.

Gli attributi della proprietà sono: la planimetria della città industriale, gli edifici e gli spazi pubblici e gli edifici residenziali sviluppati da Olivetti (compresi i loro elementi interni esistenti). L’influenza del Movimento comunitario sulla fornitura di edifici per scopi residenziali e sociali è un importante elemento immateriale, sebbene le funzioni della maggior parte degli edifici non residenziali siano cessate.

Integrità

L’integrità di questa area urbana si basa sull’inclusione di edifici, spazi e forme urbane necessarie per trasmettere il significato dello sviluppo del XX secolo di Ivrea. Lo stato di conservazione delle componenti della città è variabile. Molti degli edifici residenziali presentano uno stato di conservazione buono / adeguato. Tuttavia, l’integrità della proprietà è considerata vulnerabile a causa di molti fattori e pressioni tra cui l’invasione di nuovi sviluppi urbani, il deterioramento delle condizioni di alcuni edifici industriali chiave e degli interni degli edifici, l’esistenza di alcune nuove costruzioni visivamente intrusive all’interno del confine della proprietà e la sua zona cuscinetto, e la perdita delle attività e degli scopi originari a causa del declino della produzione. Anche l’elevato numero di edifici sfitti e la necessità di trovare nuovi usi contribuiscono alla vulnerabile integrità di Ivrea.

Autenticità

L’autenticità di Ivrea si basa sull’elevato numero e sulla qualità dei progetti urbani e architettonici che risalgono al periodo primario dello sviluppo di Ivrea come città industriale. È stata effettuata un’analisi dettagliata dei singoli componenti in termini di forma, design e materiali, posizione e ambiente circostante, e molti elementi hanno mantenuto le loro caratteristiche originali nonostante i cambiamenti alla produzione che hanno interessato la città negli ultimi due decenni. Mentre molti edifici residenziali, amministrativi e di servizio sono intatti, altri sono stati ristrutturati; e un gran numero di edifici sono attualmente sfitti, con un futuro incerto. Vi è il rischio di una graduale perdita dell’autenticità della proprietà a causa di proposte di ristrutturazione su larga scala, degrado delle finiture esterne delle facciate e deterioramento della decorazione e dei dettagli interni. Sono stati compiuti sforzi per sviluppare nuovi usi simili nel tipo ai loro usi originali (come le telecomunicazioni, la produzione o le attività culturali).

Requisiti di protezione e gestione

Ivrea è tutelata secondo i regimi legislativi a livello nazionale, regionale e locale. Questi includono il Codice nazionale del patrimonio culturale e del paesaggio (rivisto nel 2004); il Codice regionale del paesaggio e dei beni culturali e il Piano paesaggistico regionale (2015); e Ivrea Land Use Plan (2006). La tutela nazionale per Ivrea è in vigore solo per alcuni edifici, ed è ancora da completare. Il sistema di protezione legale è complesso e su più livelli, con un forte affidamento sull’impegno, le risorse e le competenze delle autorità nazionali e municipali. È necessario migliorare la razionalizzazione e il coordinamento tra le istituzioni locali, regionali e nazionali. La tutela dell’integrità visiva del bene e della sua zona cuscinetto sarà rafforzata dall’adozione da parte del Comune di Ivrea del regolamento del piano paesaggistico regionale, integrando le linee guida e le prescrizioni direttamente attinenti alla tutela, salvaguardia e valorizzazione del bene Regolamento comunale entro ottobre 2019. L’ufficio tecnico comunale risponde direttamente alle proposte progettuali e concede le autorizzazioni, tenendo conto delle denominazioni edilizie e paesaggistiche nazionali, regionali e locali (per la zona cuscinetto).

Le sfide alla conservazione a lungo termine dell’eccezionale valore universale di Ivrea sorgono in relazione alle risorse per la conservazione e alla necessità di nuovi usi in tutti gli elementi della città. Il 44% degli ex edifici industriali e aziendali della proprietà sono sfitti o sottoutilizzati e sono necessarie strategie di manutenzione a breve termine. Il coinvolgimento con i residenti e altri utenti è una priorità costante. Attualmente i livelli di visitatori sono bassi e si prevede di aumentare la capacità turistica.

Il piano di gestione è stato aggiornato a settembre 2017 e delinea una serie di piani d’azione a breve e lungo termine per la protezione, la conservazione e la documentazione; rafforzamento delle capacità; comunicazione ed educazione; e presentazione. Il sistema di gestione prevede un Comitato Direttivo presieduto dal Sindaco; Consigli tecnici consultivi nominati dal Comitato direttivo; e il coordinatore del sito. Il Segretario Generale del Comune di Ivrea è il rappresentante operativo che coordina tutte le strutture comunali coinvolte nell’erogazione degli interventi del Piano di Gestione. Il Comune di Banchette ha sottoscritto un Memorandum d’intesa per l’attuazione del Piano di Gestione in relazione alla piccola area che si presenta all’interno dei suoi confini.

© whc.unesco.org

Un riconoscimento importante per una idea positiva (quella della possibile “umanizzazione” delle trasformazioni industriali e sociali, e della loro potenziale compatibilità con il benessere delle comunità locali) che le abilità tecniche di grandi professionisti hanno trasformato, qui ad Ivrea, in realizzazioni tangibili.

La Città Industriale di Ivrea è un progetto industriale e socio-culturale aziendale della Società fondata nel 1908 da Camillo Olivetti, progressivamente sviluppato dagli anni ’30 e fino alla fine degli anni ’60.
Fu soprattutto il genio visionario di Adriano Olivetti a voler dimostrare concretamente l’esistenza di una alternativa efficace e praticabile ai modelli industriali (e di architerttura industriale) prevalenti che, con lo scopo assoluto della creazione di ricchezza e di posti di lavoro, subordinavano qualsiasi scelta (compreso quelle urbanistiche) alle esigenze della produzione, con effetti che incidevano in modo invasivo sul tessuto urbano, sull’ambiente e sugli stessi processi sociali.

La città industriale di Ivrea è, dunque, un esempio eccezionale sia per la qualità delle soluzioni proposte, che per le modalità “partecipate” della sua attuazione.

Il sito è costituito dal complesso di edifici progettato dai più famosi architetti e urbanisti italiani del Novecento, riconoscibile nel tessuto urbano della città in un disegno complessivo, razionale e profondamente meditato. Nel quartiere, che si inserisce perfettamente e – anzi – completa il tessuto urbano della città, si distinguono aree ed volumi propriamente industriali, aree ed edifici destinate alla residenza e ai servizi sociali.

Fra gli edifici per la produzione, veri capolavori razionalisti la Centrale Termica, concepita da Edoardo Vittoria nel 1959, la Falegnameria, concepita da Ottavio Cascio nel 1956 e realizzata recuperando un edificio originario del 1927, l’ Edificio ex Sertec, concept di Ezio Sgrelli datato 1968, sede dell’engineering Olivetti di servizi all’edilizia civile e industriale in Italia e all’estero che, in quanto tale, doveva dimostrare plasticamente la propensione aziendale per l’innovazione.

Fra gli edifici residenziali, formidabile la Casa Popolare di Borgo Olivetti, progettata fra il 1939 e il 1941 dagli urbanisti di fiducia Luigi Figini e Gino Pollini, l’Edificio 18 alloggi, progettato nel 1956 da Marcello Nizzoli e Gian Mario Oliveri, ed infine la più recente Unità Residenziale Ovest (Talponia) progettata fra il 1968 da Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola con Luciano Re, fra il 1968 e il 1971.

Per i servizi sociali destinati alla fabbrica e alla città significativo è il Centro dei Servizi Sociali, un lavoro dei “soliti” Luigi Figini e Gino Pollini (assistiti dai tecnici di produzione Roberto Guiducci e Paolo Radogna), la cui progettazione si è sviluppata fra il 1954 ed il 1959, e – fondamentale – l’Asilo nido in Borgo Olivetti, sempre opera di Figini e Pollini. Arredi interni progettati dall’Ufficio Tecnico aziendale, diretto in quegli anni dall’architetto Gian Antonio Bernasconi. L’edificio (e la relativa area giochi) è ancora usato per i servizi all’infanzia del Comune di Ivrea, a dimostrazione della funzionalità assoluta degli spazi concepiti nel lontano 1939.

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