GNAA Galleria Nazionale di Arte Antica: il ritorno della Fornarina

Il mistero della Fornarina: chi era la donna che stregò Raffaello?

Il mistero della Fornarina: chi era la donna che stregò Raffaello?
La Fornarina – Dettaglio dello Sguardo

ROMA 02 settembre 2020

La Fornarina, il celebre dipinto del Raffaello, dopo essere stata esposta in occaione della mostra sul “Raffaello e l’eco del mito” organizzata nelle Scuderie del Quirinale, torna nella sua “casa” d’origine, Palazzo Barberini ora sede della Galleria Nazionale di Arte Antica!

Figlia di un fornario di Trastevere o cortigiana di alto bordo. Da circa 500 anni la donna dai seni nudi che fu ritratta da Raffaello Sanzio non smette di far parlare di sè. Poco si sa della sua identità ma molto dell’amore che il pittore provò per lei. Fino a farla diventare la sua musa e la sua amata

C’è una donna, nelle sale di Palazzo Barberini, che da cinquecento anni non smette di far parlare di sé. Ha i seni acerbi e nudi, un velo trasparente a coprire il ventre e un turbante di seta a righe annodato tra i capelli. Sul braccio un monile che porta la scritta Raphael Urbinas, Raffaello di Urbino.

E’ il nome dell’uomo che l’ha resa immortale. Su di lei poche sono le notizie certe. Una sola si rincorre da secoli. Per quegli occhi scuri e profondi, quell’uomo perse la testa.

Al punto che ancora oggi il suo nome, almeno quello con il quale è divenuta famosa, evoca il mistero e a lei sono stati dedicati libri e testi teatrali.

CHI ERA LA FORNARINA

Chi era dunque la Fornarina, la giovane dipinta da Raffaello Sanzio intorno al 1518 e conservata ancora oggi nella sua bellezza intrigante nelle splendide sale della Galleria Nazionale di arte Antica di Palazzo Barberini, a Roma?


Per molti sarebbe Margherita Luti, figlia di Francesco, fornaio – ecco spiegato il nome Fornarina – vissuto nel quartiere romano di Trastevere, a via di Santa Dorotea 19.

Qui la ragazza si sarebbe affacciata – ma per altri invece abitava in vicolo del Cedro o in via del Governo Vecchio 48 – mentre un giovane Raffaello camminava per le strade di Roma.

Del suo sguardo dolce e della sua posa romantica sarebbe rimasto folgorato fino a innamorarsene. Un vero e proprio colpo di fulmine che secondo altri testimoni sarebbe stato sugellato con una scritta, ancora conservata, sulle mura di una casa in via del Governo Vecchio “qui abitò colei che fu amata da Raffaello Sanzio”.

E che lo amò, rimanendogli fedele, anche dopo la morte.

Pare appunto che dopo la scomparsa dell’artista, la Fornarina si rinchiuse – distrutta dal dolore – nel convento di Sant’Apollonia.

Secondo Giorgio Vasari l’incontro tra il pittore e la sua musa sarebbe avvenuto sulle rive del Tevere.

Qui la giovane donna si bagnava nuda quando incontrò lo sguardo di Raffaello.

Un approccio decisamente meno romantico del primo che giustificherebbe l’ossessione del pittore per la donna. E per il suo corpo. Ammirato candido tra le acque del fiume e desiderato fino alla follia.

Sarebbe, sempre secondo Vasari, arrivato a minacciare di interrompere l’affresco della loggia di Galatea a Villa Farnese se non gli fosse stata portata nello studio la sua bramata modella.

Per altri ancora la Fornarina non sarebbe certo la figlia di un fornaio, socialmente troppo lontana dal mondo del pittore, ma una più verosimile cortigiana che – compatibilmente con la moda dell’epoca – aveva scelto come soprannome, o meglio come nome d’arte, proprio quello con il quale il quadro divenne poi celebre.

Raffaello l’avrebbe vista la prima volta affacciata alla finestra della sua abitazione, intenta a cercare clienti però e non romanticamente assorta come vorrebbe l’altra leggenda.

POCHE CERTEZZE E MOLTO MISTERO

Poche certezze dunque e molto mistero sulla donna dagli occhi profondi che la critica vorrebbe riapparire in altri celebri quadri di Raffaello.

Dalla Velata al Trionfo di Galatea fino alla Madonna Sistina.

A lei, che da secoli tenta di nascondere senza troppa convinzione le sue nudità, anche la letteratura e il teatro si sono ispirati.

Tra questi l’opera musicale moderna di Giancarlo Acquisti dal titolo “Raffaello e la leggenda della Fornarina”.

Il quadro, che fu acquistato dai Barberini e appare nei loro inventari a partire dal 1642, fu trasferito negli anni Settanta alla Galleria Borghese, per poi fare ritorno nelle sale di Palazzo Barberini.

Qui si può ammirare ancora oggi, gioiello nel gioiello della Roma barocca.

FONTE @LaRepubblica

GNAA Galleria Nazionale Arte Antica in Palazzo Barberini
Via delle Quattro Fontane 13 – 00184 ROMA – ITALIA
Tel. +39 06 481 4591


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