Albenga
Imperia LIGURIA

Borghi d’Italia e centri storici

Il centro storico di Albenga, è situato presso le foci del fiume Centa, ai limiti occidentali della più grande pianura alluvionale della Liguria Marittima. La scelta del luogo per il suo antico impianto corrisponde a un castrum romano del II secolo a.C. va attribuita a fattori geografici del tutto diversi da quelli attuali: allora le foci del fiume erano lontane e la linea costiera si apriva in una piccola insenatura, adatta a essere usata come porto anche perché protetta dal promontorio del Monte che ospitava il centro preromano di Albium Inganum (città degli Ingauni). Le numerose stratificazioni delle fasi urbane e architettoniche testimoniano ancora oggi una vicenda insediativa che si estende nel tempo, senza soluzione di continuità, per oltre duemila anni.

Anche nella situazione demografica e socioeconomica contemporanea Albenga sembra continuare il prestigio della sua storia millenaria differenziandosi sostanzialmente dai vicini comuni turistici costieri. Da Savona a Ventimiglia è infatti l’unico centro marittimo a presentare una percentuale di seconde case inferiore al 10 % dell’intero patrimonio edilizio. Una discreta attività industriale, in gran parte collegata alle consistenti produzioni ortofrutticole della pianura circostante, è senza dubbio alla base del fenomeno insediativo, accentuato anche da uno spostamento della pôpolazione dalla media alta vallata verso il mare.

Nel caso del bacino del Centa, il movimento migratorio richiama l’alterna bipolarità esistente da secoli tra Pieve di Teco, capitale ingauna della montagna, e Albenga stessa: le due città mantengono più o meno lo stesso numero di abitanti (intorno a 9000 nel XVII secolo) fino all’inizio dell’Ottocento, quando nelle aree collinari e marittime si comincia a registrare un maggior tasso di incremento demografico rispetto alle zone delle medie valli e della montagna, primo passo verso lo spopolamento contemporaneo di quest’ultime. La crescita vertiginosa della città moderna verso il mare, tuttavia, modifica solo marginalmente il tessuto originario entro le mura, mantenendo integri i suoi valori urbanistici e monumentali.

I numerosi interventi degli ultimi decenni, tesi al recupero generalizzato dell’immagine medievale e alla riscoperta delle fasi romane e paleocristiane, arrichiscono ulteriormente le dimensioni e gli interessi di Albenga, che comunque appare come un vero e proprio palinsesto tracciato nelle pietre con le sovrapposizioni e le soppressioni determinate da cause fisiche ( sprofondamento e alluvioni), da quelle politiche (invasioni e rinascite) e da quelle storico-culturali (scavi e restauri).

Una serie di sorprendenti coincidenze sul piano urbanistico e monumentale sottolinea i grandi richiami impliciti nell’immagine contemporanea della città. I principali assi viari del centro storico coincidono infatti con le principali arterie medievali, a loro volta derivate dal cardine massimo del castrum (via delle Medaglie d’Oro) e dal decumano massimo (vie d’Aste, Ricci, Maineri)

L’andamento delle mure repubblicane, scoperte negli strati più bassi, coincide con la ricostruzione del V secolo e con la cinta di età medievale, superata solo in epoca imperiale con la costruzione di edifici extra moenia. Sul piano monumentale, il Battistero del V secolo, posto a fianco della Cattedrale e dominato dalle grandi torri civiche, segnala la persistenza quasi plurimillenaria dei centri di potere in una identità di localizzazioni che si proietta nel tessuto socioeconomico della città attraverso la secolare suddivisione nei quattro quartieri: S. Maria (Cattedrale e Battistero), S. Eulalia, S. Siro e Torlata. Nonostante il massiccio sviluppo contemporaneo verso il mare, la città medievale permane come centro fisico e dei servizi per l’attuale comunità.

LE ORIGINI E LA CITTÀ ROMANA

Fondata tra il VI e il IV secolo a.C., Albenga diventa capitale di tutte le popolazioni ingaune insediate tra Finale e San Remo localizzando la propria sede originaria sulle alture del Monte che domina la successiva città romana e medievale.

Nel 181 a.C. L. Emilio Paolo conquista la cittàaprendo le porte alla romanizzazione di tutta la Liguria occidentale. Con la distruzione delle mura dell’oppido antico egli pone probabilmente le basi del nuovo castrum fondato nella vicina pianura bagnata dal fiume Centa. A futura memoria del letto antico del fiume rimane la localizzazione medievale del “Ponte lungo”, oggi in gran parte interrato nella campagna.

La concessione del diritto latino e della cittadinanza romana, il rafforzamento del presidio in occasione delle campagne per la conquista dell’Iberia, la partecipazione degli Ingauni alle coorti ausiliare romane e infine la sottomissione dei Liguri montani segnano altrettante tappe della formazione della città. Il suo municipio possiede la più vasta giurisdizione territoriale del Ponente Ligure e amplia i limes preromani tra Finale e Sanremo oltre lo spartiacque tirrenico dell’alta e media valle del Tanaro. Con l’apertura della Iulia Augusta nel 13 a.C. il primitivo insediamento è ulteriormente rafforzato, iniziando una crescita continua che dura per circa cinque secoli al seguito delle vicende di Roma.

Ancora oggi tombe monumentali e necropoli accompagnano l’antico, itinerario stradale costiero perfettamente conservato soprattutto in direzione di Alassio. Oltre l’anfiteatro nell’area del Monte, varie costruzioni fuori mura testimoniano questo primo periodo della vita cittadina, caratterizzata da una notevole intensità di traffici e commerci anche via mare. La scoperta a 4 mt di profondità, nelle acque marine prospicenti l’antica foce del fiume, del principale relitto conosciuto di nave oneraria romana conferma l’importanza del territorio ingauno nella espansione repubblicana e imperiale verso occidente.

All’inizio del V secolo d.C. i Goti di Ataulfo, aiutati forse dai Vandali provenienti dal mare, provocano notevoli distruzioni in città al punto che la successiva ricostruzione di Costanzo, attuata fra il 415 e il 420, viene ricordata come una rifondazione (in realtà Costanzo riporta le mura sull’originario perimetro repubblicano trascurando gli ampliamenti di epoca imperiale).

La città medievale

Per la storia di Albenga l’inizio del Medioevo può essere fatto coincidere con le ultime vittorie di Rotari (sec.VII) che provocano nuove distruzioni riducendo l’insediamento nella posizione subordinata di vicus. Nell’VIII secolo, tuttavia, la città riemerge divenendo capitale di un comitato Longobardo e franco e sede della diocesi omonima, che è una delle più vaste dell’intera regione. La giurisdizione vescovile rimane oggi l’ultima testimonianza operante dell’antica supremazia di Albenga su tutta la Liguria di Ponente.

La partecipazione della città alla prima crociata nel 1098 insiema a Noli, Ventimiglia e Savona segna l’inizio della sua rinascita urbana. Eretta a libero Comune nella prima metà del XII secolo difende la propria autonomia contro le pressioni feudali dei Clavesana e le mire espansionistiche di Genova. I segni della eccezionale rinascita si proiettano oltre le mura con una rinnovata organizzazione territoriale per borghi e castelli, culminata nella metà del XIII secolo nella fondazione delle “città franche” di Villanova, Pogli e Cisano: una vera e propria cintura difensiva.

Affiancano lo sviluppo agricolo e demografico numerose industrie, mentre prospera una fiorente marineria. Le principali torri e le numerose case medievali ancora esistenti dimostrano la ricchezza delle grandi famiglie albenganesi di allora, i cui patrimoni sono alimentati dalle fortune commerciali ottenute per terra e per mare.

I rilievi e le ricerche sui manufatti medievali condotti dall’Istituo internazionale di studi liguri hanno consentito di datare le grandi fasi architettoniche di questo periodo. Tra l’XI e il XII secolo i principali edifici pubblici e religiosi sono formati da grandi blocchi di pietra di Cisano, provenienti da una cava poi esaurita per l’edificazione, nel XIII secolo, del “Ponte Lungo” sul Centa; le case di abitazione presentano invece pietre irregolari per la maggior parte sottoposte alle ricostruzioni del XII e XIII secolo che utilizzano anche materiale laterizio. Fra il XIII e il XIV secolo la dimensione del mattone tende a crescere, fornendo un ulteriore elemento di datazione. Fra il XIV e il XV secolo raggiunge il massimo sviluppo anche l’architettura loggiata. Con la diffusione generalizzata dell’intonaco si conclude il ciclo medievale dell’edilizia civile.

A livello urbanistico si riferiscono a questo periodo solo limitati aggiustamenti dell’originario assetto romano e paleocristiano. Il centro vitale del tessuto urbano tende a spostarsi dall’incrocio del cardine e del decumano oltre l’area del Battistero verso nord. Nel cardine massimo di via delle Medaglie d’Oro l’originaria assialità delle insulae è modificata con uno sfalzamento pianificato a fini strategici. Via B. Ricci diviene l’infrastruttura centrale della vita urbana che si realizza tra le componenti di scambio dei prodotti rurali e quelle di mercato nelle secolari attività del cuoio e della canapa.

A segnare la fine della crescita urbana e socioeconomica sono lo spostamento del letto del Centa, che interra il porto antico e allontana il mare a oltre un chilometro dalle mura, e la definitiva sottomissione a Genova avvenutà a metà del Quattrocento. La città permane fino all’epoca moderna sostanzialmente immutata nelle proprie attività e nelle immagini dell’architettura. Attraverso accorpamenti dell’edilizia minuta medievale si realizzano fra il Cinquecento e il Settecento i palazzi delle famiglie nobili albenganesi.

ITINERARIO DI VISITA

Data la vastità del tessuto medievale e il gran numero di monumenti in esso inclusi, suggeriamo un itinerario articolato in tre diversi percorsi.

Percorso delle tre piazze

Le continue piazze S. Michele, IV Novembre e dei Leoni rappresentano il cuore medievale di Albenga. Le tregrandi torri (della Cattedrale, del Comune e del Municipio) formano il baricentro fisico e visivo di questi spazi dominando dall’alto l’intera città murata. Il battistero paleocristiano, affiancato alla Cattedrale e al Palazzo Comunale in Piazza San Michele, è l’inizio ideale dell’itinerario di visita. Esso si compone di una pianta decagona all’esterno e ottagona internamente; negli interspazi delle potenti mura presenta delle nicchie alternate semicircolari e rattangolari con otto colonne di granito di Corsica fornite di capitelli corinzi e pulvini parallelepipedi.

Fino al XIX secolo era coperto da una cupola in muratura, sostituita nel 1900 con una copertura lignea perché ritenuta (erroneamente) opera anomala. Al centro dell’aula si trova la vasca per il battesimo ad immersione e a fianco dell’ingresso quella per la lotio pedum che la precedeva nel rito battesimale. Nella volta di una nicchia, un pregevole mosaico con il monogramma di Cristo segnala l’unico soggetto di stile bizantino conservato nell’Italia settentrionale fuori Ravenna.

La cattedrale di San Michele è sulla Piazza omonima. Derivato da una basilica tardoromana, il successivo edificio paleocristiano a tre navate, completato fra il V e l’VIII secolo, corrisponde come perimetro alla più tarda fase romanicogotica del 1270. Nel XVI secolo sono state rialzate le absidi e il catino, e la copertura della navata centrale è stata interamente decorata intorno alla metà del XIX secolo. L’ultimo ciclo dell’architettura laterizia della città è rappresentata nel parametro e nella struttura della Torre Campanaria, edificata fra il 1391 e il 1395. La sua base è formata dalla più antica torre romanica coeva alla Cattedrale del 1100 e composta da grandi blocchi di pietra di Cisano.

Sul lato occidentale della facciata della Cattedrale sono situati il Palazzo Vecchio del Comune e la grande Torre Comunale; quest’ultima e il pianterreno del Palazzo risalgono all’inizio del Trecento. Nella Torre Comunale si conservano le principali testimonianze epigrafiche della città romana e bizantina. Il Palazzo Vecchio ospita la sede centrale del Civico Museo Ingauno e dell’Ente per i Monumenti Ingauni.

Sul lato opposto della via, la trecentesca Torre del Municipio domina la casa Malasemenza (divenuta sede municipale dopo il trasferimento del Comune dal Palazzo Vecchio) con loggia e trifore ogivali.

All’estremità meridionale della piazza S. Michele si trovano la torre e il palazzo Cepolladerivati dalla fusione seicentesca in un solo edificio di ispirazione tardorinascimentale di diverse unità edilizie di origine medievale. L’interno del Palazzo conserva numerosi ambienti affrescati (tra i più interessanti, la sala degli affreschi Pompeiani, del XVII secolo, e la sala dei Filosofi con un fregio del XV secolo). Di fronte al Palazzo, sul lato opposto della piazza, sorge la torre della casa Lengueglia, composta da una struttura in pietra ormai mozza e inglobata nelle case vicine; una piccola porta conservata alla sua base, di tradizione romanica, induce a datare la sua architettura al XII secolo.

L’itinerario continua in Piazza IV Novembre con la visita della chiesa Santa Maria in Fontibus che prospetta su via E. d’Aste con un interessante portale con trifora del XIV secolo. Questo edificio, rifatto nel 1610, conserva all’interno una tavola del Trecento con la Vergine e una tela di Orazio De Ferrari con la Madonna e i SS Cosma e Damiano. Di fronte alla chiesa appare ancora ben conservata la Trecentesca torre di Casa Cazzulini.

La visita dell’area delle tre piazze si conclude con l’ingresso nello splendido scenario urbano della piazzetta del Leoni, cosi chiamata per le tre statue rinascimentali qui collocate dalla famiglia Costa a ornamento del loro nuovo palazzo, oggi sede vescovile. La torre merlata del 1300, con basamento in conci di pietra di Cisano (sec.XII) e parte superiore in laterizio (sec.XIV) , costituisce l’elemento più caratteristico di tutto l’ambiente.

La facciata della casa Costa riunisce vari edifici derivati dal nucleo romanico centrale con accorpamenti e sopraelevazioni. Sul fronte opposto si trova una grande loggia aperta su via Pertinace.

Sul lato occidentale della piazza si erge il palazzo Costa del Carretto di Balestrino, edificato nel sito del Forum calligariorum, il più fiorente mercato dei calzolai dell’Albenga medievale. L’edificio costruito nel 1525, conserva all’interno le principali iscrizioni romane della città, tra cui la famosa lapide di COstanzo posta a ricordo della grande ricostruzione urbana del V secolo.

Vicino al Palazzo Costa del Carretto di Balestrino si estende la lunga mole del Palazzo Vescovile, imponente architettura derivata dall’accorpamento di più antiche costruzioni dell’ XI e XII secolo. Ricostruito intorno alla prima metà del Quattrocento dopo un grande incendio, è stato ampliato e decorato nel 1463 dal vescovo Nicolò Fieschi.

Sul fronte opposto di via B. Ricci è localizzato un angolo del seicentesco palazzo d’Aste, derivato anch’esso dalla ricomposizione di diversi nuclei medievali. Una scritta posta al di sopra del portale riporta la data del 1626, anno dell’affresco della nuova facciata in parte ancora conservato.

Percorso di Via delle Medaglie d’Oro

Questa via rappresenta il cardine massimo dell’Albenga romana e la fondamentale matrice urbanistica delle successive fasi di sviluppo.

Percorso lungo il perimetro delle mura

Per concludere l’itinerario di visita al centro storico proponiamo l’anello lungo le mura della città, che consente di apprezzare e di riscoprire per grandi insiemi quanto già visto in dettaglio.

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