Lampedusa 31 ottobre 2020
Nel mare di Lampedusa è tornata la Foca Monaca. Un evento sempre più raro negli ultimi anni dal momento che questo mammifero, che in passato era diffuso nel Mediterraneo, dagli anni ’60 si era quasi estinto nelle nostre acque.
Ma il “Vitello di mare” (così veniva chiamato in passato), o “Vòio marinu” (“Bue marino”) come la chiamano ancora oggi i Lampedusani, ha un legame antico con l’isola. Nel 1832 il botanico Giovanni Gussone riferiva che a Lampedusa ”in alcune grotte della costa vi soggiornano i vitelli marini”. Nel 1843 il Capitano di fregata Bernardo Sanvisente scriveva in un suo rapporto che a Lampedusa “le foche, dette volgarmente vitelli marini, riposano nelle grotte situate nella parte di levante”.
Oltre ad essere la “casa” delle tartarughe caretta caretta, che ogni anno nidificano nelle spiagge delle Pelagie, in questo mare è spesso possibile ammirare delfini e, in alcuni periodi, anche il passaggio di balene. Adesso l’avvistamento della Foca Monaca.
“Si tratta di un evento eccezionale – dice il sindaco di Lampedusa e Linosa Totò Martello – che se da un lato ci emoziona, al tempo stesso ci conferma che la nostra isola ed il nostro mare continuano ad essere una meraviglia della natura”.
Fonte @ansa.it
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La Natura ha bisogno di aiuto, aiutiamo la natura! La vitalità, le capacità di resilienza dei nostri sistemi naturali sono la base fondamentale della salute, del benessere e dello sviluppo dell’umanità. Distruggere, inquinare e rendere sempre più vulnerabile la natura significa procurare un danno enorme a noi stessi e alle generazioni future.
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