Val d’Orcia

Il paesaggio della Val d’Orcia fa parte dell’entroterra agricolo senese, ridisegnato e sviluppato quando fu integrato nel territorio della città-stato nei secoli XIV e XV per riflettere un modello idealizzato di buon governo e per creare un aspetto estetico immagine piacevole. L’estetica distintiva del paesaggio, pianure di gesso piatte da cui si innalzano colline quasi coniche con insediamenti fortificati in cima, hanno ispirato molti artisti. Le loro immagini sono arrivate a esemplificare la bellezza dei paesaggi agricoli rinascimentali ben gestiti. L’iscrizione copre: un paesaggio agrario e pastorale che riflette sistemi innovativi di gestione del territorio; città e villaggi; agriturismi; e la Via Francigena romana e le sue abbazie, locande, santuari, ponti, ecc.

Val d’Orcia

Eccezionale valore universale

La Val d’Orcia, in provincia di Siena, Toscana (Italia centrale), è un paesaggio agricolo rurale che conserva gran parte del suo impianto, carattere ed estetica rinascimentale. Il paesaggio della Val d’Orcia è disseminato di testimonianze di occupazioni e insediamenti umani che si estendono per migliaia di anni. L’area fu importante durante il periodo etrusco e si sviluppò durante l’epoca dell’Impero Romano. Nel medioevo la produzione agricola e pastorale è diminuita e gran parte della zona sembra essere stata abbandonata. Un periodo di rinascita economica e stabilità politica nel X e XI secolo portò all’istituzione di monasteri, a un maggiore utilizzo della Via Francigena di epoca romana (un’importante via religiosa e commerciale che collegava Roma e al nord Italia) e allo sviluppo di villaggi sotto un sistema feudale.

Tuttavia, fu la drammatica espansione della città-stato di Siena nel XIII e XIV secolo che portò alla creazione del caratteristico paesaggio rurale della Val d’Orcia. Il paesaggio divenne fortemente associato agli ideali utopici del Rinascimento (XIV-XV secolo) e un’ideologia espressa, ad esempio, in un dipinto del 1339 circa di Ambrogio Lorenzetti nel municipio di Siena. I ricchi mercanti senesi investirono nello sviluppo dell’agricoltura, trasformarono il paesaggio della Val d’Orcia in terreni agricoli produttivi e introdussero un innovativo quadro di proprietà fondiaria (in base al quale i piccoli proprietari terrieri pagavano la metà dei loro prodotti agricoli ai commercianti come affitto). I mercanti sostenevano lo sviluppo degli insediamenti, costruirono fortificazioni, ville e chiese e commissionarono dipinti ad artisti come Giovanni di Paolo e Sano di Petri, artisti che rafforzarono gli ideali utopici rinascimentali su cui era stato creato il paesaggio.

In seguito all’indebolimento del potere senese alla fine del XVI secolo, la Val d’Orcia declinò gradualmente in importanza economica. La relativa povertà e marginalizzazione dell’area nei quattro secoli successivi ha avuto l’effetto di sostenere i modelli e le strutture tradizionali di uso del suolo e quindi di mantenere la disposizione, il carattere e l’estetica rinascimentali del paesaggio. Nel 1999, su iniziativa di cinque Comuni, l’area è stata dichiarata Parco Regionale con lo scopo di tutelare e gestire i valori culturali e naturali del territorio.

Il paesaggio caratteristico della Val d’Orcia comprende una rete di fattorie, villaggi e città che riflettono la prosperità agricola rinascimentale, la ricchezza mercantile di Siena, il bisogno di difesa e un’estetica utopica. Il paesaggio lavorativo di campi, fattorie, alberi e boschi, è intervallato da basse colline coniche sulle cui sommità si trovano città e villaggi. Le principali città collinari della zona includono Pienza (una proprietà separata del patrimonio mondiale), Montalcino, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia, Rocca d’Orcia, Monticchello e Radicofani. Gruppi caratteristici e viali di cipressi pini delimitano gli insediamenti e definiscono percorsi.

L’area comprende piccole aziende agricole a produzione mista in cui vengono coltivati ​​grano, viti, olive, frutta e ortaggi. Il paesaggio è intervallato da prati da fieno e pascoli aperti con bestiame. Il paesaggio agricolo, che è stato ispirato e influenzato dai pittori senesi del Rinascimento, ha continuato a incitare, ad esempio, i viaggiatori del “Grand Tour” europeo ei fotografi moderni. Le loro immagini e descrizioni sono arrivate a esemplificare un’estetica idealizzata di un paesaggio agricolo rinascimentale.

Il confine del patrimonio dell’umanità coincide con i confini del moderno Parco della Val d’Orcia (Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia).

Criterio (iv): La Val d’Orcia è un riflesso eccezionale del modo in cui il paesaggio è stato riscritto in epoca rinascimentale per riflettere gli ideali di buon governo e per creare un’immagine esteticamente piacevole.

Criterio (vi): Il paesaggio della Val d’Orcia è stato celebrato dai pittori della scuola senese, fiorente durante il Rinascimento. Le immagini della Val d’Orcia, e in particolare le raffigurazioni di paesaggi in cui le persone sono raffigurate come persone che vivono in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento e hanno influenzato profondamente lo sviluppo del pensiero paesaggistico.

Integrità

La proprietà di 61.188 ettari, insieme alla zona cuscinetto di 5.660 ettari, racchiude tutti gli elementi necessari per comprendere il paesaggio culturale rinascimentale che è alla base di Eccezionale Valore Universale. L’integrità della proprietà è testimoniata dalle dimensioni, estensione, disposizione e carattere del pianificato paesaggio agricolo rinascimentale con i suoi insediamenti in gran parte intatti (città, villaggi, complessi agricoli) e le prove della Via Francigena romana (e abbazie, locande, santuari e ponti). La proprietà ingloba la maggior parte dei cinque comuni istituiti quando il paesaggio è stato creato nel XIV-XV secolo. L’interezza della Val d’Orcia è visibile nel numero di strutture rinascimentali superstiti e in gran parte originali; nella struttura ben conservata dei paesi e delle fattorie; e nell’uso agricolo continuato del paesaggio. I cipressi che delimitano insediamenti e percorsi danno un contributo distintivo alla completezza e integrità della proprietà.

Alcune aree dell’originario paesaggio pianificato della Val d’Orcia sono state inglobate nella zona cuscinetto perché oggetto di intensi cambiamenti legati alla modernizzazione dell’agricoltura. Tuttavia, il paesaggio culturale rimane generalmente ben conservato e può essere facilmente compreso dai visitatori per la sua estetica rinascimentale.

Autenticità

La Val d’Orcia è un insieme di paesaggio culturale e agricolo rurale ben conservato e autentico nella forma e nel design, nei materiali, nell’uso e nella funzione, nel sistema di gestione, nell’ambiente, nello spirito e nel sentimento. L’alto grado di autenticità della Val d’Orcia deriva in particolare dalla sua storia di relativo abbandono ed emarginazione dopo il XVI secolo.

La disposizione della proprietà è chiaramente riconoscibile come un paesaggio agricolo rinascimentale che riflette una forma e un design idealizzati. La forma e il disegno sono ulteriormente evidenziati nei dipinti della scuola senese dell’epoca. I materiali delle strutture edificate (fortificazioni, ville, chiese, strade, case coloniche), molte risalenti al periodo rinascimentale, insieme alle loro forme architettoniche, omogeneità ed estensione, sono caratteristici e storicamente veritieri. L’uso e la funzione del terreno e delle strutture edificate mostrano una continuità a lungo termine con i loro antecedenti rinascimentali. Sebbene il sistema di gestione sia cambiato nel tempo, la struttura del possesso fondiario rinascimentale è evidente nella scala e nella disposizione delle divisioni fondiarie.

Il paesaggio testimonia lo spirito e il sentimento dei pittori e mercanti senesi che hanno ispirato e creato il paesaggio della Val d’Orcia. Opere, come quelle di Ambrogio Lorenzetti, Giovanni di Paolo e Sano di Petri, attestano l’influenza estetica dell’arte sul paesaggio e del paesaggio sull’arte. L’estetica del paesaggio della Val d’Orcia è autentica nella sua capacità di continuare a ispirare la produzione artistica dal Rinascimento ai giorni nostri. I cittadini, i politici, gli agricoltori e gli imprenditori locali hanno forti sentimenti di identità e orgoglio per la Val d’Orcia.

Le minacce alla proprietà del patrimonio mondiale includono le pressioni del turismo, la modernizzazione dell’agricoltura, l’erosione del suolo e la gentrificazione delle abitazioni, di cui quest’ultima è forse la principale preoccupazione per il suo impatto sulla vitalità delle comunità agricole locali. Attualmente Val d’Orcia conserva un alto livello di veridicità e credibilità per quanto riguarda la sua espressione di eccezionale valore universale.

Requisiti di protezione e gestione

La normativa nazionale per la tutela e la conservazione dei beni culturali (Codice dei Beni Culturali e Paesaggistici) prevede la tutela di alcuni singoli edifici e complessi della Val d’Orcia. Inoltre, protegge dieci acri di proprietà del Patrimonio Mondiale, compresi alcuni centri urbani, aree circostanti e ambienti intorno ai singoli siti. Gli uffici competenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali effettuano il monitoraggio per garantire il rispetto della legislazione nazionale.

Il Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia (Parco Artistico Naturale e Culturale della Val d’Orcia) è stato istituito nel 1999 per coordinare la gestione degli aspetti naturali e culturali della regione. La responsabilità di gestione del Parco della Val d’Orcia è dei cinque comuni (Montalcino, Pienza, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia, Radicofani). La proprietà fondiaria include un mix di proprietà pubblica, ecclesiastica e privata.

Il principale strumento di gestione della proprietà è il Piano di Gestione, che si concentra sulla gestione dell’area come “paesaggio vivente”. Il piano di gestione è completo, ambizioso e inclusivo; e sottolinea la necessità di condividere la conoscenza e aumentare la consapevolezza della storia locale e dei valori del patrimonio tra gli amministratori e la popolazione locale. Gli obiettivi del piano includono lo sviluppo del turismo ambientale, la promozione e il sostegno dell’agricoltura tradizionale e dei prodotti agricoli, il ripristino ecologico; e il coordinamento delle opere infrastrutturali (es. linee elettriche, progetti stradali).

Nonostante le risorse limitate, la piccola dimensione della popolazione che vive all’interno del parco consente livelli efficaci di comunicazione diretta tra i residenti e la gestione del parco attraverso la consultazione e la condivisione delle informazioni. Il direttore del parco si incontra regolarmente con le autorità comunali per discutere la gestione del parco in corso.

Il mantenimento dell’eccezionale valore universale della proprietà nel tempo richiederà il supporto continuo della popolazione locale; cooperazione dei comuni; risorse per personale qualificato e progetti di conservazione; mantenimento dell’assetto paesaggistico, del carattere e dell ‘”estetica rinascimentale”, manutenzione delle strutture edificate, delle caratteristiche naturali e delle piantagioni culturali come i cipressi e la vitalità economica del parco attraverso la produzione agricola e turistica. Queste priorità devono garantire che non vi sia alcun impatto negativo sugli attributi di Eccezionale Valore Universale e sull’autenticità e integrità.

© whc.unesco.org

La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:

Patrimonio culturale:
  1. monumenti: opere architettoniche, plastiche o pittoriche monumentali, elementi o strutture di carattere archeologico, iscrizioni, grotte e gruppi di elementi di valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  2. agglomerati: gruppi di costruzioni isolate o riunite che, per la loro architettura, unità o integrazione nel paesaggio hanno valore universale eccezionale dall’aspetto storico, artistico o scientifico,
  3. siti: opere dell’uomo o opere coniugate dell’uomo e della natura, come anche le zone, compresi i siti archeologici, di valore universale eccezionale dall’aspetto storico ed estetico, etnologico o antropologico.
Patrimonio naturale:
  1. i monumenti naturali costituiti da formazioni fisiche e biologiche o da gruppi di tali formazioni di valore universale eccezionale dall’aspetto estetico o scientifico,
  2. le formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate, di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico o conservativo,
  3. i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale dall’aspetto scientifico, conservativo o estetico naturale

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *