Impronta idrica degli alimenti

In un contesto caratterizzato da una crescente attenzione verso gli impatti dei sistemi alimentari, dalla produzione fino al post-consumo, trovano crescente applicazione indici quantitativi in ambito agricolo, che stimano la quantità di risorse naturali necessarie per la produzione e trasformazione del cibo. Rispondono a questa esigenza la carbon footprint, ovvero il calcolo delle emissioni di gas serra per unità di prodotto, l’ecological footprint, cioè l’impatto in termini di uso e cambiamenti di uso del suolo, e la water footprint (WF), un indicatore multidimensionale, espresso in termini di volumi, del consumo di acqua dolce che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore.

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L’economia circolare delle acque reflue in agricoltura

Il riutilizzo delle acque reflue depurate può avvenire in maniera diretta o indiretta: Nel primo caso l’acqua affinata viene immessa, mediante condotte, serbatoi, e altre infrastrutture necessarie, direttamente ad un sistema di distribuzione; nel secondo caso l’acqua recuperata è immessa in una fonte di approvvigionamento, quale un lago, fiume o falda acquifera, ritornando nel ciclo idrico naturale e disponibile per gli usi a cui la fonte di approvvigionamento è destinata.

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La tutela delle risorse idriche: un obiettivo sostenibile e necessario

I cambiamenti climatici si stanno mostrando in tutta la loro forza ed evidenza, mettendo in discussione la disponibilità di risorse naturali anche nei paesi sviluppati, minacciando gli asset economici e il conseguente livello di benessere economico e sociale che deriva da tale disponibilità.Uno degli aspetti più tangibili e percepiti del cambiamento climatico è la carenza idrica che deriva, in parte, dalla minore disponibilità di acqua indotta dalla siccitàe, in parte, dalla capacità di far fronte ai (maggiori) fabbisogni derivanti dall’aumento delle temperature con adeguate infrastrutture.

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06 Acqua in città – Acqua in eccesso Conseguenze e misure

Non disporre di sufficiente acqua può essere abbastanza sgradevole, ma averne troppa può essere disastroso. Nel 2002, Praga subì devastanti inondazioni, a causa delle quali 17 persone persero la vita e 40000 dovettero essere evacuate, con danni complessivi per un miliardo di euro. A partire da quel disastroso evento, la città ha investito molto nello sviluppo di un sistema di difesa dalle inondazioni più solido, basato principalmente su “infrastrutture grigie”: strutture artificiali a base di calcestruzzo, quali ad esempio barriere fisse e mobili e valvole di sicurezza nella rete di canalizzazione lungo il fiume Moldava.

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05 Acqua in città Turismo di massa in tempi di cambiamenti climatici

Inoltre, si pone la questione di gestire la domanda straordinaria. Molte capitali e città costiere europee rappresentano destinazioni turistiche alla moda. Per chiarire l’entità di questo problema, consideriamo l’esempio dell’area metropolitana di Parigi. Nel 2017, le autorità pubbliche sono state incaricate di fornire acqua pulita e trattare le acque reflue non solo per 12 milioni di abitanti, ma anche per circa 34 milioni di turisti, che sono all’origine, infatti, di circa il 9 % del consumo totale annuo di acqua in Europa.

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04 Acqua in città trattamento delle acque reflue urbane

Quando lascia le nostre abitazioni, l’acqua è contaminata da rifiuti e sostanze chimiche, inclusi i fosfati usati nei prodotti per la pulizia. Le acque reflue vengono prima raccolte in un apposito sistema e quindi trattate in una struttura designata per rimuovere componenti dannosi per l’ambiente e la salute umana.

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03 Acqua in città – Lotta a perdite e sprechi d’acqua

Le moderne reti idriche pubbliche sono costituite da tubature e sistemi di pompaggio infiniti. Col tempo, le tubature si incrinano e l’acqua fuoriesce. Fino al 60 % dell’acqua distribuita può venire “sprecata” attraverso le perdite nella rete di distribuzione. Un foro di 3 millimetri di larghezza in un tubo può portare a una perdita di 340 litri d’acqua al giorno, equivalente all’incirca al consumo di una famiglia. Affrontare il problema delle perdite può permettere notevoli risparmi di acqua.

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02 Acqua in città – Domanda in continuo aumento

Nonostante gli investimenti infrastrutturali e i progressi tecnologici, la gestione idrica di una città, in termini sia di afflusso sia di deflusso, rimane ancora un compito complesso, al quale si sono aggiunte alcune nuove sfide. In molte città, il problema è una pura questione di numeri. Più persone hanno bisogno di più acqua e ne utilizzano di più. Oggi, circa tre quarti della popolazione europea vive in città e in aree urbane. Alcune di queste città hanno milioni di abitanti in un’area relativamente piccola. In passato, le dimensioni di una città dipendevano principalmente dalla disponibilità di risorse idriche nelle vicinanze.

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01 Acqua in città

Spesso diamo per scontato un approvvigionamento affidabile di acqua pulita: apriamo il rubinetto ed esce acqua pulita, la usiamo e l’acqua “sporca” finisce nello scarico. Per gran parte degli europei, l’acqua che usiamo in casa è potabile e disponibile 24 ore al giorno. Il poco tempo che passa tra il rubinetto e lo scarico costituisce solo una piccola parte del suo percorso complessivo. La gestione dell’acqua in una città non si limita ai sistemi idrici pubblici. I cambiamenti climatici, l’espansione urbana incontrollata e le alterazioni dei bacini fluviali possono condurre a inondazioni più frequenti e dannose nelle città, ponendo le autorità dinanzi a una sfida sempre più grande.

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