Approccio agroecologico e biodistretti

Negli ultimi anni l’approccio condiviso allo sviluppo locale, proprio del distretto biologico, si è notevolmente diffuso in Italia. In particolare, nuovi partenariati sono sorti sotto l’impulso, da un lato, delle prime esperienze di successo e, dall’altro, dalla crescente attenzione che la normativa nazionale e regionale ha iniziato a rivolgere ai Biodistretti.

Inoltre l’importanza attribuita alla concentrazione territoriale dell’agricoltura biologica, favorendo approcci di tipo territoriale, collettivo e partecipativo, di cui i Biodistretti sono uno dei possibili esempi, è stata riconosciuta dalle Raccomandazioni per i Piani Strategici della PAC, nell’ambito dell’obiettivo “Rafforzare la tutela dell’ambiente e l’azione per il clima e contribuire agli obiettivi ambientali e climatici dell’Unione”, pubblicate dalla Commissione europea Il 18 dicembre 2020.

Tale approccio territoriale, unitamente a quello di filiera, potrà contribuire in modo significativo alla diffusione dell’agricoltura biologica e a raggiungere gli obiettivi auspicati dal Green Deal e dalla collegata strategia “Farm to Fork”. Tra questi si evidenzia che “almeno il 10% dei terreni agricoli sia destinato ad elementi caratteristici del paesaggio con elevata diversità” e che “almeno il 25% della superficie agricola dell’UE sia investita a agricoltura biologica” entro il 2030.

A livello nazionale, i distretti biologici, intesi come territori per i quali agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori o enti locali abbiano stipulato e sottoscritto protocolli per la diffusione del metodo biologico di coltivazione, sono annoverati tra i Distretti del cibo (L. 205/2017), e sono specificatamente previsti dal DDL “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”, attualmente in discussione al parlamento italiano.

Il presente report, partendo dal punto di vista delle aziende, biologiche e no, ricadenti nel territorio dei Biodistretti Valle Camonica in Lombardia e Terre degli Elimi in Sicilia, ha indagato il ruolo del Biodistretto come strumento di policy per lo sviluppo rurale nel quadro dell’approccio agroecologico, inteso come nuovo paradigma di sviluppo del settore agroalimentare locale basato sulla partecipazione delle comunità alla trasformazione del sistema agro-alimentare.

Inoltre, è stato esplorato, mediante un’indagine diretta ad agricoltori e altri attori locali, lo stadio di maturità dell’adozione dell’approccio agroecologico in questi territori. L’obiettivo è quello di fornire alcuni elementi di riflessione che, partendo dall’analisi di quanto verificato nei territori, possano contribuire al dibattito sul ruolo dei distretti biologici nelle prossime politiche di sviluppo rurale, nella convinzione che questi possano avere un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi posti dal Green Deal e dalla prossima PAC.

Fonte @reterurale.it SCARICA IL REPORT

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