Pecorino ciociaro PAT Lazio

Il Pecorino ciociaro è un formaggio semicotto, a pasta dura e compatta di colore giallo pallido, che si produce da luglio ad aprile per il pecorino stagionato 3 mesi e da maggio ad agosto per lo stagionato di 6 mesi, ma può essere immesso sul mercato anche dopo appena trenta giorni. Il sapore non è mai salato, ma intenso, piccante nelle forme più stagionate. Può essere afumicato o trattato con olio in maturazione. Il peso è variabile: 2-4 Kg.

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La cucina Regionale (RISERVATO Associati)

Le cucine regionali italiane affermatesi a partire dagli anni Settanta sono figlie della crescita economica e del benessere. Si tratta, tuttavia, di ‘figlie ribelli’, che cercano nel passato una cultura indispensabile per contrastare, riequilibrare, la modernità. La ‘tradizione’ interrotta da emigrazioni e stili di vita urbani divenne la chiave per difendere il cibo della famiglia, mentre la campagna, designata come ‘territorio’ con i suoi buoni prodotti, fu oggetto di un culto, sempre più evocato nelle città del lavoro.

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Marzolino o Marzolina PAT Lazio

Il formaggio Marzolina ha una presenza plurisecolare nella produzione e nei mercati locali, riscontrabile anche da documenti storici. Censito, inoltre, nell’Atlante dei Prodotti Tipici Italiani redatto dall’Istituto Nazionale di Sociologia Rurale (1991) e viene brevemente riportato da Salvatori del Parato (2001) nel trattato di Tecnologia Casearia. Nel primo caso è descritto come formaggio di latte di capra, raramente miscelato a latte bovino ed ovino, prodotto in provincia di Latina e Frosinone, coagulato con caglio di capretto a basse temperature; nel secondo come formaggio caprino a coagulazione rapida. In entrambi i casi gli autori scrivono che le forme vengono lavate con olio e aceto e stagionate in otri di vetro tappato

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Gran cacio di Morolo PAT Lazio

Rarissimo formaggio frutto della tradizione storica casearia della Ciociara e soprattutto del comune di Morolo, antico borgo collocato sulla destra del fiume Sacco, entrando in Ciociaria. Con Sgurgola, Supino e Patrica fece parte dei domini della potente famiglia Colonna di Paliano e di Palestrina, per secoli in lotta per il papato. La produzione casearia artigianale del Gran Cacio di Morolo, così come per la Ciambella di Morolo risulta censita dal 1933. La tradizionalità di questo formaggio si manifesta in alcuni passaggi del processo di produzione: dalla filatura con la mastella di legno, alla stagionatura, alla tecnica di affumicatura eseguita ancora oggi secondo tradizione

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 08° Tappa Trinità – Rifugio Soria Ellena

Trinità – Rifugio Soria Ellena Tappa lunga e di notevole dislivello che conduce il Sentiero Italia nel cuore del Parco Nazionale delle Alpi Marittime, area dichiarata Parco Naturale nel 1980 che comprende la storica riserva di caccia reale di Re Vittorio Emanuele II di Savoia. Da Trinita’ di Entracque si scende verso il torrente Bousset, oltrepassato il quale, si sale attraverso la Serra dei Castagni, si svolta a destra in direzione nord ovest e si prosegue fino a Tetto Airetta.  Qui si devia a sinistra in direzione sud ovest a raggiungere alcune borgate per salire al Caire della Tuccia da dove, imboccato il vallone omonimo, si scende nel Vallone del Gesso della Barra appena a monte del bacino artificiale della Piastra. Il sentiero prosegue sulla destra orografica del Gesso della Barra fino alla frazione San Giacomo di Entracque rimanendo parallelo alla strada carrozzabile che collega la frazione stessa a Entracque e che è ubicata sulla sinistra orografica del torrente. Nell’abitato di San Giacomo si trova il Bar Ristorante Baita Monte Gelas con annesso il Rifugio Escursionistico San Giacomo da cui si prosegue sulla comoda stradina a fondo naturale per raggiungere il Piazzale dei Cannoni limitrofo al Gias della Siula. Da qui, la stradina prosegue in salita via via crescente verso il Piano del Praiet sovrastato dal Rifugio Soria Ellena.

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Forgiare un’Europa resiliente al clima: la nuova strategia dell’UE sull’adattamento ai cambiamenti climatici

La frequenza e la gravità degli estremi climatici e meteorologici è in aumento. Ciò ha causato un aumento del numero e dei danni causati da disastri negli ultimi due decenni. Questi estremi vanno da incendi boschivi e ondate di caldo senza precedenti proprio sopra il Circolo Polare Artico a devastanti siccità nella regione mediterranea; e dagli uragani che devastano le regioni ultraperiferiche dell’UE alle foreste decimate da focolai senza precedenti di scolitidi nell’Europa centrale e orientale. Eventi a lenta insorgenza, come la desertificazione, la perdita di biodiversità, il degrado del suolo e dell’ecosistema, l’acidificazione degli oceani o l’innalzamento del livello del mare sono ugualmente distruttivi a lungo termine .  

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 07° Tappa Palanfrè – Trinità

Palanfrè – Trinità Tappa abbastanza breve con salita, valico e discesa e dislivello positivo di circa 800 metri. Partendo da Palanfrè, si sale percorrendo a ritroso parte della precedente tappa. Successivamente, si svolta a destra in direzione nord ovest proseguendo fino alla zona del pianoro del Gias Garbella. Da qui, in direzione sud ovest, si risale la Val Garbella e poi, piegando a nord ovest, si raggiunge la Costa Pianard percorrendola fino al Colle Della Garbella. Quest’ultimo tratto offre una visuale notevole sulle numerose cime e valli circostanti, spartiacque tra la Val Grande e il Vallone del Bousset e, in sequenza, il Vallone del Sabbione. Si procede in discesa percorrendo a mezzacosta le pendici del Monte Pianard fino a raggiungere il Caire di Porcera. Il sentiero continua  entrando nel Vallone Grande che scende dalla Rocca d’Orel e diventa ripido fino al fondo dello stesso da dove, con minor pendenza, diviene strada e, in breve, conduce alla frazione di Trinità di Entracque, sede di un posto tappa.

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Ciambella di Morolo PAT Lazio

Formaggio vaccino affumicato a pasta filata semicotta e molle, con la tipica forma a ciambella, prodotto con latte crudo vaccino. La pasta interna è di colore giallo chiaro o paglierino a seconda della durata della stagionatura; la struttura è liscia con presenza di qualche occhiatura e il sapore è affumicato e leggermente salato e deciso. Pezzatura da 500 a 3 kg.

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Formaggio di capra PAT Lazio

Tra i formaggi laziali più antichi c’è sicuramente quello di capra, munto e consumato molto prima di quello di pecora e parte integrante della cultura romana. Omero nel racconto dell’Odissea evoca il ciclope Polifemo che “seduto mungeva pecore e capre belanti”. Marco Terenzio Varrone descrive i principali tipi di formaggi consumati a Roma nel I secolo a.C. tra cui un posto d’onore hanno quelli caprini sia freschi che stagionati, usati per rifornire e sfamare le truppe durante le guerre. Nel Medioevo il formaggio di capra è utilizzato come moneta di scambio e sono, poi, i monaci ad affinarne la tecnica di conservazione

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Fiordilatte dell’Agro Pontino PAT Lazio

Formaggio fresco a pasta filata, ottenuto dal latte fresco vaccino intero, che presenta la caratteristica forma tondeggiante con testina, chiamata anche forma a fiaschetta per la presenza di una strozzatura apicale. Si tratta di un formaggio privo di crosta, ma con presenza di pelle di consistenza tenera e con superficie omogenea, liscia e lucente di colore bianco latte perlaceo, traslucido. La pasta ha una struttura fibrosa, sfogliata, omogenea, compatta, morbida, elastica, di colore bianco latte, che rilascia al taglio o per leggera compressione, un liquido lattiginoso.

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