Cardone PAT Campania

Il cardone è un ortaggio simile al carciofo, le cui foglie sono leggermente più grandi e tenere, caratterizzate da un sapore molto delicato. Si raccoglie in inverno, a partire dal mese di dicembre e si trova, allo stato selvatico, in tutte le aree interne delle province di Caserta, Avellino e Salerno, ma la sua area tipica di produzione è la provincia di Benevento. è, infatti, molto presente nella tradizione gastronomica beneventana, tanto che costituisce uno degli ingredienti principali di una zuppa fatta con polpettine di carne, uova e pinoli, immancabile su tutte le tavole beneventane il giorno della vigilia di Natale.

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Cardillo PAT Campania

Il Cardillo è un’erba spontanea, vivace, corrispondente alle specie del genere Sonchus asper (nel Sannio) o oleraceus (Irpinia); vengono anche consumate le specie tenerrimus, maritimus ed arvensis. si sviluppa su terreni lavorati con una rosetta di foglie lanceolate, con spine ai margini, con fittone sviluppato. si consumano le foglie giovani.

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Carciofo di Pignatella PAT Campania

Il carciofo pignatella è un ortaggio tipico delle province di Napoli e Salerno, in particolare dell’Agro Sarnese Nocerino e dei comuni vesuviani; prende il nome dalla “pignatella”, il recipiente in terracotta simile ad una tazza da latte senza manico che viene utilizzato come copri-capolino dalla comparsa dello stesso fino alla sua raccolta, per proteggere il carciofo dai raggi diretti del sole e dagli agenti atmosferici.

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Castagna del Monte Faito PAT Campania

La Castagna del Monte Faito, detta anche Castagna di Cepparico o Marroncino del Faito, è una produzione tipica di tutta la zona del Monte Faito, in provincia di Napoli comprendente la parte alta dei comuni di Castellammare, Pimonte e Lettere. è una pianta vigorosa che germoglia a maggio e fiorisce a giugno producendo dei frutti che si raccolgono fra settembre ed ottobre. Il riccio si presenta di dimensioni grandi, di colore chiaro, con all’interno due-tre frutti, marroni tendenti al rossiccio, con striature evidenti, ripieni di una polpa bianca dal sapore dolce. Le castagne del Monte Faito, oltre ad essere consumate fresche, sono ingrediente essenziale di numerose ricette dolciarie della tradizione locale.

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Palazzo e giardini Estensi VARESE

Nel 1766 il duca di Modena Francesco III d’Este, capitano generale e governatore della Lombardia austriaca, mentre era ospite a Biumo Superiore del marchese Menafoglio, decise di acquistare, per la villeggiatura, la dimora di Tommaso Orrigoni, che si trovava al limite del borgo. Subito dopo l’acquisizione Francesco III intraprese lavori di ampliamento della proprietà Orrigoni mediante l’annessione dei terreni limitrofi. Ristrutturazione ed edificazione durarono dal 1766 al 1773, mentre il giardino era pronto nel 1771, anno in cui Francesco III si era stabilito a Varese. L’architetto Giuseppe Antonio Bianchi fu incaricato del progetto e di dirigere i lavori tra i quali rendere piano il dosso detto del Castellazzo per collocare i giardini.

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Sentiero Italia CAI PIEMONTE 32° Tappa Usseglio (Villaretto) – Balme

Usseglio – Balme Durante questa tappa di media lunghezza, con dislivello positivo di circa 1340 m, si passa dalla Valle di Viù alla Val di Ala, nelle Valli di Lanzo. Alla partenza da Usseglio, infatti, si imbocca il sentiero n. 128 della Grande Traversata delle Alpi (GTA), il quale si insinua nel versante settentrionale della valle, caratterizzato da boschi e ripidi pascoli alpini. A 2440 m s.l.m. si raggiunge il Colle di Costa Fiorita, da cui si scende brevemente prima di svoltare verso nord-ovest e prendere il sentiero n. 214 verso il Passo Paschiet, situato a 2435 m di quota. Da qui si entra nella valle solcata dal Rio Paschiet e dominata ad ovest dalle scoscese pareti rocciose della Torre d’Ovarda e della Cima di Costa Piana e ad est e nord-est dalla Punta Golai, dalla Cima Chiavesso, dal Bec del Fauset e dal Forte. Si inizia la lunga discesa verso Balme incontrando prima, a circa 2225 m di quota, il bivacco Gino Gandolfo, e gli incantevoli Laghi Verdi poi (2142 m). Una volta superato il Pian Buet (2006 m), il bivio per il Lago Paschiet (1890 m) e l’Alpe Garavela (1720 m) si entra in uno splendido lariceto fino alla Frazione Cornetti di Balme dove è situato l’Albergo Rifugio Les Montagnards, consigliato per il pernottamento.

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Carciofo di Procida PAT Campania

Sull’isola di Procida, la più piccola delle isole del golfo di Napoli, si coltiva un carciofo del tipo romanesco, che produce capolini primari di grosse dimensioni e di forma globosa, verde chiaro con venature violacee e capolini secondari di dimensioni inferiori e di colore più tendente al viola. La pianta è rustica e molto vigorosa, in grado di produrre capolini anche del terzo, quarto e quinto ordine. Oltre che fresco, il carciofo di Procida viene commercializzato anche confezionato artigianalmente sott’olio secondo un’antica ricetta che prevede che i capolini del secondo ordine e successivi vengano puliti, sbollentati in acqua, aceto di vino bianco e sale e conservati in vasetti di vetro con aggiunta di olio extravergine di oliva, aglio, origano e peperoncino piccante. Dopo averli lasciati stagionare 2 mesi, i carciofi sott’olio sono pronti per essere consumati e si possono conservare per oltre 6 mesi.

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