Tallaniusu PAT Sardegna

Prodotto Agroalimentare Tradizionale della Sardegna

Tallaniusu Pasta po brodu; Tallaniusu cun casu; Pasta po su lori; Tallarinus.

Il Tallaniusu è una pasta ottenuta da un impasto di semola, farina, acqua e sale. La sfoglia, arrotolata fino a raggiungere il diametro di 2 cm, è tagliata in segmenti di lunghezza pari a 0.5 o 1 cm. Una volta essiccati i tagli più piccoli sono utilizzati nella preparazione di minestre in brodo o di legumi, mentre le misure più grosse sono consumate come paste, generalmente condite con sugo di carne di maiale o galletto.

La preparazione di questa pasta è perlopiù casalinga e destinata all’auto consumo. L’impasto della sfoglia è lavorato a mano all’interno di un recipiente di terracotta. La pasta è quindi stesa su un piano di legno con l’ausilio di un matterello e successivamente lavorata per formare un rotolo del diametro di 2 cm.

Tradizionalità

Tradizione tramandata oralmente da ben oltre 25 anni e ampiamente riscontrata tramite interviste alla popolazione locale.

Territorio di produzione: Marmilla, in particolare il comune di Siris.

Capretto sardo da latte PAT Sardegna

Il Capretto sardo deve rispondere alle seguenti caratteristiche organolettiche; la carne deve avere colore chiaro o rosato, dal sapore delicato e selvatico dovuto all’alimentazione fatta esclusivamente di latte materno, prodotto da capre che vivono allo stato brado nei pascoli mediterranei e che si alimentano di pascoli e di macchia mediterranea.

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Pero De su Duca PAT Sardegna

La presenza della pera De su Duca nei frutteti del territorio della provincia di Nuoro, risale a molti anni addietro. Questa cultivar viene citata già da Manca dell’Arca (1780), nel suo “Agricoltura in Sardegna”, proprio con la denominazione di cui sopra, mentre Targioni Tozzetti (1853) ne parla in termini di “Cento doppie” o “Del Duca”….
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Cardi selvatici sott’olio PAT Sardegna

Gli anziani del paese sono la memoria storica di questo prodotto in quanto hanno raccontato che la coltivazione ed il consumo diffuso del “carciofo violetto” esisteva nella comunità samassese fin dal 1969, anno in cui i primi ovuli giunsero dalle campagne francesi della Provenza. A partire da quegli ovuli e per i successivi decenni, il…
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