Calzagatti PAT Emilia Romagna

Polenta e fagioli, grandissima risorsa quando la fame si faceva sentire. I modenesi unirono le due componenti,  due cibi economici diventarono un piatto assai semplice, nutriente e saporito. Ma, come spesso accade, c’è anche una leggenda all’origine del piatto e del suo nome: pare sia nato tutto per caso, mentre una “arzdora” stava preparando della polenta e, a parte, dei fagioli. Al momento di portarli in tavola, inciampò sul gatto accovacciato sul pavimento e i fagioli finirono dentro il paiolo della polenta. Il gatto, terrorizzato, scappò a gambe levate e questo spiegherebbe il nome “calzagatti”, e cioè che caccia via i gatti.

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Barzigole, barzègli o bistregli PAT Emilia Romagna

L’esigenza di conservare la carne per lunghi periodi ha dato origine a svariati tagli di pecora “sotto sale”: le barzigole erano in origine uno di questi tagli, caratterizzato da una forte salatura, che garantiva la conservazione prolungata. Attualmente, sono un prodotto fresco, marinato per 12-36 ore con sale, rosmarino e aglio (qualcuno aggiunge anche pepe, salvia, alloro e vino bianco), da conservare refrigerato e consumare previa cottura. Il sale è poco, il sapore finale gradevole e non particolarmente “di pecora”. Originariamente la conservazione avveniva in orci di terracotta o damigiane a collo largo e poteva protrarsi per alcuni mesi, originando un prodotto decisamente saporito.

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Baccalà in umido PAT Emilia Romagna

Baccalà fritto e successivamente cotto in umido con aggiunta di pomodoro. Il baccalà già ammollato e tagliatelo a pezzi viene passato appena nella farina e fritto in abbondante olio bollente. Scolato su fogli di carta assorbente e salato. Si fa soffriggere in un tegame piuttosto grande 2 spicchi d’aglio in ½ bicchiere d’olio: quando l’aglio comincerà a dorarsi aggiungere 500 g di pomodori freschi, spellati e privati dei semi e, dopo pochi minuti, i pezzi di baccalà. Salare e lasciare cuocere a fuoco basso per circa ¾ d’ora.. Ultimate con del prezzemolo tritato e 1 macinata di pepe. Volendo ottenere un piatto più leggero, anche se meno saporito, eliminate la frittura del baccalà e unitelo al pomodoro ancora crudo. 

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Baccalà in gratella PAT Emilia Romagna

Baccalà, olio, rosmarino. Anche qui le varianti sono varie, tra le più semplici si riporta la ricetta: Si tiene il baccalà a bagno per 3-4 giorni, cambiando spesso l’acqua. Sgocciolarlo e condirlo con aglio e rosmarino tritati, metà olio, pepe e poco sale, poi cuocere per circa 20 minuti sulla griglia. Prima di servire condirlo con il rimanente olio.

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Baccalà con i porri PAT Emilia Romagna

Piatto realizzato con il baccalà ed i porri A pezzi, il baccalà si fa inizialmente rosolare nel grasso (o nell’olio); poi si lascia parcheggiare in un piatto, mentre nel sugo prodotto si mette a frignare il porro tritato. Si aggiungono pomodori (o conserva).

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Arrosto ripieno PAT Emilia Romagna

Carne ripiena di frittata e bietole. Con uova, un po’ di formaggio e sale preparare una sottile frittata. Mondare e lavare accuratamente gli spinaci, cuocerli con la sola acqua rimasta loro aderente dal lavaggio, poi strizzarli e farli insaporire con un pezzetto di burro, formaggio parmigiano reggiano e sale. Stendere sul tagliere la fetta di vitello, coprirla con la pancetta, porre su questa la fritta e stender su di essa gli spinaci, lasciando un largo bordo libero. Arrotolare la carne su sé stessa e cucirla con un grosso ago e un filo incolore cercando di non fare uscire il composto; legarla poi come un normale polpettone. Porre la carne in una casseruola su di un fondo di burro e olio, salarla, peparla e lasciarla rosolare, rivoltandola delicatamente fino a quando avrà acquistato la crosticina dorata.

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Arrosto di maiale alla reggiana PAT Emilia Romagna

Ottenuta da arista di maiale macerata con aromi vari e successivamente cotta arrosto. Con uno spago da cucina legare strettamente la carne dandole una forma allungata. In un tegame (non di smalto) versare un bicchiere di olio, unire un rametto di rosmarino, uno spicchio o due di aglio, alcune bacche di ginepro, sale, pepe e un cucchiaino di aceto: porvi la carne e lasciarla in infusione per 24 ore rigirandola sovente. Trascorso questo tempo coprirla di latte, mettere il recipiente sul fuoco e far cuocere lentamente l’arista per un’ora, aumentare quindi il fuoco per farla colorire da tute le parti.

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Tortelli di patate PAT Emilia Romagna

Sfoglia, ripieno di patate, parmigiano reggiano, burro-lardo, panna. Lessare e pelare le patate in acqua salata e schiacciarle come per una purea. A parte preparare un soffritto con aglio, prezzemolo, lardo burro. Passare le patate in questo trito e lasciare insaporire. Fuori dal fuoco aggiungere la noce moscata, il parmigiano grattugiato, le uova intere una alla volta e non prima di aver assorbito la precedente e una o due cucchiaiate di panna da cucina. preparare la sfoglia nel modo classico sulla quale disporrete delle noci di composto e richiudere come per un qualunque tipo di tortelli. Cuocere in abbondante acqua salata e condire con burro, parmigiano o pomodoro o sugo di carne.

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Tortelli di zucca o cappellacci di zucca PAT Emilia Romagna

Tortelli di zucca sono il piatto simbolo della cucina padana, diffusi, con poche varianti, nella provincia di Modena, Parma, Reggio Emilia, Piacenza e Ferrara, oltre che nelle provincie limitrofe lombarde. Già nel Cinquecento alla Corte dei Gonzaga i migliori cuochi dell’epoca, spesso di origine ebraica, servivano questa prelibatezza. Quando negli anni a seguire, a causa di un editto gli ebrei furono espulsi dalle terre dei Gonzaga, molti cuochi si spostarono nelle zone limitrofe portando con sé la ricetta del tortello di zucca che inevitabilmente venne modificata e ritoccata in molteplici e diverse varianti.

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