Fungo porcino del Vulcano di Roccamorfina PAT Campania

Il Fungo porcino del Vulcano di Roccamorfina è un prodotto del territorio dei comuni del Parco Regionale di Roccamonfina, in provincia di Caserta, ed in particolare dell’area di Monte La Frascara, dove questo particolare fungo cresce nei caldi boschi di latifoglie: il territorio è, infatti, composto da rigogliosi boschi di castagno, che offrono, nei mesi primaverili ed autunnali, un habitat molto favorevole per la crescita di questo autentico e genuino porcino, caratterizzato da un gusto particolare ed esclusivo, dovuto anche alla natura vulcanica del terreno.

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Frutti di bosco di Acerno PAT Campania

Le fragoline di bosco (Fragaria vesca) crescono spontaneamente nel sottobosco di castagneti, boschi misti di latifoglie, faggete; sono di forma tipicamente tondeggiante, di piccole dimensioni, di colore rosso vivo, sapore dolce e intenso, fresco; il biotipo diffuso nell’area è quello delle unifere. I frutti sono di dimensioni piccole e caratterizzati da polpa densa e compatta, con elevata persistenza di profumo e sapore. I Lamponi (Rubus idaeus) sono a frutto globoso, composto (falso frutto) di numerose piccole drupe dal caratteristico colore rosso – rosa, a maturazione, sapore caratteristico, presenza elevata di succo molto colorato. Le more (Rubus ulmifolius) sono il frutto del rovo selvatico, sono composte da numerosi piccoli frutti, di colore violaceo molto scuro, fino a nere; sapore dolce ed acidulo, caratteristico .

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Fragolina degli Alburni e dell’Alto Sele PAT Campania

La fragolina selvatica (Fragaria Vesca), o fragolina di bosco è una specie diploide spontanea, presente nell’area considerata da tempo immemorabile, dove ha sviluppato popolazioni caratterizzate dalla elevata qualità organolettica dei frutti, che inoltre, pur essendo selvatici, hanno dimensioni relativamente elevate grazie alla forma allungata.

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Fragolata di Acerno PAT Campania

La Fragolata è un prodotto artigianale della tradizione Acernese che si produce dal 1981 attraverso l’utilizzo esclusivo di fragola selvatica o fragola di bosco (Fragaria vesca L.), ovvero fragole cresciute spontaneamente nei boschi e raccolte nel territorio di Acerno, (ecotipi locali aventi aroma e profumo marcati, un elevato ed equilibrato contenuto in zuccheri ed acidi, una buona consistenza), succo di limone sfusato di amalfi, zucchero (saccarosio) e liquore Strega di Benevento. Ha l’aspetto di una soluzione liquida di colore mogano-rosso scuro, nella quale si disperdono le fragoline conferendo al prodotto una certa consistenza.

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Finocchio palettone PAT Campania

Il finocchio bianco palettone è una produzione della provincia di Napoli, in particolare dell’Agro Acerrano- Nolano e Nocerino–Sarnese. Questa coltura è molto legata alla tradizione culturale della zona: la semina, infatti, avviene il 15 di luglio il giorno della festa della Madonna del Carmine, per rendervi omaggio. In realtà la data è motivata anche da ragioni tecniche: è il momento migliore dell’anno per seminare sventando il rischio di una fioritura precoce che comprometterebbe lo sviluppo completo delle brattee, la parte commestibile del finocchio.

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Finocchio di Sarno PAT Campania

Nei terreni fertili e sciolti dell’agro Sarnese Nocerino, nel Salernitano da sempre considerati eccellenti per ottenere finocchi di qualità, si coltiva anche un’altra specie di finocchio, quello di Sarno, che prende, per l’appunto il nome dalla località di produzione. è caratterizzato dal grumolo rotondo, di media pezzatura, compatto, con guaine molto spesse e carnose, interamente bianche; la semina avviene a cavallo tra il 10 ed il 20 luglio e la raccolta tra novembre e dicembre.

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Fichi di San Mango PAT Campania

I fichi secchi con il miele sono un’antica ricetta della penisola Sorrentina, in provincia di Napoli; si tratta di un gustoso dessert, realizzato con due eccellenti ingredienti di produzione locale: i fichi ed il miele. I fichi freschi, una volta puliti, si immergono in recipienti pieni di vino bianco, in modo tale che ne assorbano l’aroma; in seguito, vengono aperti dalla parte dell’apice fiorale e farciti con noci o mandorle. I fichi ancora aperti vengono uniti in coppie in modo tale che la parte superiore dei due frutti, lasciata aperta, combaci; così composti vengono cotti in forno per circa mezz’ora e, una volta raffreddati, si cospargono di miele e poi si conservano in barattoli di vetro insieme a semi di finocchietto, foglie di lauro, scorze di agrumi canditi e qualche goccia di essenza di anice. I fichi secchi con il miele si possono acquistare nei laboratori artigianali locali, ma per lo più vengono ancora preparati in casa e conservati in dispensa, pronti per essere consumati nelle occasioni speciali.

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