SAN GIUSEPPE DA LEONESSA
4 Febbraio

Il dipinto raffigura due santi martiri cappuccini poco noti, canonizzati da Benedetto XIV nel 1746: a sinistra Fedele da Sigmaringen morto nei Grigioni nel 1622, nell’atto di schiacciare l’allegoria dell’Eresia. A destra è rappresentato Giuseppe da Leonessa, assassinato dai calvinisti all’Amatrice nel 1612 e qui descritto con delle profonde rughe che gli solcano la fronte, le orbite degli occhi incavate, un naso marcato e una barba bianca fluente.

Contro il cielo luminosissimo sullo sfondo si scaglia una composizione monumentale ed equilibrata, giocata sulla contrapposizione fra le vigorose figure dei martiri nei loro sai marrone scuro, visibilmente rattoppati, e la giovane seminuda in basso che si sta contorcendo per la sofferenza e dai cui capelli spuntano vari serpentelli che la connotano iconograficamente. Ciò che colpisce a prima vista è la teatralità melodrammatica, tipicamente rococò, che investe la mimica delle figure.

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