Pizza grassa PAT Lazio

La preparazione di questa pizza affonda le sue radici nella metà del ‘700, quando questo territorio da originario Comune di uomini liberi, era divenuto, dopo secolari vicende, dominio della casa reale di Napoli, rientrando tra i cosiddetti “stati allodiali” di privato patrimonio della corona. Si ha testimonianza, infatti, di una pizza elaborata nello stesso modo e nota con il nome di Pizza salata, proprio a Napoli. La Pizza grassa, oggi prodotta quasi esclusivamente nel periodo quaresimale invernale, in quanto legata alla produzione ancora casalinga dei salumi di suino, in passato rappresentava uno dei piatti forti delle famiglie di Leonessa per festeggiare la Pasqua e rompere il lungo periodo quaresimale di astinenza dai cibi grassi. Ancora oggi, nel giorno di Pasqua, è viva la tradizione di imbandire le tavole per la colazione della mattina con la Pizza grassa, il vino rosso, le uova sode, la frittata di coratella di abbacchio e salumi vari.

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Spumette PAT Lazio

Dolci di forma tondeggiante, dal sapore dolciastro e colore bianco, ottenuti dalla lavorazione di chiara d’uovo, mandorle e zucchero a velo. Gli ingredienti, dopo che sono stati amalgamati, sono lavorati a mano o con l’aiuto di un cucchiaio per ottenere le tipiche forme a nuvoletta tondeggiante di circa 5 cm di diametro. La cottura avviene in forno a circa 200°C. Il nome è dato dal loro aspetto leggerissimo e friabile e “spumoso”. La ricetta originaria sembrerebbe essere già nota in Francia alla fine del ‘700 e introdotta in Italia da un pasticciere svizzero. Le brave massaie di una volta le facevano per utilizzare le chiare d’uovo avanzate dalla preparazione di altri prodotti dolciari.

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Spaccaregli di Sezze PAT Lazio

Prodotto dolciario a base di farina, zucchero, uova, latte, strutto, limone grattugiato e lievito. Presenta colore dorato, forma rotonda con una incisione ad X, da cui il nome, sulla parte superficiale. Gli ingredienti vengono impastati manualmente fino al raggiungimento di un aspetto omogeneo e compatto. Parte dell’impasto viene recuperato e lavorato a formare delle pagnottelle rotonde. Sopra il prodotto viene spennellato con uovo e cosparso di zucchero. Si cuoce in forno a 200°C per 30 minuti. Si tratta di un dolce tradizionalmente preparato presso le pasticcerie ed i forni locali da almeno 30 anni.

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Polentini PAT Lazio

Biscotti dolci dalla caratteristica forma ad S, di colore nocciola scuro, ottenuti dalla lavorazione di farina di mais, rossi d’uovo, strutto, zucchero, rhum, alchermes. Dopo aver amalgamato a mano gli ingredienti in un contenitore, si passa alla lavorazione delle forme, effettuata con un coltello, per ottenere la classica pezzatura ad S, lunga circa 10 cm. La cottura avviene in forno preriscaldato a 220°C. La tradizionalità di questi biscotti è attestata da fonti scritte in cui si fanno risalire a metà del 1800, quando le classi più povere preferivano la farina di mais a quella più costosa di frumento anche nella preparazione dei dolci. Ottimi per la colazione o per essere sbocconcellati a fine pasto con un buon vino passito.

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Pizza d’ova PAT Lazio

Pizza dolce a base di uova, zucchero, farina, scorza di limone grattugiato. Il nome deriva dal gran numero di uova necessarie per la preparazione dell’impasto. La preparazione inizia battendo le uova insieme allo zucchero a alla scorza di limone per circa un’ora, fino a quando la pasta non è abbastanza amalgamata da scendere a nastro; a questo punto si aggiunge la farina, facendo attenzione a non versarla troppo in fretta, perché l’impasto potrebbe sgonfiarsi. Si versa l’impasto in una teglia alta, precedentemente imburrata e si pone in forno preriscaldato a 180°C per 40 minuti circa. La sua presenza è attestata in zona sin dagli inizi del ‘900 e col tempo è passata da una preparazione casalinga a una aziendale, legata ai forni ed alle pasticcerie locali.

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Pizza di Pasqua della Tuscia (dolce e al formaggio) PAT Lazio

La Pizza di Pasqua è un dolce tradizionale della gastronomia viterbese legato alle festività pasquali. Nell’aspetto è molto simile al panettone, ma con un cappello a forma di fungo. Attualmente viene prodotta in due diverse tipologie, “dolce” e “al formaggio”. Quest’ultima si diferenzia dalla prima perché fra gli ingredienti viene aggiunto il formaggio pecorino, che conferisce un sapore di torta salata.

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Pizza “bbotata” PAT Lazio

La Pizza bbotata è legata alle tradizioni culinarie e contadine di Sant’Angelo Romano, paesino a soli 30 km dal centro di Roma, che sorge su una delle tre colline dei Monti Cornicolani e Monte Padulo, che è una delle prime colline che si incrociano partendo da mare e andando verso l’Appennino. La ricetta e la particolare lavorazione è tramandata di generazione in generazione ed ancora oggi alcuni forni locali la producono quasi ogni giorno.

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Pizza a gli mattono pizza a gli soio di Sezze PAT Lazio

L’utilizzo della farina di mais per la preparazione di queste pizze ascrive la loro origine ad un periodo in cui i ceti meno abbienti preferivano il mais al più costoso frumento. Vittorio Del Duca racconta come nell’‘800, nel mese di agosto “…si stutarava, o c’erano i tuteri da svagorà”, ovvero le pannocchie di mais da sgranare. Gli uomini portavano il mais in paese con i carretti, ed erano le donne a compiere a mano questa operazione. Afferma, inoltre, che “il mais fu importantissimo nell’alimentazione umana, e a Sezze la pizza, fatta con farina di mais costituiva il cibo di massa, perché il pane bianco fatto con la farina di grano, non tutti potevano permetterselo”.

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Paste di viscioli di Sezze PAT Lazio

Le paste di viscioli di Sezze sono una sorta di crostatine a base di marmellata di visciole. Si forma un impasto morbido con gli ingredienti (farina, uova, zucchero, strutto, buccia di limone grattugiata), si imburrano gli stampini quindi e vi si pone un po’ di pasta, allargandola con le dita fino a coprire tutta la superficie dello stampino, quindi si fa cadere all’interno di questo impasto un cucchiaino abbondante di marmellata, di decora con striscioline di pasta, si spennella con uovo battuto e si mette in forno preriscaldato a 200°C per mezz’ora.

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Pizza a fiamma PAT Lazio

La Pizza a Fiamma si presenta nella tradizionale forma ovale e con spessore della crosta di almeno 1 mm. La mollica è praticamente inesistente e comunque non superiore a 3 mm. Il profumo è intenso e il gusto è leggermente acidulo riconducibile all’impiego nella fase di preparazione del lievito madre. L’umidità della Pizza a Fiamma non supera il 33%.

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